Lo stiamo vedendo, ogni domenica sera in prima serata, nella fiction Cuori, dove interpreta il ruolo del dottor Ferruccio Bonomo. Parliamo di Marco Bonini, attore che i nostri lettori conoscono bene perché è stato anche Ferdinando in Un Posto al Sole. Ruoli di cui abbiamo parlato con Marco, in questa intervista. Ecco che cosa ci ha raccontato.
Cuori: intervista a Marco Bonini (Ferruccio Bonomo)
Marco, benvenuto su Tv Soap. In queste settimane la stiamo vedendo nella fiction Cuori, dove interprete il ruolo dell’anestesista Ferruccio Bonomo. Che cosa pensa di questo personaggio?
Quando penso a Ferruccio Bonomo ritengo che abbia proprio tutti i tratti del suo nome, che rappresenta una sorta di diminuzione di se stesso. Ferruccio lo vedo un po’ un ferro minore, non perfetto. Come avete avuto modo di vedere, all’inizio della serie quest’uomo non aveva completamente il coraggio delle sue azioni. Tuttavia, è possibile riconoscere in lui un cuore tenero, che probabilmente dovrà risvegliare perché lo ha anestetizzato proprio come fa quotidianamente con i suoi pazienti. Chissà quindi se ci riuscirà.
L’impressione generale era quella che Ferruccio fosse un po’ il maschilista tipico degli anni ’60, epoca in cui è ambientata la fiction.
Esatto. È partito come un latin lover superficiale, anche se si intuiva, come del resto ho cercato di raccontare fin dall’inizio, che questo atteggiamento non fosse altro che una protezione al dolore. Ferruccio non vuole esporsi al dolore che si può prova se ci si espone ai sentimenti. Quando a comandare è il cuore.
Si è trovato bene sul set? Cosa pensa di questo prodotto?
Quando siamo stati sul set, Torino era zona rossa. Non era di certo un bel periodo. Nonostante questo, mi sono trovato molto bene sul set, perché si respirava davvero una bella atmosfera. Grazie al lavoro dei colleghi e delle colleghe, abbiamo prodotto una fiction di ottima qualità.
E del regista Riccardo Donna cosa mi può dire?
Riccardo Donna ha senz’altro fatto un lavoro fantastico sul cast. Tutti gli attori e le attrici sono molto bravi, pure quelli nei ruoli minori. Ovviamente, a far capo al cast ci sono Matteo Martari, Pilar Fogliati e Daniele Pecci, ossia i protagonisti, ma bisogna davvero fare un plauso a tutto il cast. Un’altra cosa che mi è piaciuta particolarmente è stata la ricostruzione dell’ospedale de Le Molinette, che è stata curata davvero nei minimi particolari.
Lasciamo un po’ da parte l’argomento Cuori. A quali altri progetti si sta dedicando in questo periodo?
Posso parlarle di due spettacoli che mi vedono impegnato attualmente. Uno è Il povero Ulisse, che sto portando in giro da questa estate, mentre l’altro – che riprenderò da gennaio, si intitola Mr Dago. Di recente, sono stato anche al Festival di Roma per la proiezione di un documentario su Gigi Proietti che ho scritto insieme a Edoardo Leo, con cui sto ancora collaborando nella scrittura di un nuovo film. Inoltre, ad aprile è prevista l’uscita de L’arte dell’Esperienza, che è un saggio sull’arte della recitazione che ho scritto io e che ha vinto il premio inedito col libro di Torino 2020.
Se le dico Un Posto al Sole, che cosa le viene in mente?
Fantastico. È una cosa che ho amato molto, dove ho interpretato il ruolo di Ferdinando. La soap mi ha dato lavoro in un momento in cui ero in difficoltà. Mi sono trovato bene sul set, con le maestranze, con il team di scrittura. Ho trovato lì tanto amore. Si sente ancora quella sensazione, anche se la soap va avanti da 25 anni, ed è davvero bellissimo. Sono stato poco ad Un Posto al Sole, nemmeno un anno, ma le sarò sempre grato.
Lavorare in una soap è diverso rispetto ad un film per il cinema o a una fiction?
Non direi. Lì c’era da fare sicuramente un lavoro più intenso. Al cinema, giornalmente, giri due minuti, mentre in televisione forse sette. Nella soap invece 25 minuti con dieci o dodici scene al giorno. Il lavoro è sempre lo stesso però, al di là della velocità con cui si gira.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione
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