La bambina che non voleva cantare è l’atteso biopic sulla cantautrice Nada, liberamente ispirato al suo romanzo autobiografico Il mio cuore umano. Un racconto nostalgico e malinconico – in onda stasera alle 21.30 su Raiuno – che ripercorre l’infanzia e gli esordi della ribelle ragazzina cresciuta a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 tra le colline livornesi, la quale sarà profondamente segnata dal rapporto ambivalente con una madre assente.
Toscana, anni Sessanta. Nada Malanima ha sette anni ed è una bambina fragile, incompresa e “quasi invisibile”, o almeno è così che si sente. Vive il mondo che la circonda con estrema sensibilità, quasi da spettatrice: non le sfugge niente, nota anche il più piccolo dettaglio, ma dentro di lei c’è un profondo vuoto da colmare: l’assenza di una madre che da sempre è preda di continui esaurimenti.
In famiglia, grazie a suor Margherita, direttrice del coro della parrocchia, si rendono conto che la bambina (a cui hanno dato il nome della zingara che a sua madre incinta aveva predetto una figlia di successo) ha una voce a dir poco meravigliosa. Nella sua ingenuità di bambina, Nada si convince che il suo canto possa in qualche modo aiutare a guarire sua madre e così inizia a prendere lezioni dal maestro Leonildo.
Crescendo, però, lei si accorge che nemmeno la sua voce può curare il “mal di vivere” di sua madre e così decide di smettere. Ma, insieme al suo amato babbo che per diletto suona il clarinetto, inizia ad esibirsi a Gabbro (il suo paese) durante i sabati sera. È in una di queste occasioni che Nada viene notata dall’impresario Franco Migliacci che – a soli 14 anni- le propone di trasferirsi a Roma per intraprendere una carriera musicale.
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Ma la nostra protagonista, che è un’esile adolescente solitaria e introversa, non vuole abbandonare il suo piccolo mondo, non sogna gloria e successo, le piace molto cantare ma dalle suore, per i suoi compagni di scuola, alle festicciole di paese. Decisivo sarà dunque l’intervento di sua madre (che per la figlia sogna un futuro glorioso), che la costringe a cogliere al volo l’occasione che le si è aperta davanti. E così, Nada accetta…
Co-prodotto da Rai Fiction e Picomedia, il film tv nel cast vede Tecla Insolia nel ruolo di Nada a 15 anni, mentre Giulietta Rebeggiani interpreta la cantante da bambina; Sergio Albelli è l’affettuoso e taciturno papà Gino, mentre Carolina Crescentini interpreta il complesso ruolo di mamma Viviana; completano il parterre artistico Nunzia Schiano (nonna Mora), Paola Minaccioni (suor Margherita), Paolo Calabresi (Maestro Leonildo), Massimo Poggio (Guido De Santis).
Attraverso l’autobiografia dell’artista, la pellicola di Costanza Quatriglio narra la storia malinconica e nostalgica di una ragazzina innocente e fragile che, suo malgrado, si rende conto fin da subito di essere protagonista di una vita che non poteva controllare. La bambina che non voleva cantare è il racconto viscerale di un’anima ribelle e inquieta predestinata a diventare un’icona della musica italiana. Per restare aggiornati sull’argomento, seguiteci su Google News andando su questa pagina e cliccando il tasto con la “stellina”.