Tre attori in affitto, lo spettacolo teatrale in scena a Roma dal 12 gennaio al teatro Cyrano, e poi in tournée, vede nel cast Pio Stellaccio, che abbiamo visto in questa stagione tv nella fortunata fiction L’Isola di Pietro.
Pio, com’è nato questo progetto teatrale?
Il progetto è nato da un’idea di Vittorio Hamarz Vasfi, che ci ha creduto tenacemente impegnandosi in prima persona a vari livelli. Io sono entrato a far parte del gruppo per ultimo, ma ho facilmente trovato l’affiatamento con gli altri. Interpreto un personaggio di origini napoletane, di nome Ciro, che come i suoi due coinquilini si divide tra il mestiere discontinuo dell’attore ed un impiego più remunerativo. A differenza degli altri due, però, questa seconda sua segreta occupazione è davvero molto particolare.
Come vivi la popolarità avuta con L’Isola di Pietro nel ruolo del cattivo?
Sono molto grato a chi mi ha scelto per questo ruolo perché, oltre a darmi una grande visibilità, mi ha regalato la possibilità di mostrare altre “corde” della mia recitazione.
È stata una bella esperienza?
Sì, e quella dell’Isola di Pietro è stata anche una grande esperienza dal punto di vista umano: ho avuto la possibilità di lavorare con un gruppo coeso composto da persone aperte, genuine e divertenti, Gianni Morandi in primis.
Hai recitato in altre fiction. A quale ruolo sei più legato?
Di sicuro uno dei ruoli a cui sono più legato è quello di Adriano Labucci de Il clan dei camorristi. È stato il primo ruolo da coprotagonista affidatomi da un regista (Alessandro Angelini) con grande convinzione.
Cosa preferisci tra cinema, tv e teatro?
Il teatro è senza dubbio il mio elemento naturale, quello in cui riesco ad esprimermi con la maggiore libertà creativa. Da spettatore, invece, adoro il cinema.