Questa sera, giovedì 14 marzo, su Rai 1 va in onda “Folle d’amore: Alda Merini”, un film-tv dedicato a una delle figure più influenti della letteratura italiana del Novecento, scomparsa nel 2009. A quindici anni dalla sua morte, verrà narrata la sua vita, con tutte le sue sfide e la sua tenacia nel superare le avversità. La poetessa sarà interpretata da tre diverse attrici nelle varie fasi della sua esistenza: Sofia d’Elia nel periodo dell’adolescenza, Rosa Diletta Rossi nella giovinezza e Laura Morante nell’età adulta.
Nel cuore di Milano, lungo i Navigli, in Ripa di Porta Ticinese, si erge un appartamento con la porta costantemente socchiusa. Vi si accingono intellettuali, cantanti, giornalisti, oltre a semplici curiosi, tutti attratti da lei, Alda (Laura Morante): settantenne, con le unghie laccate e una sigaretta perenne tra le dita, avvolta da un caos che sembra essere il suo ambiente naturale. Ma cosa la distingue così profondamente?
La sua arte poetica, naturalmente, ma anche la sua esistenza senza compromessi, che, con una mistura di ironia e arguzia, Alda stessa condivide con un giovane intellettuale di nome Arnoldo (Federico Cesari). Un tuffo nel passato ci porta al secondo dopoguerra: Alda, allora un’adolescente di straordinaria sensibilità e dotata del talento per la poesia, affronta l’incomprensione della madre Emilia (Francesca Beggio), una donna severa, e l’incoraggiamento insufficiente del padre.
Il sogno di Alda di proseguire gli studi viene infranto quando le viene negato l’accesso al liceo classico, un’esperienza umiliante che trasforma la sua passione per la poesia in un’ossessione. È grazie a una sua ex insegnante che Alda riceve un’opportunità unica: le sue poesie vengono presentate al critico Giacinto Spagnoletti (Ludovico Succio), che ne rimane impressionato e la invita nel suo circolo letterario.
Le poesie di Alda vengono lette e accolte con favore, e ben presto vengono pubblicate: il suo talento straordinario e precoce la rende una vera enfant prodige. In questo ambiente letterario, Alda trova anche il suo primo amore, lo scrittore Giorgio Manganelli (Alessandro Fella). Pur essendo più grande di dieci anni e già sposato, Alda non si lascia fermare dall’ostacolo: lo ama con una passione totale e travolgente, che diventerà il marchio indelebile del suo modo di amare.
Dopo che Giorgio l’abbandona, Alda si trova nel baratro della disperazione, ma come sempre nella vita riesce a rialzarsi. Incontra un altro uomo, completamente diverso da lei per interessi e mentalità, ma che diventa suo marito: Ettore Carniti (Luca Cesa). Alda cerca di conformarsi al ruolo di moglie e madre tradizionale, ma la sua vera natura si ribella. I litigi con Ettore sono frequenti e si aggiunge il declino dell’interesse del mondo letterario nei suoi confronti, con nessuno disposto a pubblicare le sue nuove raccolte di poesie.
Lentamente sprofonda nella psicosi fino al giorno in cui, dopo una grave crisi nervosa, il marito la fa ricoverare. Ciò che non sa è che Alda, tra un ricovero e l’altro, rimarrà in manicomio per dieci lunghi anni. È un periodo di oscurità, sofferenza, trattamenti pesanti e isolamento dal mondo. Sarà il rapporto con il dottor Enzo Gabrici (Giorgio Marchesi), lo psichiatra che la cura, a salvarla. È lui che la spinge a riprendere la sua attività poetica dopo anni di silenzio, donandole addirittura una macchina da scrivere.
Attraverso le parole che bruciano il peso della vita, Alda riesce a trasformare il dolore e la malattia, a superarli. Rimasta vedova, si unisce al poeta Michele Pierri (Mariano Rigillo), molto più anziano di lei, e si trasferisce con lui a Taranto. Ma la felicità è breve, perché Michele muore poco dopo. Tornata a Milano, Alda non si arrende e si afferma come una delle figure di spicco nella vita culturale italiana.
Nel cast, diretto da Roberto Faenza, oltre a Rosa Diletta Rossi, Laura Morante e Sofia d’Elia nei ruoli della protagonista in diverse fasi della vita, troviamo anche Giorgio Marchesi nel ruolo del Dottor Enzo Gabrici, il medico che cura Alda; Federico Cesari nel ruolo di Arnoldo Mosca Mondadori, amico di Alda; Mariano Rigillo nel ruolo di Michele Pierri, poeta e secondo marito di Alda; Luca Cesa nel ruolo di Ettore Carniti, primo marito di Alda; Alessandro Fella nel ruolo di Giorgio Manganelli, primo amore di Alda; Francesca Beggio nel ruolo di Emilia Painelli Merini, madre di Alda; Ludovico Succio nel ruolo di Giacinto Spagnoletti, critico letterario.
La sceneggiatura è stata curata dallo stesso regista Roberto Faenza insieme a Lea Tafuri, con il contributo di Arnoldo Mosca Mondadori, Ambrogio Borsani e del Prof. Paolo Milone. Il film-tv è prodotto da Jean Vigo Italia in collaborazione con Rai Fiction e realizzato con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte.