Siamo ormai alle battute finali de “Onore e rispetto”: puoi svelarci qualcosa sul futuro della serie? Finirà davvero così una delle serie più seguite degli ultimi 10 anni?
Non si sa mai se è davvero la fine di una serie. Anche in passato avevo girato scene conclusive e poi non è stato così. Forse è un escamotage dei produttori per non farci svelare le sorprese ai giornalisti (ride, ndr)
Come è cambiata la televisione dagli anni 90 ad oggi?
È cambiata tantissimo, prima c’erano più mezzi e più attenzione al girato… si facevano più ciak, adesso invece bisogna esser velocissimi. Bisogna andare sul set più preparati e già pronti. Anche i registi devono esser più bravi perché è richiesta la rapidità.
Hai lavorato con il grande Tornatore: com’è lavorare con un regista del suo calibro e come ha dipinto secondo lei la Sicilia in Malena (film del 2000)?
Lavorare con Tornatore è sempre difficile perché quando si lavora con grandi artisti è chiaro che bisogna capire le necessità di registi come lui. In Malena la sceneggiatura quasi non la conoscevamo, l’avevamo il giorno prima anche perché tutto girava intorno alla bellezza di Malena che faceva molte passeggiate e tutti si innamoravano. Tra l’altro c’era una storia d’amore che non è stata sviluppata tra me e lei.
Come la Piovra, anche Malena mi ha fatto conoscere nel mondo, come in Argentina. In aeroporto ebbe un successo esagerato. Anche lavorare con la Bellucci è stato un grande onore: è un’attrice fantastica che mi ha aiutato tanto a girare scene che mi mettevano in un certo imbarazzo. “È il nostro lavoro”- mi disse – “è una professionista esemplare”. Su Tornatore, che dire, è un grandissimo regista.
Hai progetti lavorativi per il futuro?
Ci sono varie cose in cantiere, ho ricevuto anche delle proposte in Rai, ma posso prenderle in considerazione soltanto a partire dal 2018. Per cui dico “vedremo”.