Il Paradiso delle Signore 9, Vito Amato a Tv Soap: “Mimmo è come un bambino che sta iniziando adesso a conoscere il mondo”

Vito Amato è Mimmo Burgio a Il paradiso delle signore / Foto Ufficio Stampa
Vito Amato è Mimmo Burgio a Il paradiso delle signore / Foto Ufficio Stampa

Sta interpretando da qualche mese il ruolo del poliziotto Mimmo Burgio a Il Paradiso delle Signore. Un ruolo al quale il giovane attore campano Vito Amato è molto affezionato, soprattutto perché sostiene di stare imparando tanto da lui.

Noi di Tv Soap abbiamo avuto modo di incontrarlo per fare quattro chiacchiere con lui sul percorso all’interno della fiction daily di Rai 1. Ecco che cosa ci ha raccontato…

Il Paradiso delle Signore 9, intervista a Vito Amato (Mimmo Burgio)

Ciao Vito, benvenuto su Tv Soap. Cosa ti piace del personaggio di Mimmo? Quali sono i suoi punti di forza?

Parto col dirti che mi è piaciuto subito approcciarmi al personaggio di Mimmo, in primis perché ho saputo che avrebbe avuto una crescita. È questo è stato tangibile fin dal primo momento in cui è entrato in scena. Mimmo è apparso bigotto, con delle credenze e delle convinzioni figlie della terra da cui proveniva in quegli anni. Era quindi inevitabile che ci sarebbe dovuta essere una catarsi, che si sta vedendo proprio in questo periodo.

Mimmo ha tanto vissuto dentro. E stiamo scavando pian piano, con tanto rispetto. Secondo me ha ancora tanto da dire. Spero che le persone che ci stanno vedendo non si stiano fermando soltanto a delle frasi che, delle volte, lui dice. Perché, in fondo, sono figlie della terra e di un tempo, e segno di una sua sorta di chiusura mentale. Mimmo sta crescendo: è come un bambino che sta iniziando adesso a conoscere il mondo. Ed è questo che mi piace: la sua ingenuità.

Un’ingenuità che si percepisce anche nel rapporto che ha con Agata, no?

Sì, Agata è un personaggio che è cresciuto tanto e sta continuando ad avere la sua maturazione. È un punto di riferimento anche per Mimmo, è tra i personaggi che lo stanno aiutando a capire come va il mondo. Molte volte sembra che Agata gli faccia comprendere le cose in modo brutto, ma è senz’altro un punto di riferimento nella sua nuova vita milanese. Per prima ha fatto i conti con una città che cambia, grande e moderna come Milano. La sua storia lì è bella che avviata, per questo sta aiutando Mimmo a costruire la sua.

Come ti sei approcciato al ruolo di Mimmo? Immagino che tu abbia un po’ anche indagato su come si viveva in quegli anni a Milano. Hai scavato anche per capire le sensazioni che provava un ragazzo del sud che si trasferiva al nord?

Quando ho iniziato a leggere le prime scene di Mimmo, non mi sono sicuramente fermato a quelle che erano delle battute infelici che poteva dire all’inizio. Ho cercato di scavare a fondo, con tanto rispetto nei confronti del personaggio. Ci tengo sempre a specificare che, per quanto possa essere cattivo, nessun personaggio, in generale, nasce cattivo. C’è sempre un motivo per il quale inizia a fare determinate cose.

Lo stesso vale per Mimmo. C’è un motivo se dice determinate cose. Per questo, non l’ho mai giudicato. Mi sono approcciato a lui senza giudicarlo. È una cosa difficile. Soprattutto quando un personaggio dice che le donne devono stare a casa, che non devono uscire o avere una vita personale ed indipendente. Tuttavia, come ti dicevo, ho davvero cercato di non giudicarlo, scavando a fondo dentro di lui.

Sicuramente, ho fatto un studio su di lui. A partire dalla sue movenze, in quanto poliziotto. Mi sono documentato sulla divisa che indossa, su come bisognava portarla in maniera elegante. Partendo con tanto rispetto da queste cose qui, ho iniziato a sviluppare il personaggio e farlo mio.

Seguivi già Il Paradiso delle Signore prima del tuo arrivo? Ne avevi già sentito parlare?

Mi era capitato di vedere qualche puntata ai tempi delle prime due stagioni, quando ancora andava in onda in prima serata. In generale, a me piacciono molto i prodotti in costume, i progetti ambientati in altre epoche. Sono un grande appassionato. Quando è passato al pomeriggio, in una fascia oraria un po’ più complicata, è stato ostico continuare la visione. Comunque sia, ne ho sentito parlare tanto, ho persone a me care e vicine che lo guardano.

Adesso che ne fai parte mi sai dire perché, dal tuo punto di vista, la serie piace così tanto al pubblico? A fine primavera si girerà la decima stagione, indice del fatto che è un prodotto di successo. Non capita a tutti di arrivare a dei traguardi così importanti…

Nella personalissima indagine che ho condotto, le risposte sono andate tutte quante nella stessa direzione. Il Paradiso delle Signore è un momento per staccare dalla routine quotidiana nel primo pomeriggio, ma anche un modo per rivivere gli anni ’60 da parte di chi li ha vissuti. Un vero e proprio ritorno al passato per chi ha avuto una vita in quel tempo.

La tua esperienza sul set come è stata? Ti sei sentito accolto e trovato bene fin da subito

Assolutamente sì. È ovviamente una famiglia già rodata, a maggio gireranno la decima stagione. Con me sono stati davvero carinissimi. Ho avuto a che fare quasi con tutti, anche se in particolar modo con Filippo Scarafia e Massimo Cagnina, che interpretano Roberto Landi e Ciro Puglisi. Cito, inoltre, Emanuel Caserio, interprete di Salvatore Amato, e Silvia Bruno, il volto di Agata.

Mi hanno subito accolto affinché entrassi a fare parte della loro famiglia. In particolare, Massimo e Filippo sono stati dei mentori, dei punti di riferimento. Da un lato Massimo mi ha dato tanti consigli. Dall’altro ho potuto chiacchierare di tante cose con Filippo: dalla tecnica al come approcciarmi alle battute, passando al modo da utilizzare per rendere più veri i nostri scambi. Mi sono trovato veramente tanto bene sul set.

Come sei arrivato al Paradiso delle Signore? Hai fatto direttamente il provino per Mimmo o avevi tentato in precedenza con altri personaggi?

In realtà non avevo mai fatto provini per Il Paradiso delle Signore. Mimmo è stato il mio primo provino per questo progetto. Ed è andato bene. È stato un one shot.

Adesso che sei dentro, hai notato sicuramente quanto il Paradiso sia seguito dal pubblico anche a livello di social. Hai avuto qualche feedback su Mimmo?  Cosa ti dicono su di lui?

All’inizio della sua vita milanese, con il suo pensiero arretrato che non si sposava con quello della città lombarda, è stato un pochino soggetto a qualche critica sui social. Critica comprensibilissima perché, come ti dicevo, è figlio di quella terra e di quei tempi. Tuttavia, vedo che la gente sta cominciando a capirlo, così come l’ho capito io.

Io voglio tanto bene a Mimmo. Deve essere protetto e capito perché sta crescendo piano piano. Stiamo crescendo insieme. È la mia prima grande esperienza in una serie, il mio primo ruolo principale. Stiamo facendo questo percorso mano nella mano, aiutandoci a vicenda. Con le cose che stanno succedendo proprio ora, vedo che la gente comincia a capirlo ed apprezzarlo di più. Soprattutto perché sta maturando e sta cercando di fare di tutto per farsi vedere con occhi diversi da Agata.

Nella fiction si girano tantissime scene al giorno. È stato difficile adattarsi ai tempi strettissimi delle riprese?

Prima del Paradiso ho fatto tanto teatro, aspetto che mi ha consentito di imparare la disciplina e approcciarmi al duro lavoro, visto che lì si fanno tantissime ore di prova. Sul set arriviamo a girare anche sette o otto scene al giorno, cosa che è difficile vedere in qualsiasi altro prodotto. Dobbiamo coprire un arco di 160 episodi. C’è una mole di lavoro maggiore, perché altrimenti non riusciamo a confezionare l’intera stagione.

Non ti nascondo che, inizialmente, mi sono chiesto che cosa stesse succedendo. Dovevo capire un attimo questo meccanismo, al fine di entrarci dentro al meglio. Col senno di poi, devo dire la verità, non è stato così traumatico come pensavo perché grazie al teatro quella fatica non mi era nuova.

Dato che abbiamo parlato del teatro, volevo un po’ concentrarmi sul tuo percorso d’attore. Quando è nato in te il sacro fuoco della recitazione? C’è stato un momento in cui hai deciso di investire tutto quanto in questa professione?

Quella per l’arte è una passione innata. Mia madre ha una scuola di danza e aveva una compagnia di musical. Sono nato un pochino sulle tavole del palcoscenico. Inoltre, con mio padre andiamo sempre al cinema e a teatro insieme anche adesso. Fin da piccolo andavo con tutti e due a vedere musical al Teatro Augusto a Napoli, perché sono napoletano.

La prima esperienza su un palco è stata a cinque anni. In seguito, ho iniziato a studiare perché feci Capitan Uncino in uno spettacolo di danza di mia madre e dovevo recitare. Diciamo che lì mi è scattato qualcosa; ho sentito proprio le farfalle, quell’energia, quel fuoco. Si è proprio accesa letteralmente la scintilla che ha mandato a fuoco tutto. Mi sono veramente sentito in quel modo lì. Per tale ragione, ho iniziato a studiare a undici anni più o meno. Ho cominciato a lavorare a diciotto anni, a prendere i primi lavoretti. Dall’anno scorso ho preso qualcosa di un pochino più importante. E quindi eccomi qua!

Prima del Paradiso, ci sono state anche altre apparizioni in altre due serie di successo: Mina Settembre e Un posto al sole…

Si, in Un Posto al Sole ho avuto un ruolo per qualche puntata, mentre in Mina Settembre ho fatto una piccola apparizione. Si è trattata comunque della mia prima volta davanti alla macchina da presa in una serie così importante e la porterò sempre nel cuore.

Attualmente a quali progetti ti stai dedicando, visto che le riprese del Paradiso sono attualmente ferme?

Oltre a tanti punti interrogativi, che fanno parte del mio mestiere, sono occupato con la tournée teatrale di Cuore Puro, tratto dal libro di Roberto Saviano e con la regia di Mario Gelardi. Siamo stati in Umbria, Puglia, Sardegna,  Campania, al teatro Sannazaro, e a Milano. Si tratta di un bellissimo progetto. Gelardi è da anni che collabora con Saviano, è uno spettacolo nel quale credo tantissimo.

Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione

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