È stato in scena per qualche puntata per dar vita al commissario Maresca all’interno del rush finale dell’ottava stagione de Il Paradiso delle Signore. Chiamato da Tancredi Di Sant’Erasmo (Flavio Parenti) a vigilare sul rapporto “contro la legge” tra la moglie Matilde Frigerio (Chiara Baschetti) e Vittorio Conti (Alessandro Tersigni), il poliziotto ha più volte cercato di mediare affinché l’imprenditore non si spingesse troppo oltre il limite.
Un aspetto di cui abbiamo parlato con Renato Raimo, l’attore – già visto in soap di successo come CentoVetrine e Un Posto al Sole – che gli presta il volto. Ecco che cosa ci ha raccontato.
Il Paradiso delle Signore 8: intervista a Renato Raimo (Commissario Maresca)
Ciao Renato, bentornato su Tv Soap. Parliamo un po’ del commissario Maresca, il personaggio che stai interpretando nelle puntate finali de Il Paradiso delle Signore. Cosa ti è piaciuto di lui?
Ti direi, innanzitutto, la sua collocazione storica, ossia gli anni ’60. Affascina molto quel mondo. Anche il successo del Paradiso delle Signore è dato dal fatto che riesce a raccontare un periodo storico in maniera abbastanza reale, soprattutto per chi non l’ha vissuto.
Quello di Maresca è un ruolo a cui mi sono affezionato molto anche per la dinamica nella quale viene a trovarsi, all’interno di un finale di stagione molto particolare come quello che abbiamo visto. Mi sono divertito ad interpretarlo perché un commissario degli anni ’60 ha tutto un suo fascino. Era la legge in quel momento.
Quali suo caratteristiche ti sono rimaste particolarmente impresse?
Maresca interpreta in maniera corretta, secondo me, l’uomo di legge, nel senso che è assolutamente responsabile di quella che è la sua funzione, pur cercando di convincere fino all’ultimo momento Tancredi di rimuovere questa denuncia nei confronti della moglie. Cerca, insomma, di far riflettere Tancredi sulla gravità di quella sua azione.
È una figura rappresentativa della legge, ma tenta di prevenire un po’ le conseguenze di atti dettati dall’istinto e dalle situazioni che si possono creare in una coppia. Secondo me, è scritto molto bene ed è molto credibile proprio per queste dinamiche.
Diciamo che è andato ad inserirsi nella dinamica Tancredi-Matilde-Vittorio che ha tutta una sua storia all’interno del Paradiso. Con Tancredi, diciamocela tutta, che è forse uno dei personaggi più negativi all’interno della fiction…
Sì, Tancredi è quello meno trasparente. Non si sa mai quali siano le sue vere intenzioni, mentre Umberto è più conosciuto nelle sue attività, nelle sue azioni. Tancredi sfugge un po’, non è mai chiaro nei suoi intenti e quindi lascia sempre un po’ così, con l’amaro in bocca quando prende certe decisioni e compie certe azioni.
Come ti sei trovato sul set? Conoscevi già diversi attori…
Sì, conoscevo già diversi attori. Sul set del Paradiso ho ritrovato lo stesso ambiente familiare e professionale di CentoVetrine. Dove c’è la direzione di Daniele Carnacina, c’è anche molta umanità nei rapporti. Tutti, prima di essere degli attori, sono delle persone. Si crea quel rapporto umano con lo staff tecnico e con i reparti a cui ero abituato. Mi sono subito trovato a mio agio. E spero di aver soddisfatto la produzione per come ho portato in scena il commissario Maresca.
Sicuramente ti sei fatto un’idea: secondo te, perché Il Paradiso delle Signore piace così tanto al pubblico? Ormai siamo all’ottava stagione ed il successo della fiction continua…
Faccio una premessa: vengo dal teatro, che funziona bene quando dietro le quinte ci sono una squadra e dei rapporti umani che vanno oltre, perché quello che si vede in scena, nel senso buono della rese, è frutto anche di una squadra che funziona bene dietro le quinte. Oltre la sceneggiatura e l’attenzione ai particolari, con l’esatta collocazione dei momenti storici, cosa che dà credibilità agli occhi delle generazioni che non hanno vissuto e non conoscono quell’epoca storica che racconta, il segreto de Il Paradiso delle Signore si deve anche alla bravura degli attori.
Una lunga serialità è una prova molto importante per gli attori. Devi convincere subito i telespettatori e mantenere un livello di credibilità nel lungo percorso. E devo dire che la fiction offre un’altissima qualità interpretativa. E aggiungo anche la grande attenzione ai costumi, alle scenografie. Non trovo niente di sbagliato nel suo successo.
Se capitasse un’altra indagine per il commissario Maresca, torneresti dunque volentieri?
Ci tornerei molto volentieri. Assolutamente sì.
Oltre al Paradiso, in questo periodo sei in tour con lo spettacolo L’Altro Giacomo, dedicato alla vita di Giacomo Puccini. Anche questo ti sta dando tante soddisfazione, immagino…
Sì, si tratta di una mia produzione. È un progetto artistico che comprende anche la sceneggiatura e la regia, insieme all’interpretazione. Questo mi sta prendendo molto tempo e, chiaramente, mi sta regalando tante soddisfazioni perché, dal 2021 fino al 2024, è il periodo in cui ricorre il centenario della morte del grande maestro Giacomo Puccini.
È un prodotto che mette in scena la vita del grande maestro, oltre che la sua grande musica. Sono quindi completamente assorbito in questo vortice di successo di pubblico e di critica che questo spettacolo sta raccogliendo.
A che cosa è dovuta la scelta di Puccini? Sei in qualche modo legato a lui?
Nel tempo mi sono appassionato al racconto dei personaggi storici. Incontro Puccini nel 2018, come direttore artistico di un festival internazionale della robotica. Porto, infatti, per la prima volta al mondo l’avatar di Giacomo Puccini in un teatro, con una tecnologia molto particolare.
E lì incomincio a studiare il personaggio, l’uomo ancor prima del musicista. E lì scopro un uomo che viveva con passione la sua vita. Ed era mosso dalla passione. In questo mi sono trovato molto vicino e in sintonia. E da quel momento in poi ho deciso di approfondire la conoscenza dell’uomo Puccini. A quel punto ho scritto una sceneggiatura che ha convinto il mondo pucciniano, sia le fondazioni e sia il festival pucciniano, e da lì è partita questa avvenuta. Porto dunque in scena l’intimo dell’uomo e questo piace al pubblico perché capendo l’uomo se ne capisce ancor meglio la sua produzione musicale.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione Seguici su Instagram.