I fan di Un Posto al Sole si appassionano ormai da tanti anni alle vicende di Serena Cirillo, che però è anche Giorgia ne I Bastardi di Pizzofalcone. Due ruoli importanti per Miriam Candurro, che è stata a novembre tra i giurati del Galà del Cinema e della Fiction in Campania.
È proprio lì che l’abbiamo incontrata per farle alcune domande, ecco che cosa ci ha raccontato.
Un Posto al Sole, intervista a Miriam Candurro (Serena Cirillo)
In Un Posto al Sole, interpreti Serena da tantissimi anni, da circa dodici stagioni. Che bilancio fai del personaggio? E, soprattutto, che rapporto hai con Michelangelo Tommaso, interprete di Filippo, e con Gina Amarante, che interpreta le gemelle Manuela e Micaela, le tue “sorelle” nella fiction?
Un posto al sole sarà sempre la mia famiglia e la mia casa; questa è una cosa che vorrei veramente tenere per sempre. È un rapporto che, indipendentemente da tutti i progetti che vado a fare fuori, vorrei continuare. Una casa che si è animata con una nuova new entry meravigliosa che è Gina Amarante, una donna straordinaria a livello umano, emotivo.
Gina è generosissima, l’avevo conosciuta su un altro lavoro e quando ho saputo che era stata scelta lei sono stata veramente felicissima; è una ragazza che rende speciale le scene che abbiamo.
Per quanto riguarda Michelangelo, è il mio pilastro in UPAS. È la persona senza la quale Serena non sarebbe la stessa, così come Miriam. Professionalmente e umanamente, la convivenza di dodici anni con Michelangelo ha cambiato Serena e Miriam. Sono e sarò sempre grata a lui per il percorso che abbiamo fatto e facciamo insieme. Abbiamo poi tantissima professionalità nell’affrontare le scene insieme. Cosa che non è scontata.
Oltre a Un Posto al Sole, sei nel cast de I Bastardi di Pizzofalcone, dove interpreti Giorgia, la moglie di Francesco (interpretato da Gennaro Silvestro). Com’è andata questa quarta stagione?
Parto da Gennaro Silvestro. In questa stagione è riuscito davvero a dimostrare la profondità del suo personaggio e della sua recitazione, avendo la capacità e la sensibilità di creare i presupposti per un cambio, per una crescita del suo personaggio. È stato bravissimo e lavorare con lui mi ha arricchito tantissimo.
Devo dire che ancora adesso guardare la scena finale della storia tra Giorgia e Francesco, in onda, mi commuove. Mi commuove l’interpretazione che Gennaro ha dato di un uomo che sente il peso di una seconda possibilità, di una grande e meravigliosa possibilità. I Bastardi di Pizzofalcone quest’anno ha avuto un successo straordinario. Sono contenta quando un prodotto come quello riesce a farsi apprezzare dal pubblico, perché non sempre la qualità viene premiata dallo share. Poi sono contenta perché Napoli viene raccontata in un modo diverso, in un’altra luce e lente.
Cosa porti di più nel cuore di questa fiction?
Sicuramente l’inizio. Prima ancora di cominciare la “scena prima” di Giorgia e Francesco, io e Gennaro ci siamo incontrati in produzione; abbiamo fatto un pomeriggio di racconto, dove ci siamo raccontati chi erano Giorgia e Francesco, ossia cosa era successo loro prima della scena iniziale che avrebbero vissuto. Per dare una credibilità e un corpo a questa coppia. Abbiamo creato la loro love story e questa cosa non ci ha lasciato mai. Per quattro stagioni, abbiamo sempre tenuto presente il nostro passato, che non conosce nessuno se non noi ma ci sta.
Hai scritto due libri, Vorrei che fosse già domani e La Settima Stanza. Ti piace tanto scrivere. Come riempie le tue giornate questa passione?
Il secondo progetto in assoluto, ossia La Settima Stanza, è stato molto importante per me: era davvero la mia opera prima perché ero da sola, mentre precedentemente avevo avuto al mio fianco Massimo Cacciapuoti. È un grande racconto, che parla di violenza sulle donne, che avevo in mente già da un po’ di tempo.
Per ora, riguardo un nuovo romanzo, sto raccogliendo delle idee e, nel caso, sarà lui a chiamarmi. Questa è la mia filosofia. E attualmente sono concentrata su Edone Magazine, lanciato tra fine novembre e inizio dicembre, che è un mensile cartaceo senza pubblicità che ha nomi importanti come Maurizio De Giovanni, Massimo De Cataldo, Carlo Cracco. Nomi della scrittura e della letteratura, ma anche della società e cultura.
Chi è Miriam fuori dal set? Quali aggettivi useresti per descriverti?
È un periodo molto bello anche a livello familiare. I miei figli sono cresciuti e stanno crescendo. Io e mio marito abbiamo un rapporto bello con i nostri figli, che sono curiosi e intelligenti. È bello rispondere alle loro domande profonde sulla vita, sul senso della storia. Questo ci fa pensare che abbiamo intrapreso un percorso bello con loro. Tre aggettivi? Sicuramente sono multitasking, sono sempre in viaggio, e più matura e riflessiva rispetto all’anno scorso.
Se dovessi fare un bilancio, confrontando il 2023 con il 2022, mi sento più calma, riflessiva e selettiva. Non nel senso di snob; seleziono perché so che il mio tempo comincia a diventare prezioso e cerco di investirlo in quello che sicuramente fa meglio a me, alla mia famiglia e al mio lavoro.
Di recente, sei stata giurata nel Galà del Cinema e della Fiction di Campania…
Sì, quest’anno ho avuto modo di ricoprire un ruolo davvero importante. Un compito difficile perché la qualità dei prodotti era davvero molto alta. Devo dire che ci sono state delle eccellenze. Essere giurata in un galà che è molto legato alla mia terra mi rende fortemente onorata, perché io sono cresciuta con lui. Ricordo ancora la prima edizione del galà. Io ero una giovane attrice, quindici anni fa, e il galà muoveva i primissimi passi.
Vederci ancora insieme in un ruolo ancora più importante mi emoziona. Ha dato importanza ad un territorio che, quindici anni fa, non aveva la centralità che ha oggi. Sono stata, tra l’altro, premiata come miglior attrice di commedia per un film di Edoardo De Angelis, Vieni a vivere a Napoli.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione. Seguici su Instagram.