Il Paradiso delle Signore: intervista a Mauro Negrini (Italo)
È l’amato maggiordomo Italo de Il Paradiso delle Signore, confidente della contessa Adelaide e custode di tutti i segreti che succedono a Villa Guarnieri. Ad interpretarlo è l’attore Mauro Negrini, che ci ha raccontato alcuni segreti legati al suo ruolo nella fiction daily di Rai 1.
Salve Mauro, benvenuto su Tv Soap. Al Paradiso interpreta il maggiordomo Italo, un personaggio secondario che però ha saputo ritagliarsi uno spazio nel cuore del pubblico. Cosa le piace di lui?
Innanzitutto, Italo è nato come figurazione e quindi non doveva parlare. Nella prima serie, quando si giravano ancora gli esterni a Villa Vitetti, era praticamente un figurante. Il provino era stato fatto per quello. Naturalmente, io ho una formazione classica di attore, ma ero andato comunque lì per fare una figurazione. Isabella Leoni, che era la regista, ha poi dato il nome a Italo, dato che doveva identificarlo. E a quel punto nella stagione successiva, sempre per merito di Isabella, il personaggio ha avuto un suo seguito ed è stato scritto da Daniele Carnacina, che in qualche modo è il papà di Italo e non solo della serie. Diciamo che Italo, da secondario, ha avuto una sua evoluzione anche nei silenzi e questo mi è piaciuto molto.
A detta delle persone che vedono la serie, la difficoltà di esprimere nel non dire non è facile, visto che parliamo di una soap, dove la parola è la cosa principale. A partire dalla seconda serie, Italo è stato coinvolto in alcune dinamiche, soprattutto quando a Villa Guarnieri (che è il luogo in cui si muove) ci sono stati alcuni ospiti.
Ricordiamo alcuni di questi ospiti, allora…
Certo! Mi ricordo di Angela (Alessia Debandi), che era un bellissimo personaggio. È stata, se ricorda, la fidanzata di Riccardo, interpretato dal bravissimo Enrico Oetiker. Di lui, tra l’altro, vorrei raccontarle un bellissimo aneddoto. Quando c’è stato il matrimonio tra Riccardo e Nicoletta (Federica Girardello), che poi non è andato a buon fine, non avevo un mio camerino nelle classiche roulotte che si mettono negli esterni. Enrico mi ha così lasciato il suo spazio, dandomi la possibilità di potermi cambiare. È stato un gesto davvero bello, che generalmente gli attori non fanno.
Tra l’altro Enrico mi ha aiutato per mettere in scena Italo, che era senz’altro un personaggio un po’ ostico. Non so se la mia sia bravura o psicologia, ma mi vengono assegnate le scene di volta in volta, motivo per cui non ho una dinamica di quello che succede in tutta la serie. Ogni volta che c’è qualche scena “emotional”, dove ci sono emozioni e momenti di verità, vado ad istinto, a quello che in quell’istante farei io. E dunque, per questo, probabilmente il personaggio di Italo in qualche modo mi rispecchia. Anche se, a volte, è troppo saggio per essere vero!
In che modo Italo è ostico da interpretare?
La difficoltà sta nei suoi silenzi. In questa stagione che sta andando in onda, c’è stata una bellissima scena, che è stata sintetizzata a livello di montaggio. Parlo della volta che Italo si è confrontato con Stefania, interpretata da Grace Ambrose, che per me – oltre ad essere una ragazza umile che vuole imparare – è straordinaria e farà una carriera strepitosa. Non ha soltanto voglia di successo, insomma.
La scena tra Italo e Stefania, a parer mio, è stata bellissima e l’abbiamo girata insieme a Riccardo Mosca. Anche lì, in poche parole, è nato un affetto, che è venuto fuori. Personalmente, su come le scene vengano girate, con le dinamiche degli operatori sui primi piani e i campi lunghi, cerco sempre di rimanere un po’ fuori. Non mi piace sapere cosa mi riprendono, perché sanno loro che devono fare.
Ritengo, invece, che un attore debba più preoccuparsi di ciò che esprime lui, rispetto a quello che gli fanno fare prima, durante e dopo le riprese. Quella sequenza è stata un bel ricordo che condivido con Grace.
E oltre a Grace, c’è qualche altro collega con cui sente di aver condiviso delle belle scene?
Assolutamente sì. Le cito Moisé Curia, che interpreta Marco di Sant’Erasmo. Anche lui giovanissimo e bravissimo, che si è fatto conoscere dal pubblico grazie a Braccialetti Rossi. Inizialmente, se ci pensa, Marco aveva tante battute che lo rendevano antipatico. Sembrava un ragazzo viziato. E, visto che me li aveva chiesti, mi sono permesso di dare dei consigli a Moisè. Col trascorrere del tempo, Marco è diventato un personaggio positivo, grazie all’amore che, guarda caso, prova per Stefania. Ha avuto una bellissima evoluzione e ne sono contentissimo in primis per Moisé.
Le svelo che, nei primi tempi, si struggeva tanto in camerino perché non riusciva a trovare un’identificazione con Marco. Poi la bravura e tutto quello che concerne la preparazione dell’attore ha fatto sì che diventasse un ragazzo simpatico, oltre che un beniamino del pubblico.
Com’è invece interfacciarsi con Adelaide (Vanessa Gravina)? Immagino sia complicato anche per lei, dato che la Contessa ha una sua ironia, intrisa di battute pungenti, ben delineata…
In primis, le dico che è bello il rapporto che ho creato con la signora Gravina. Ha anche lei una derivazione teatrale, è molto precisa. Ormai stiamo girando Il Paradiso delle Signore da quattro stagioni. Ed è nato pian piano anche il rapporto tra Adelaide e Italo. È praticamente il suo confidente, come nelle grandi serie inglesi e americane.
Se ci pensiamo, Italo è un maggiordomo che rimane sempre dietro le quinte. Anche quando Adelaide, in questa stagione, è andata via, soltanto lui sapeva le ragioni che l’hanno spinta ad allontanarsi. In principio, non era facile il rapporto tra Italo ed Adelaide, ma in seguito è venuta fuori una dinamica di complicità. Adesso, la Contessa sostiene di non poter più fare a meno di lui. Speriamo dunque che gli autori si ricordino di questa cosa. Anche perché la soap mangia i personaggi: oggi ci siamo, domani forse no. Sono già andate via tante persone…
Eh sì. Diciamo che c’è un continuo cambiamento di personaggi e di storie…
Certo, è la prassi. Bisogna accettare anche che, prima o poi, si può uscire di scena. La mia insegnante diceva sempre che l’importante era uscire bene e farsi ricordare, piuttosto che non andarsene mai e non lasciare niente.
Di anno in anno, gli ascolti de Il Paradiso delle Signore aumentano. Dal suo punto di vista, perché piace così tanto?
Molti fanno un’analisi dicendo che la soap ricorda gli anni ’60, periodo in cui ero piccolissimo. Tuttavia, a ragionarci, penso che ogni epoca abbia portato con sé gioie e dolori. Penso dunque che la gente, per via dei personaggi con la struttura dinamica, ami quei quaranta minuti giornalieri perché, in quel momento, si appassionano alle storie.
Sicuramente gli anni ’60, che fanno da sfondo, sono amati, ma ritengo che il pubblico accetti le dinamiche, a volte un po’ surreali, perché ha bisogno di staccarsi da tutte le brutture che stanno succedendo. La comparazione anni ’60, in cui secondo alcuni si viveva meglio, non ce la vedo tanto. In fondo, in tutte le epoche si vive o non si vive bene.
Di recente, ho incontrato una signora dal dottore. Pensi che mi voleva far passare prima perché mi ha riconosciuto e riteneva fosse giusto così perché “ero famoso”. Ovviamente, le ho detto di no, specificando che in quel caso era sacrosanto che, dal medico, dovessi rispettare la fila perché lì ero esattamente come lei, non una persona famosa che non mi sento di essere.
E così mi ha raccontato che a lei, vedova ottantacinquenne con una madre di 110 anni, l’appuntamento giornaliero con Il Paradiso delle Signore le crea un sollievo. Quei minuti al giorno, in un mondo sempre più solitario, le dà uno spiraglio di luce. E, nel salutarmi, mi ha detto: “Ci vediamo questo pomeriggio“. Mi ha identificato come un amico. Questo secondo me è il bello della soap.
Italo è poi uno dei personaggi più amati dal web…
Sì, me lo dicono sempre. Non lo so, onestamente, perché il web è virtuale. Mi accorgo però che in strada sono riconosciuto come non mai. Prima del Paradiso ho fatto oltre 40 anni di teatro, ma nessuno mi aveva mai riconosciuto, se non una cerchia ristrettissima di persone. Adesso invece sì, ma perché la soap è diventata un fenomeno di massa. E queste cose succedono raramente: una volta ogni 50 anni. I sociologi dovrebbero dunque capire perché il Paradiso piace così tanto. Penso però che il successo stia proprio nell’appuntamento, che ormai si è fidelizzato. Se lo sposti anche solo di mezz’ora fa meno ascolti. È un appuntamento affettuoso, come lo chiamo io.
In che senso?
È come quando tu per anni non vedi una persona, la rivedi e hai un appuntamento. Prima di andare, sei già contento di rivederla. Poi non sai se quella persona sarà peggiorata o migliorata, ma sei comunque contenta. Questa, secondo me, è la dinamica che avviene col Paradiso. Poi che siano gli anni ’50, ’60 e ’70 è secondario. Questa, per lo meno, è la mia percezione, che non ha una verità.
Domanda retorica: qualora venisse confermato, tornerebbe per la prossima stagione?
Assolutamente! Spero che ci siano magari delle evoluzioni nel personaggio. Nel mio piccolo, ho sempre paura di rendere Italo, come recitazione, banale o una figurina. Forse piace perché è rimasto in penombra. “Sporcarlo” potrebbe essere un bell’azzardo; mi piacerebbe che diventasse più dinamico, ma tale aspetto devono pensarlo gli autori. Del suo vissuto non si sa niente. L’unica cosa che mi è stata detta è che Italo lavora per i Guarnieri e i Sant’Erasmo da 22 anni circa e che ha conosciuto Margherita, la prima moglie di Umberto (Roberto Farnesi). Per il resto, tutto è rimasto dietro le quinte.
Nonostante ciò, Italo ha sempre avuto un aspetto paterno nei confronti degli ospiti della villa, che gli danno la possibilità di farsi conoscere. Sicuramente lo conoscono più loro rispetto ai signori che gli danno lavoro. Non a caso, nel suo futuro mi aspetto altri ospiti che entreranno dai Guarnieri/Sant’Erasmo.
Quest’anno, dopotutto, c’è stata Flora (Lucrezia Massari)…
Lucrezia è un’altra grandissima attrice, con un personaggio monumentale. È una delle tante signorine che sono passate dalla villa e che poi ha creato una sua dinamica. Ha rappresentato l’indipendenza femminile. È la stilista, arrivata dall’America, con un forte senso di autonomia nel lavoro. Un aspetto che, in quegli anni, era poco considerato quando si parlava di donne. E mi piace tanto che Vittorio Conti (Alessandro Tersigni), al Paradiso, sostenga il lavoro femminile.
Mia madre era una sartina degli anni ’40. Un ventennio dopo, la donna non aveva così tanta considerazione nel mondo del lavoro. Ed è dunque bello poter raccontare nella soap questa dinamica lavorativa. Anche oggi, purtroppo, una donna fa più fatica ad affermarsi. Il personaggio di Flora, forse, in questa serie è stato quello più centrato dal punto di vista professionale. Anche se, nelle ultime puntate, sta quasi rinunciando al lavoro per fuggire dall’amore. Così come ha tentato di fare Stefania nella situazione venutasi a creare con Marco.
Del resto, Flora e Stefania, seppur con dei risvolti diversi, si sono messe in due situazioni a dir poco complicate…
Sì, sono entrambe in due situazioni difficilissime. È complicata soprattutto quella di Flora, perché invischiata con Umberto e Adelaide, che è un blocco impossibile da scardinare se non attraverso una volontà di scrittura. I due cognati hanno una complicità evidente, che fa sì che siano degli architravi. Esattamente come lo è Vittorio. Se non ci fosse Alessandro Tersigni, secondo me, non ci sarebbe più il Paradiso. È presente dalla prima stagione e il pubblico si aspetta di vederlo. Così come attendeva il ritorno di Adelaide quando è mancata per qualche mese.
E trovo che sia bello anche quando certi personaggi ritornano, perché li trovi nella loro dinamica di vita successiva. Non so ancora nulla, ma mi aspetto dei ritorni nella prossima serie. Ce ne sono alcuni che mi piacerebbero parecchio.
La domanda sorge spontanea. In quali ritorni spera?
Mi piacerebbe, per esempio, se tornasse il personaggio di Gabriella. A parte la bravura dell’attrice Ilaria Rossi, sarebbe interessante assistere al ritorno della stilista da Parigi con un’altra formazione. Certi personaggi hanno avuto davvero una bella evoluzione e sono sicuro che il pubblico amerebbe rivederli per vedere com’è proseguita la loro vita.
Tra questi c’è anche Nicoletta. Un’altra persona che si è spesa tanto per amore. Faceva la commessa e si è messa con un rampollo viziato che non voleva prendersi le sue responsabilità. Vedere i due tornare con la bambina, che si chiama Margherita come la madre di lui, sarebbe un altro ritorno che i telespettatori gradirebbero. E, mi permetta di dire, che secondo me i personaggi femminili sono stati costruiti davvero bene. Anche quelli maschili, ovviamente, ma i femminili ancora di più.
Ha altri progetti futuri in ballo?
Ho in progetto con un altro attore del Paradiso di rispolverare un testo che ho fatto qualche anno fa, che aveva vinto il premio di Riccione. È un testo, guarda caso, di guerra. Inoltre, mi hanno chiesto di partecipare ad altre fiction. Recentemente, ho girato la serie Circeo, basato sul famoso processo, in cui faccio uno degli avvocati della difesa.
Inizialmente, ciò mi ha messo in difficoltà perché comunque il personaggio si trovava a difendere dei mostri. Era sicuramente contrastante rispetto al maggiordomo Italo. Ma poi era talmente bello quello che mi era stato proposto ed Andrea Mollaioli, il regista, che per anni ha lavorato con Nanni Moretti, me lo ha reso facile nel farlo, anche se difficile da proporsi. Penso che la serie andrà in onda su Rai 1 in prima serata ad ottobre.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione