La ragazza e l’ufficiale è la nuova serie turca dell’estate di Canale 5 che ha già conquistato il cuore del pubblico italiano. Tratta da una storia vera raccontata dalla scrittrice turca Nermin Bezmen (nipote del vero Kurt Seyt), la serie racconta la travagliata quanto emozionante storia d’amore che suo nonno Kurt, un affascinante luogotenente, ha vissuto in gioventù con la bella Sura, figlia minore di una nobile famiglia russa. In questo post vogliamo raccontarvi il “viaggio” fatto dalla scrittrice negli anni Novanta, attraverso il quale ha reso onore alla straordinaria storia di due grandi eroi vissuti nei primi anni del Novecento.
Malgrado Kurt, suo nonno, fosse morto prima della sua nascita, Nermin Bezmen ha vissuto il mito delle sue storie attraverso i racconti che le venivano costantemente fatti dalla nonna. Tuttavia, il ricordo più importante dell’uomo, oltre alla formazione militare a San Pietroburgo, era il grande amore che aveva avuto con una giovane donna sconosciuta di nome Sura.
La conoscenza di quest’ultima da parte della famiglia di Kurt Seiyt era molto limitata poiché apparteneva a una famiglia aristocratica russa e visse a Istanbul per un po’ dopo la rivoluzione bolscevica. Sura avrebbe poi salutato Istanbul per andare a Parigi. Nermin, che era decisa a saperne di più, ha svolto molte ricerche negli anni ma le informazioni fornite dalla famiglia o da chi aveva conosciuto suo nonno erano appena sufficienti e dunque non abbastanza per poter raccontare la sua grande storia.
Questo fino a quando il destino non mette sul suo cammino il famoso scrittore e ricercatore Jack Deleon, il quale aveva scritto un libro sui russi bianchi. Nermin ha comprato il testo e l’ha letto immediatamente, pensando potesse trovare informazioni sulla misteriosa ragazza che sullo sfondo della Prima Grande Guerra aveva fatto battere il cuore di suo nonno, ma purtroppo così non è stato. Tuttavia, qualcosa dentro di lei sussurrò che avrebbe dovuto assolutamente incontrare l’autore. Purtroppo Deleon non aveva informazioni sulla loro storia, ma le promise di presentarla alla baronessa Valentine Clodt von Jurgenzburg, una degli ultimi rappresentanti dei russi bianchi in Turchia. ma ad una condizione: non parlare di Sura e della sua parentela con Kurt. I russi bianchi erano persone molto riservate e non amavano raccontare quello che sapevano, anche dopo decenni.
Il sogno di Nermin si avvera un sabato di settembre 1991, quando insieme a suo marito e Deleon e sua moglie, fu ospite della Baronessa. La scrittrice descrive l’anziana donna con queste parole: “capelli ondulati, corti, bianchi, pelle resa trasparente dalla polvere bianca, guance colorate dal tocco del fard rosa, rossetto rosa nonostante i novant’anni, e smalti della stesso colore“.
Il giorno stesso in cui ha incontrato la Baronessa, Nermin le ha confidato di volere scrivere in un romanzo le memorie dell’ufficiale Kurt (omettendo la sua parentela con l’uomo), la cui storia era strettamente legata a quella di una giovane donna di nome Sura che lei ha conosciuto superficialmente solo attraverso i racconti di alcune persone.
Sura fuggì dalla Russia, dalla costa di Alushta, durante la Rivoluzione. Arrivò prima a Sinop e un anno dopo a Istanbul e si stabilì a Pera. Ha lavorato in una lavanderia a gettoni su Kalyoncu Kolluk Sokak, e poi presso la farmacia Zezemski. Nel 1924 lasciò Istanbul in traghetto per recarsi a Parigi. L’anziana baronessa, che ascoltava attentamente il suo racconto, all’improvviso ha sentito il bisogno di interromperla per confidarle che quella ragazza era sua sorella…
Un viaggio nei ricordi che ha permesso alle due donne di creare un legame di profonda amicizia che andava ben oltre la semplice conoscenza iniziale. Ogni martedì si tenevano riunioni a casa della baronessa e l’amichevole assemblea si protraeva per ore. Le conversazioni tra la scrittrice e la baronessa ruotavano sempre attorno a Sura.
In uno dei loro incontri amichevoli, Nermin decise di rivelare alla donna il motivo per il quale stava indagando su Sura. Quel giorno, portò con se una fotografia di suo nonno che le mostrò confessandole che anche lui era fuggito a Istanbul dopo la rivoluzione. La baronessa rimase immobile a fissare quel ritratto e poco dopo si chiuse nella sua camera per circa 15 minuti; quando fece ritorno nel salone dove c’era Nermin, con un grande abbraccio e occhi lucidi le aveva detto: “sei mia nipote”.
Una grande emozione che legò ancora di più le donne e permise alla Bezmen di trovare finalmente l’ultimo pezzo del suo puzzle. La baronessa le permise di accedere agli album di ricordi, ai documenti e alle fotografie fino ai vecchi taccuini. Finalmente il romanzo aveva una sua anima e la storia di Kurt e Sura da lì a poco sarebbe diventata conosciuta e amata in tutto il mondo. La loro amicizia continuò ininterrotta fino alla morte della baronessa. La delicata e commovente storia che vi abbiamo raccontato ha dato le origini a La ragazza e l’ufficiale, ed è stata descritta con efficacia e tenerezza dall’autrice in uno dei suoi tanti lavori letterari. Seguici su Instagram.