4 giugno 1990: anno dello sbarco di Beautiful in Italia. Dapprima su Rai 2 e poi dal 1994 su Canale 5 da dove non si è più spostata. Un successo, quello nel Belpaese, partito in ritardo rispetto agli Stati Uniti (dove aveva debuttato nel marzo del 1987) ma che ha subito proiettato la soap opera nella storia della televisione nostrana.
Un fenomeno di costume che ancora oggi riesce a ritagliarsi, quotidianamente, un posto di rilievo negli ascolti dell’emittente che la ospita e, più in generale, in tutta la fascia oraria pomeridiana.
Certo, oggi la media di 2.800.000 telespettatori (uno share attorno al 15-16%) è lontana dagli ascolti registrati fino ai lontani primi anni Duemila, ma fare dei paragoni ha poco senso: l’offerta di serie tv adesso è immensa, con produzioni nostrane ed estere che tra canali digitali, pay tv e servizi streaming offrono un menu di scelta praticamente illimitato ad ogni ora del giorno e su qualsiasi dispositivo. Ma proprio questa tecnologia, che frammenta gli ascolti, permette anche di seguire la soap quando si vuole, grazie all’on demand e ad internet, e di non restare vincolati all’appuntamento delle 13.40.
Chi mastica un po’ di inglese, tra l’altro, può facilmente trovare un modo per seguire le vicende in onda dall’altra parte dell’oceano, in anticipo di molti mesi rispetto a ciò che va in onda sulla nostra tv.
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Comunque sia, a trent’anni dal suo debutto e nonostante una programmazione italiana un tantino “stressante”, Beautiful resta una certezza. Certo, la soap con gli anni è cambiata, come sono cambiati quasi tutti i suoi volti, ma è la legge del tempo che passa e che non torna mai indietro.
Anzi, sebbene sia diventata in terra italiana sinonimo di longevità e del “non avrà mai fine”, Beautiful è la soap americana più giovane. Lo era quando i palinsesti USA erano pieni di soap opera (fino a dieci anni fa erano ben nove, ma in precedenza anche di più) e lo è oggi che nella tv a stelle e strisce sono rimaste in quattro. Tutte ben più anziane di lei, nel corso dei decenni le altre soap hanno cambiato protagonisti, tanto che in molte è difficile anche solo trovare una famiglia che fosse presente nella puntata pilota. In Beautiful, per ora, questo è ancora possibile: ci sono Eric Forrester (John McCook) e Brooke Logan Forrester (Katherine Kelly Lang) che sono interpretati dagli stessi attori che li portarono sulla scena nel primo episodio.
E c’è ancora Ridge Forrester, sebbene da un lustro porti il volto di Thorsten Kaye che ormai sembra essersi ben ambientato. E poi ci sono i discendenti, nonché gli stessi clan che animavano le vicende nelle primissime stagioni.
Attraversare i decenni con tanti cambiamenti tecnologici, televisivi, sociali (ed anche crisi economiche) ha un prezzo: quello di un budget inferiore con cui fare fronte a centinaia di episodi da realizzare ogni anno e a tempi produttivi sempre più stringenti. Ed ecco quindi un cast più piccolo, dei set di numero e dimensioni più limitati e, diciamolo, una patina di glamour un pochino meno evidente di una volta. Ma il più, in realtà, lo fa la sceneggiatura, che può fare tanto anche con poco. E quella, soprattutto per i telespettatori storici, è stata talvolta altalenante nell’ultimo decennio, facendo rimpiangere a qualcuno “i cari bei vecchi tempi”. Ma è anche vero che il passato ha sempre quel sapore nostalgico che ce lo fa ricordare in modo un po’ mitizzato. E dunque? Probabilmente la verità sta nel mezzo: non tutto il nuovo è (o è stato) da buttare, sebbene si dovrebbe ogni tanto riguardare al passato per trovare nuovi slanci.
La pausa forzata provocata dall’emergenza Covid-19 sarà l’occasione giusta? In molti lo sperano, anche alla luce dei cambiamenti che si dovranno adottare, almeno nei primi mesi. Cosa comporterà la distanza sul set per una soap che ha reso sempre più fondamentali le passioni e gli scontri intimidatori faccia a faccia? Si dovrà trovare un nuovo registro di racconto? Trame di genere diverso? Tornare, perché no, a quelle tinte un po’ noir e thriller degli anni’90, sacrificando le tragedie scatenate da baci rubati e abbracci proibiti tra i soliti noti?
Staremo a vedere, sicuramente di tempo ne avremo. Infatti, nonostante una data per la riapertura del set negli USA non ci sia ancora, grazie al recente rinnovo biennale Beautiful andrà in onda per almeno altre due stagioni, fino al 2022, quando segnerà il traguardo delle 35 stagioni (32 candeline per l’Italia).
Ma ritorniamo ai festeggiamenti per i trent’anni di Beautiful in Italia. La ricorrenza sarà festeggiata su Canale 5 sabato 6 giugno, quando, in esclusiva a Verissimo, ci sarà la reunion con alcuni dei suoi più grandi protagonisti. Da non perdere!
Il comunicato stampa Mediaset per i 30 anni di Beautiful in Italia
100 matrimoni celebrati, 22 bambini nati e 22 personaggi passati a miglior vita, di cui 3 resuscitati e 3 in “visita” dall’aldilà. 4160 ore di girato, 8300 puntate, oltre 374.000 pagine di copione, più di 1700 set allestiti.
Tutto questo – e molto di più – ha raccontato “Beautiful“, che da ben tre decenni va in onda tutti i giorni, dal lunedì al sabato, alle ore 13.40 su Canale 5.
La “soap opera più popolare del mondo” – nominata così dal Guinness dei primati – festeggia i suoi primi trent’anni di vita. Era il 4 giugno del 1990 quando le storie, gli intrighi e gli amori della ricca e potente famiglia Forrester entrarono nelle case degli italiani, dando vita a un vero e proprio fenomeno di costume. Da quel momento Ridge, Brooke, Eric e Stephanie sono diventati personaggi familiari, citati, e parodiati: vere e proprie icone in Italia e nel mondo.
La passione, l’attenzione e la fedeltà con cui i telespettatori seguono, di puntata in puntata, lo sceneggiato firmato e ideato da William e Lee Phillip Bell hanno premiato negli anni – e premiano ancora oggi – gli ascolti. Trasmesso in oltre 100 Paesi – tra questi Botswana, Bulgaria, Fiji, Iran, Lituania, Rwanda, Arabia Saudita e gli Emirati Uniti – viene visto da 35 milioni di telespettatori giornalieri nel mondo: è la soap opera più vista in termini assoluti, pluripremiata, seguita in media su Canale 5 da 2.846.000 spettatori (15.1% di share).
Bradley Bell, produttore esecutivo e capo sceneggiatore che ha raccolto il timone dei suoi genitori ha detto: “Sono molto orgoglioso che la serie duri da 30 anni. Credo che abbiamo creato una sorta di famiglia allargata per i nostri telespettatori. È difficile trovare cose nella vita su cui contare”.
Insieme alle romantiche storie familiari – intrise di glamour e moda – la serie ha sensibilizzato il pubblico su importanti tematiche sociali. Per esempio, nel 2001, il personaggio di Antonio Dominguez ha rivelato la sua sieropositività; nel 2015, “Beautiful” tratta il tema transgender con il personaggio di Maya Avant guadagnandosi così una nomination ai GLAAD Awards. Non solo, si è parlato, inoltre, di eutanasia, abusi sui minori, cancro e dell’agognato problema dei senzatetto.
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