Il Paradiso delle Signore 9, Chiara Dell’Omodarme a Tv Soap: “Rita fa arrabbiare per le sue azioni, ma in tanti pensano sia buona”

Chiara Dell'Omodarme è Rita Marengo ne Il paradiso delle signore (foto Ufficio Stampa)
Chiara Dell'Omodarme è Rita Marengo ne Il paradiso delle signore (foto Ufficio Stampa)

Ha portato un alone di mistero nelle puntate de Il Paradiso delle Signore. In tanti si chiedono, infatti, che cosa nasconda Rita Marengo, il personaggio che porta in scena. Particolare del quale è consapevole l’attrice Chiara Dell’Omodarme, chiamata a calarsi nei panni della nuova Venere del grande magazzino gestito da Marcello Barbieri (Pietro Masotti) e Roberto Landi (Filippo Scarafia).

Un aspetto del quale abbiamo parlato in questa intervista con Chiara. Ecco cosa ci ha raccontato sulle pagine di Tv Soap.

Il Paradiso delle Signore 9: intervista a Chiara Dell’Omodarme (Rita Marengo)

Chiara, da qualche settimana stai portando in scena la misteriosa Rita. Cosa ti piace del personaggio? Quali sono le sue caratteristiche principali?

A me piace molto la sua delicatezza, il modo di approcciarsi alle persone. È una persona sempre gentile e delicata, è amorevole. È un personaggio che sicuramente nasce per sorprendere i telespettatori, lo farà sempre di più. Bisogna vedere che cosa succederà in futuro.

Anche io devo ancora scoprire tante cose di Rita. Speriamo nel meglio. So che i telespettatori si stanno piuttosto dividendo su di lei: c’è chi la odia, chi invece la ama.

Ricollegandomi a questo. Da ciò deduco che abbia già ricevuto dei feedback dal pubblico su Rita. Ricevi dei messaggi dal pubblico? Come pensi venga recepita?

Sì, diverse persone mi hanno già riconosciuta e fermata per strada per chiedermi delle foto. Non mancano anche alcune domande sull’evoluzione del personaggio, ma di questo non posso dire nulla ovviamente. Rita fa sicuramente arrabbiare tanto per le azioni che fa, ma al tempo stesso tante persone pensano che, in realtà, sia buona. Notano in lei uno sguardo pentito, qualcosa di nascosto che i telespettatori vogliono scoprire.

Inizialmente stava simpatica perché l’hanno vista tanto dolce e carina. E poi non hanno compreso bene da che parte stare appena ha cominciato a fare delle azioni brutte. Non sanno se odiarla fino in fondo oppure se ci siano dei motivi che la spingono a fare determinate cose. Ed è per questo che in tanti mi chiedono, parlandomi come se fossi Rita, se io sia “davvero cattiva“. E mi mangio le mani di fronte a certi quesiti, che magari mi scrivono pure sui social, perché davvero… non posso parlare!

Diciamo che il percorso di Rita, ad oggi, è stato abbastanza movimentato. Assunta alla Galleria Milano Moda è poi passata al Paradiso. Un escamotage narrativo che genera dei sospetti. Bisogna aspettare per capire cosa succederà, ma il bello della fiction è anche questo: non si scopre tutto subito…

Esatto; Rita è arrivata da pochissimo tempo. Ma ha già fatto tante cose. Quindi chissà, vedremo che altro farà.

Ho una curiosità. Conoscevi già Il Paradiso delle Signore prima del tuo arrivo? Lo seguivi?

Sì, lo conoscevo. E avevo già conosciuto la casting director e, di sfuggita, alcune attrici. Già un po’ lo guardavo, anche se la vera fan era soprattutto mio madre.

Quindi ti sei sicuramente fatta un’idea del perché la fiction piace così tanto al pubblico?

Certo. Trattandosi di un daily, ambientato giorno dopo giorno, fa sì che le persone facilmente si identifichino. Il pubblico vede dei personaggi che si svegliano, che vanno a lavorare, che affrontano insomma una giornata normalissima come tutti noi. Inoltre, il Paradiso appassiona le persone un po’ più grandi perché racconta e ricorda la vita degli anni ’60. Spesso parlo di questo con mia nonna, che ha vissuto quel periodo al 100%.

Ed è proprio lei che si appassiona costantemente alla soap perché rivede il modo di fare, di comportarsi e di vivere la giornata che corrisponde esattamente a ciò che accadeva in quegli anni. L’ambientazione storica, portata sullo schermo alla perfezione, fa sì che le persone si innamorino de Il Paradiso delle Signore.

Anche tu hai dunque cercato di immaginare, prima di portarla in scena, come sarebbe stata Rita all’interno di quell’epoca? Hai fatto un lavoro in tal senso?

Ovvio, come dicevo ne ho parlato tanto con mia nonna. E ho cercato di costruire Rita anche in base ai suoi ricordi. E ho anche portato me in quegli anni lì, che personalmente amo. Mi piacciono un sacco. E ho fatto un lavoro sul modo di atteggiarsi, di muovere le mani e la bocca. Non a caso, l’impostazione del corpo di Rita è totalmente diversa da ciò che sono io nella vita di tutti i giorni.

Per quanto possibile, ho cercato di fare una ricerca in tal senso. In primis perché il mondo del Paradiso è totalmente diverso da quello attuale nel quale viviamo. Non parliamo di 200 o 300 anni fa ma, comunque, sono cambiate lo stesso tantissime cose in poco tempo. E ho trovato essenziale fare una ricerca, basata come ti dicevo anche sui ricordi di chi gli anni ’60 li ha vissuti.

Ti sei sentita accolta fin da subito sul set? C’è qualcuno con cui hai legato di più?

Certo. È un set talmente surreale che non ci credi quando ci arrivi. Sembrano tutti usciti da una serie, sono una grande famiglia felice. Inizialmente ti viene da pensare che non sia possibile che tutti siano così amichevoli e felici. Invece, il set del Paradiso è esattamente così.

Quando sono arrivata, mi sono trovata all’interno di una famiglia dove tutti, oltre ad essere sorridenti, si aiutano l’un l’altro e sono disponibili. È stato davvero bellissimo. Mi sono trovata bene sia col cast che con tutta la troupe. Andare lì per me era proprio una gioia. E ho legato soprattutto con le Veneri, con le quali ho girato di più. Mi sono interfacciata con loro, che sono anche mie coetanee.

Hai partecipato ai casting direttamente per il personaggio di Rita oppure avevi già tentato per altri ruoli?

Diversi anni fa ho conosciuto la casting director, che, durante un’incontro, mi aveva fatto presente che, dal suo punto di vista, fossi destinata a fare Il Paradiso delle Signore. Da lì è cominciata una lunga serie di selftape, per diversi personaggi che al momento neanche ricordo tutti. Mi vengono in mente, ad esempio, quelli di Odile e Rosa.

Per quanto riguarda Rita, ho fatto anche un provino in presenza che personalmente non mi è piaciuto. Pensavo che non mi avrebbero mai affidato il ruolo. Nel mio mestiere ci sono dei provini dai quali esci felicissima e ritieni che sia andato tutto in modo meraviglioso ed altri che proprio non ti convincono. E nel caso di Rita ho confessato al mio agente che, insomma, ritenevo non fosse andato “tanto bene“. E invece miracolosamente, almeno per me, si è concluso tutto per il meglio.

È stato difficile adattarsi alla mole di lavoro, visto che girate tantissime scene al giorno?

Sì, ci sono state anche delle settimane in cui ho girato per cinque giorni dalla mattina alla sera. Inizialmente, ti senti completamente sballottato. Giriamo tantissime scene, spesso con una pausa di soli cinque/dieci minuti l’una dall’altra. È tutto un vai e vieni. I primi giorni non capivo niente. E adesso, quando capita di riguardarmi in tv, non mi ricordo nemmeno certe scene.

Questo perché mi si accumulavano una quantità di pensieri, di informazioni, tra le varie scene che alla fine non ci capivo più nulla. I primi giorni di set davvero ti stravolgono. Arrivi a casa che ti chiedi: “Ne uscirò viva?“. E lì è stato fondamentale il supporto dei vari colleghi, che non è mai mancato.

Parlando un po’ di te, Chiara, quando hai deciso di fare l’attrice?

È nato tutto un po’ in maniera casuale. Ho fatto tanti anni di danza classica. Ad un certo punto mi sono dovuta fermare. È stato allora che una mia amica mi ha chiesto se mi andasse di fare un corso di recitazione, che durava un weekend, a Piombino. Avevo circa 16 anni. Quel fine settimana lì ho scoperto che cosa fosse la recitazione. Fino ad allora non avevo mai pensato che potesse trasformarsi nel mio lavoro.

Ricordo che il primo giorno ho fatto un’improvvisazione con un ragazzo più grande di me. Aveva 35 anni, mentre io 15, al massimo 16. Quando ho terminato, le persone intorno a me piangevano. Ho capito che le persone avevano sentito le stesse cose che avevo provato io. Una sensazione che mi ha fatto capire che volevo fare quello nella vita. E da lì ho cominciato. Mi sono messa a studiare, nel tempo libero che avevo dalla scuola. E ho portato avanti questa passione.

Una passione che hai portato avanti anche con l’appoggio della tua famiglia?

Assolutamente. Spesso si sente parlare del mancato appoggio dei familiari quando si scelgono determinate professioni artistiche. I miei genitori invece mi hanno sempre sostenuto. A volte mi hanno spinto a farlo anche quando io temevo non fosse la cosa giusta.

Non a caso, mi sono anche iscritta all’Università quando ho pensato che la recitazione non fosse il mio futuro. E lì i miei genitori mi hanno spronato comunque a non abbandonare la strada artistica, ad arrivare dove sono adesso. E chi lo sa… magari anche più in là in futuro!

Al di là della recitazione, che è per te un vero e proprio amore, c’è qualche altra passione alla quale ti dedichi nel tempo libero?

Quando sto a casa dei miei genitori a La Spezia, amo suonare il pianoforte. È una cosa che, a Roma, non posso fare. La faccio a livello personale perché, in realtà, non ho nessuna base a livello di studi, se non leggere le note. Mi metto dentro una canzone per conto mio, non a livello professionale. Inoltre, amo andare al cinema e a teatro da sola. Faccio poi l’uncinetto in continuazione, cose manuali in generale.

Attualmente le riprese della nona stagione del Paradiso sono terminate. Stai portando avanti qualche altro progetto?

Al momento no, sono tornata dalla mia famiglia e sto continuando a fare dei selftape. Non ci sono progetti, ma un paio di provini aperti. Sto aspettando delle risposte. E mi godo un po’ di meritato riposo!

Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione