È nel cast de Il Paradiso delle Signore fin da quando andava in onda in prima serata e col tempo ne è diventato il protagonista assoluto, il fulcro su cui si districa ogni vicenda della fiction daily di Rai 1. Parliamo dell’amatissimo direttore Vittorio Conti, interpretato da Alessandro Tersigni.
Un personaggio, quello di Vittorio, che anche in questa stagione da poco iniziata sarà pienamente concentrato sul lavoro, ma che continuerà a gravitare anche attorno a Matilde Frigerio in Sant’Erasmo (Chiara Baschetti). Tutti aspetti di cui abbiamo parlato con Alessandro Tersigni, che abbiamo incontrato di recente sul set del Paradiso. Ecco che cosa ci ha raccontato.
Il Paradiso delle Signore 8: intervista ad Alessandro Tersigni (Vittorio Conti)
Ciao Alessandro, benvenuto su Tv Soap. Partiamo subito dalla trama principale dell’ottava stagione. Di fronte a Il Paradiso delle Signore quest’anno c’è la Galleria Milano Moda. Che tipo di pericolo rappresenterà per il grande magazzino gestito da Vittorio? Come si muoverà il tuo personaggio per fronteggiare la concorrenza?
Vittorio risponde alla concorrenza reinserendo la linea uomo. Cosa che la Galleria Milano Moda non ha, motivo per cui il Paradiso si differenzierà in questo. Ovviamente, con l’apertura da parte degli avversari Umberto Guarnieri (Roberto Farnesi) e Tancredi di Sant’Erasmo (Flavio Parenti), Vittorio ha perso anche la stilista Flora Gentile (Lucrezia Massari), motivo per cui tutto il carico è caduto su Maria Puglisi (Chiara Russo), che da sola non ce l’avrebbe mai fatta.
Di conseguenza, Conti ha pensato di rivolgersi a Gian Lorenzo Botteri (Luca Ferrante), uno stilista e nuovo personaggio che, inizialmente, sarà molto sicuro di sé. Caratteristica che a Vittorio piacerà. Posso dire che in seguito, sempre parlando di Gian Lorenzo, sorgeranno delle situazioni particolari che porteranno Vittorio a riporre tanta fiducia su di lui.
In linea di massima, Vittorio partirà con l’idea di fare meglio della Galleria Milano Moda; cercherà di creare degli eventi, qualcosa che possa impressionare. Anche se non ci riuscirà, perché la Galleria Milano Moda farà degli abiti molto moderni, di alta moda. Non roba confezionata, come il Paradiso. Tuttavia, col trascorrere degli episodi, Vittorio capirà che è importante mantenere l’impronta storica della sua azienda, per continuare ad agganciare le clienti affezionate. Perché, in fondo, la vittoria vera de Il Paradiso delle Signore è quella: seguire la propria la coerenza.
Sicuramente Tancredi e Umberto si fanno anche meno scrupoli rispetto a Vittorio…
Sì, hanno meno scrupoli, mentre Vittorio e tutto lo staff del Paradiso sono affezionati ai loro clienti. Per questo cercheranno di riportarli da loro strappandoli dalla Galleria Milano Modo.
C’è qualche personaggio, tra quelli che sono usciti, che ti piacerebbe tornasse?
Il fatto che sia tornato Roberto Landi, il mio collega e amico Filippo Scarafia, è stata una gioia immensa. I ricordi del lavoro che abbiamo fatto nel serale erano proprio di amicizia. E quando è tornato abbiamo ritrovato quell’alchimia che avevamo nel serale. Ci guardiamo negli occhi e ci capiamo immediatamente.
A quale storyline di Vittorio ti senti maggiormente affezionato?
La storyline che rimane nel cuore di Vittorio Conti non può essere che quella con Teresa Iorio (Giusy Buscemi), che appartiene all’inizio della serie. E poi, ovviamente, c’è anche la cara Marta Guarnieri (Gloria Radulescu), che ha fatto parte ed è ancora presente, per lo meno, nella testa di Vittorio.
E di Matilde, invece, cosa mi dici? Vittorio l’ha dimenticata?
Credo proprio di no. Inizialmente Vittorio e Matilde saranno amici, cercheranno di aiutarsi a vicenda. Si daranno dei consigli tra di loro e questo avvicinamento creerà delle piccole scintille che porteranno chissà dove, visto che le sceneggiature devono essere ancora scritte. Vittorio, per ciò che concerne l’amore, non ha nulla da perdere. È Matilde che è ancora sposata e deve capire che cosa vuole realmente.
Com’è cambiata, dal tuo punto di vista, la soap nel corso degli anni?
I cambiamenti ci sono stati in tutti gli anni. La cosa più importante è senz’altro quella di mantenere una linea ferma e coerente. La maniera di raccontare le cose deve avvenire sempre in maniera vera e con professionalità. Certo, in otto anni è difficile. Ogni tanto, essendo una lunga serialità, il racconto dev’essere un po’ ricordato.
Noi cerchiamo di limitare questo aspetto. Abbiamo cercato di smussare questa cosa qui. Così se uno perde una puntata se la rivede su RaiPlay, in modo tale da unire poi tutti i pezzi. Tra l’altro, siamo venduti in 70 paesi del mondo, compresa la Spagna, che quest’anno ha comprato la soap.
Cosa ha determinato il grande successo de Il Paradiso delle Signore?
Sicuramente gli anni ’60. Tra moda, macchine e boom economico l’Italia viveva un periodo veramente felice. C’era inoltre come tematica forte l’emancipazione delle donne. Inoltre, con Roberto Landi, è ritornato al centro anche il tema dell’omosessualità. E la trattiamo come se fosse una cosa normale, contrariamente all’epoca dove veniva osteggiata in maniera molto forte.
Noi attori ci mettiamo davvero anima e corpo;: siamo amici, ci frequentiamo al di fuori. Questo aspetto si vede, la gente lo percepisce. Ed è una cosa davvero molto importante. Ci piace davvero quello che facciamo.
Che tipo di rapporto hai con i tuoi fan?
Bellissimo. Noi del Paradiso abbiamo diversi gruppi che ci seguono. Ci sono anche molti giovani che ci seguono, forse inizialmente costretti dalle nonne, ma che poi si sono affezionati. E questa è la nostra grande vittoria.
Non ho mai chiamato soap il Paradiso perché penso che noi giriamo, con gli stessi tempi, una fiction. Ed è una cosa paradossale perché lavoriamo tanto e siamo ancora vivi.
Sei anche nella seconda stagione di Cuori…
Diciamo che ho avuto la possibilità di ritornare in punta di piedi in prima serata, grazie a Gianandrea Pecorelli. È un’occasione che ho deciso di abbracciare. Mi hanno dato un personaggio, Marcello Girallo, davvero molto divertente da interpretare.
Si tratta di un ispettore di polizia, che indaga sulla morte sospetta di un medico dell’ospedale e, ovviamente, entrerà a far parte di un triangolo amoroso che si svilupperà all’interno della serie. Marcello avrà parecchio a che fare col personaggio interpretato da Pilar Fogliati.
Un’altra fiction in costume…
Sì, Il Paradiso delle Signore è ambientato nel 1964, mentre Cuori nel 1968. A livello di vestiario non è poi cambiato tanto; resta comunque il fatto di poter ritornare in prima serata, con i tempi scenici diversi. Ed è stato veramente bello avere la possibilità di costruire Marcello insieme al regista. Cosa che al Paradiso, dove abbiamo più fretta, non è sempre possibile. Anche se ormai Vittorio Conti va da quasi da solo, dato che lo conosco bene.
È poi interessante poter interagire con nuovi colleghi, direttori della fotografia, registi, operatori. Tutti ti insegnano e ti danno delle cose diverse. Ho respirato una boccata d’aria fresca. Cosa che accade anche al Paradiso, dove è come stare in famiglia.
A Vittorio sono successe tante cose. Che cosa gli augureresti che ancora non gli è accaduto?
Ho sempre augurato a Vittorio, dopo essersi innamorato, di formare una famiglia tutta sua. Questa cosa non è mai successa veramente. E forse, col tempo, ho capito che Vittorio non è così. È sicuramente innamorato di questo pensiero, di questo sogno, ma in otto anni credo che questa ipotesi gli sia stretta. Anche perché se Vittorio si sposasse, avesse dei figli e via dicendo, forse sarebbe un po’ noioso. Ormai, analizzando a fondo il personaggio, ritengo che Vittorio sia innamorato dell’idea dell’amore stesso.
Vittorio non è papà, mentre tu sì. Come va?
Esatto, i figli li ho veramente, perché darmeli anche nel film? Bastano quelli! Scherzi a parte, sono molto contento di essere papà. Quando non giro il Paradiso, la mia vita familiare è molto viva. Se sono sul set, invece, torno a casa alle sette di sera e ai piccolini ci pensa mia moglie.
Confesso una cosa: inizialmente mi sono affacciato al mestiere dell’attore perché volevo lasciare un segno; volevo essere in qualche modo ricordato. Quando sono arrivati i miei figli ho cambiato proprio prospettiva. Perché ho capito che il ricordo che lasci ad un figlio è indelebile, qualsiasi esso sia. Per me Filippo e Zoe sono la massima espressione della vita.
Hai un desiderio per il futuro? Un sogno o un ruolo ancora da realizzare?
Io sono molto fatalista. Vivo la mia vita anno dopo anno. Per me la cosa più importante è continuare a fare l’attore, indipendentemente dal cinema o dalla televisione. Sicuramente c’è una cosa che rimpiango, ossia quella di non poter fare il ragazzo a scuola. Ormai è passata l’età, ma mi sarebbe piaciuto fare qualcosa tipo Notte Prima degli Esami o I Ragazzi della 3ªC.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione – Seguici su Instagram.