Oggi su TvSoap.it conosciamo meglio Vincenzo Alfieri, che a Un posto al sole interpreta da qualche anno il pugile Ciro e che avrà sempre più spazio e importanza nella vita e nelle vicende che coinvolgeranno – anche pericolosamente – Franco Boschi.
Benvenuto su Tv Soap, Vincenzo. Come sei stato scelto per interpretare il pugile Ciro?
Ho sostenuto un provino su parte e ho convinto gli autori.
Ti piace il tuo ruolo?
Ciro ha un carattere effervescente e ha un suo lato oscuro, ma in fin dei conti ha un animo buono. Io lo trovo – con tutte le sue sfumature – un personaggio positivo.
Siete simili?
Non mi somiglia e mi diverte ancora di più interpretare un ruolo cosi diverso da me!
Con chi hai legato sul set?
Un posto al sole, essendo una soap che viene girata tutti i giorni, fa capitare spesso che gli attori lavorino insieme per lunghi periodi e questo fa si che si instaurino rapporti sinceri. Gli attori “storici” sono molto disponibili e ospitali con noi giovani. Con Peppe Zarbo, in particolare, ho avuto più modo di lavorare sul set e credo che oramai ci sia un ottimo feeling, anche perché prima di girare una scena ci confrontiamo tanto per la buona riuscita della stessa. È un professionista serio e io che sono un giovane attore non posso far altro che fare tesoro dei suoi consigli.
Come è cominciata la tua carriera?
Ho iniziato all’età di 17 anni per caso, o meglio a causa come sempre della mia curiosità. Un giorno avevo il pomeriggio libero e sono andato a seguire una lezione in una scuola di teatro. È stato amore a prima vista. Ho studiato Eduardo, Totò, Shakespeare, poi mi sono innamorato profondamente di Al Pacino (il mio idolo) e il resto poi é venuto man mano in questi dieci intensi anni. Non è stato tutto “rose e fiori” ma questa passione ha cambiato la mia persona e di conseguenza le mie scelte, la mia vita.
Progetti futuri?
Dei nuovi progetti parlo solo se c’è una ufficialità e quindi al momento posso dire che, nei mesi che verranno, Upas mi terrà impegnato per un po’ e io sono felice di ciò.
Tre aggettivi per descriverti?
Onesto, rispettoso, riservato.
Un sogno da realizzare?
Mi piacerebbe tornare a teatro e riportare in scena uno dei primi lavori che ho fatto. Lo spettacolo si chiama “I lazzari di re Nasone” e parla di una Napoli del 1799 sotto il regno di Ferdinando IV, detto re Nasone, dove appunto i lazzari del re combatterono contro l’attacco di una Francia rivoluzionaria. Io interpretai il capo lazzaro Michele Marino (detto “o’ pazzo”) e ancora oggi sono grato a Guido Palliggiano, che è venuto a mancare qualche anno fa e che è stato il primo a credere in me. Forse, se non avessi fatto quello spettacolo, ora non starei rispondendo a queste domande.
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