Il personaggio che interpreta in Un Posto al Sole ha di recente portato molto scompiglio nella fragile coppia formata da Alberto Palladini (Maurizio Aiello) e Clara Curcio (Imma Pirone). Parliamo dell’architetto Diana Della Valle, interpretato da Sara Zanier, attrice nota nel mondo della serialità e della fiction che i nostri lettori conoscono molto bene anche per i ruoli di Serena Bassani in CentoVetrine e della “pazza” Isabella ne Le Tre Rose di Eva.
Un’esperienza, quella nella soap partenopea in onda su Rai 3, di cui la Zanier è estremamente soddisfatta e della quale ci ha parlato in questa intervista.
Un Posto al Sole: intervista a Sara Zanier (Diana Della Valle)
Ciao Sara, i telespettatori stanno pian piano conoscendo Diana, il personaggio che interpreti in Un Posto al Sole. Che cosa ti piace di lei?
La cosa che mi è piaciuta più di tutte, quando me l’hanno descritta, è che Diana è una donna molto determinata. Sa tenere testa a chiunque e non è una che si fa soggiogare dall’amore. Questo mi ha affascinato un po’. È indipendente, anche dagli uomini.
Un aspetto di lei che si è già intravisto. Non a caso ha già creato parecchio scompiglio…
Direi di sì, abbastanza. In questo aspetto, Diana può apparire fredda. Ma vediamo cosa succederà nel corso della storia di questo personaggio…
Non so se seguivi in precedenza la soap, ma sicuramente Alberto e Clara non avevano di certo bisogno di lei per non andare d’accordo…
Esatto, è quello che hanno detto pure a me. Alberto è sempre stato un po’ frivolo ed è uno che, comunque, avrebbe voluto una della sua estrazione sociale, mentre Clara non lo è perché era la sua cameriera. Diciamo che, probabilmente, questa cosa era già nata male in partenza!
A parer mio, Alberto sta con Clara perché c’è il piccolo Federico di mezzo, ma sentimenti in ballo non ce ne sono…
Esatto; Diana, probabilmente, è stata un pretesto per mandare all’aria tutto.
Il tuo partner maggiore di scena è sicuramente Maurizio Aiello, lo conoscevi già?
No, non lo conoscevo. Per questo, mi chiedevo come fosse. In fondo, quando arrivi su un set, speri sempre che il tuo compagno sia una persona con cui andrai d’accordo e ti ci trovi. Devo dire che Maurizio è molto carino, da vero napoletano è simpatico e mi ci trovo bene. Abbiamo fin da subito instaurato una buona sintonia sul set.
Anche perché la seconda scena che abbiamo girato il primo giorno era quella “famosa” dell’ufficio, dove Alberto e Diana si baciavano e andavano oltre. E devo dire che, fortunatamente, ci siamo trovati bene. Abbiamo cercato di metterci a nostro agio a vicenda perché, comunque sia, è difficile girare delle scene di baci quando c’è stato poco tempo di socializzazione.
E con gli altri colleghi come ti stai trovando?
Come hai già detto, giro principalmente con Maurizio. Ho girato anche con Luca Turco (Niko) e Imma Pirone. Ora vediamo perché le prossime vicende di Diana sono in fase di scrittura. Diana si vedrà ancora nei prossimi mesi.
Ritorni al mondo delle soap a qualche anno di distanza da CentoVetrine. Immagino che per te sia stato un piacere ritrovare il contatto quotidiano con il pubblico da casa…
Il pubblico della soap, che è quotidiano, è quello che ti dà maggior soddisfazione. Sono i più appassionati e le persone più intense quando ti fermano. Una delle prime cose che ho fatto, appunto, è stata CentoVetrine e la gente, dopo dieci anni che ho smesso, ancora si ricorda di Serena Bassani, nonostante io sia stata lì per soli quattro anni con un personaggio che, di fatto, non era storico. Questo pubblico così caloroso mi fa capire che quel ruolo è stato davvero capace di appassionare.
È vero: a CentoVetrine non sei stata per moltissimo tempo. Tuttavia, Serena è piaciuta così tanto anche per la storia che aveva. Che ricordi hai legati a quel periodo?
A distanza di tempo, se ci ripenso, posso dire che Serena è stata davvero un bel personaggio e ciò per via di tutto il percorso che ha fatto: era una semplice ragazza, che veniva dalla montagna, ed era pura. Penso che la gente abbia bisogno di vedere sullo schermo queste cose. Serena era molto trasparente.
I ricordi di CentoVetrine sono bellissimi. Ogni tanto ne riparlo coi colleghi. Ho avuto modo di recente di sentire il mio collega e amico Jgor Barbazza, che interpretava Damiano. Siamo stati al telefono a ricordare quanto erano belli quei tempi, di cui magari non ci rendevamo nemmeno conto. Eravamo più giovani, davamo tutto per scontato perché avevamo tante cose da fare.
È stato un periodo molto bello. Sia perché ero più giovane, sia perché lavoravo tanto e la mia testa era occupata in quella cosa. E poi perché c’era veramente un clima bello a CentoVetrine. Si stava davvero bene.
Ritorniamo a Un Posto al Sole; come ci sei arrivata? Immagino tu abbia fatto un provino…
Sì, assolutamente. Ho fatto prima un self-tape, come si usa fare adesso come prima scrematura, e in seguito mi hanno voluto vedere di persona. Ho fatto un call-back lì agli studi e, dopo una settimana, è andata. Mi hanno ricontattata e mi sono detta: “Chissà, proviamo, vediamo, facciamo“…
D’altronde ogni personaggio è un’incognita, no? Non sai mai in che maniera il pubblico lo accoglierà…
Esatto, soprattutto in un progetto così. Un Posto al Sole è una lunga serialità, va avanti da anni e tutto il pubblico e affezionato ai vari personaggi. Nel mio caso, sapevo che Diana andava subito a scombussolare un equilibrio, per cui ho pensato: “Mamma mia, vedremo come andrà“.
Facendo un parallelismo su quello che abbiamo detto poco fa, Diana è agli antipodi di Serena…
Esattamente.
Che feedback stai avendo dal pubblico su Diana?
Anche se Diana non è ancora apparsa molto, perché ci sono state soltanto alcune scene (per giunta non quotidiane), ho un riscontro da parte del pubblico che non pensavo. Mi sto accorgendo che moltissima gente vede Un Posto al Sole, anche al nord. Sto scoprendo che è un prodotto che vedono in tantissimi. Maurizio Aiello mi ha detto, ad esempio, che in Valle d’Aosta e in Trentino è seguito più che in Campania.
Insomma, non significa niente che la soap sia “filo campana”. Io invece pensavo che, per via della regione d’appartenenza, avesse un pubblico prevalentemente campano. Invece, assolutamente no. E mi fa piacere: vedo che la gente mi ferma e, nonostante il personaggio, mi riconosce e mi fa i complimenti.
Se il pubblico mostra affetto, nonostante un personaggio negativo, significa che stai facendo bene il tuo lavoro.
Eh, speriamo. Questo mi rincuora, ne sono felice. Speriamo sia così!
Ti sei chiesta perché Un Posto al Sole piace così tanto al pubblico?
In primis perché parla delle tradizioni e delle abitudini italiane, ma anche dei vizi. La gente si rivede nelle storie che vengono raccontate. Mi viene in mente la puntata ambientata a Pasqua, che tutti gli italiani hanno festeggiato. Non è come quando vedi Beautiful, dove fanno il Ringraziamento o delle cose particolari che non ci rispecchiano. Ti puoi affezionare alle storie, ma sono comunque dinamiche molto lontane da noi.
Sicuramente raccontare la cultura e le tradizioni italiane all’interno delle varie storie fa molto per la soap. Inoltre, devo fare i complimenti agli autori perché tutte le storie hanno veramente una creatività immensa. Non è facile inventare continuamente delle svolte, soprattutto per personaggi che sono lì da anni.
Non ho sempre avuto modo di seguire la soap, ma so che sono stati raccontati anche degli omicidi, delle violenze. Include anche lati tragici della vita reale, che purtroppo accadono. Non è, insomma, finzione.
Il pubblico ti ha conosciuto, inizialmente, come ballerina. Alla recitazione ci sei arrivata tramite un “percorso di vita” che ti ci ha portato oppure era un sogno che avevi fin da bambina?
In realtà non è che nasco ballerina. Danza è quello che facevo quand’ero più piccola, l’ho portata avanti per tanti anni. Quando mi è capitata l’occasione, sono stata quindi nel corpo di ballo di alcuni programmi, anche se già facevo delle cose televisive. Diciamo che non avevo un’idea precisa di che cosa volessi fare.
Dicevo: “Va beh, finché studio, mi mantengo autonoma facendo questi lavori“. Tanto è vero che mi ero iscritta anche a Scienze Infermieristiche. Alla fine, tra una serie di cose, ho cominciato a lavorare seriamente nello spettacolo, ma non pensavo inizialmente che avrei fatto la televisione. E così, quando mi fu proposto di girare un ruolo alla Claudia Gerini in Viaggi di Nozze nel film di un autore di Passaparola (dove avevo lavorato), con l’incoscienza di quegli anni, in cui ero molto giovane, ho deciso di provarci.
Ritrovandomi sul set, ho avuto una folgorazione. Ho pensato che recitare fosse bellissimo. E mi sono concentrata su quello, perché avevo trovato la mia strada e volevo farlo. Ho cominciato a studiare, mi sono iscritta ad un’agenzia, ho fatto dei provini ed è venuto tutto il resto. Ci sono arrivata, alla recitazione, tramite un percorso di vita: sono una persona molto curiosa. Anche se il tempo mi ha un po’ cambiata, cerco sempre di buttarmi a capofitto nelle cose. Crescendo questa qualità è un po’ andata a diminuire, perché con l’età subentra il timore per alcune scelte che prendi e così via, ma di base sono sempre stata curiosa. E fare l’attrice mi permette, veramente, di vivere mille vite.
Ultimamente capita che, scherzando, mi dicano “ho visto che fai l’architetto“, riferendosi a Diana. E questa roba mi piace. Perché porto in scena tante vite, tante persone, così come dei sentimenti che non vorresti provare. Ci sono, ad esempio, tante scene che magari non vorresti fare, ma ti ci devi buttare ed affrontare il confronto. Per questo, il mio mestiere è bello. Non finisci mai di imparare cose su te stesso.
Esclusi i personaggi che abbiamo già citato, quali tra quelli che hai interpretato ti sono rimasti di più nel cuore?
Sono affezionata un po’ a tutti, è difficile sceglierne uno. Serena Bassani, anche se l’abbiamo già citata, è quella che mi è rimasta nel cuore perché l’ho interpretata per più tempo. In ogni caso, mi viene da citarti anche Margherita di Don Matteo. Mi sono divertita. Era una pasticciona che aveva una storia con il maresciallo interpretato da Simone Montedoro. Inoltre c’è Un Passo dal Cielo, dove facevo la fidanzata di Enrico Ianniello. Una mezza matta, che mi ha fatto divertire. E nelle commedie, io mi diverto tanto.
A proposito di mezze matte, anche se qui non parliamo di una commedia, mi viene in mente Isabella de Le Tre Rose di Eva…
Isabella è stato un bel personaggio, anche se tosto. Anche lì, come spesso mi è capitato, arrivavo a rompere le uova nel paniere, perché andavo ad uccidere la protagonista, che poi nella stagione successiva è risuscitata in stile Beautiful.
Comunque sia, quello di Isabella era un ruolo non da poco. Di per sé non era cattiva, ma presa dalla follia d’amore ha ucciso per gelosia. Tra l’altro, la sua morte è stata bella tosta, visto che è caduta da un precipizio vestita da sposa. Mia madre, ad esempio, ha visto quella scena una volta, precisando che non avrebbe più voluto rivedere una roba del genere. Anche quando l’abbiamo girata, in una cava, non è stato per niente bello vedere questo manichino che cadeva nel vuoto vestito da sposa.
C’è qualche altro progetto a cui ti stai dedicando in questo periodo?
C’è una fiction serale che devo girare, sempre per la Rai, ma non posso ancora dire niente. Ho firmato, quindi è una cosa sicura. Non so bene quando andrà in onda, ma la gireremo a breve e in seguito potrò parlarne.
C’è un attore o un regista con cui vorresti lavorare oppure una tipologia di personaggio che ti piacerebbe interpretare?
Mi piacerebbe tanto fare una fiction in cui la protagonista sia io. Magari pure in costume, che non ho mai fatto, e con un ruolo che non dev’essere per forza d’epoca ma anche legato alla fantascienza o ai fumetti. Una fiction in prima serata, con queste caratteristiche, mi piacerebbe tanto. Mai dire mai. Anche se bisogna dire che di fiction in costume non se ne fanno tante, in primis poiché dispendiose pure a livello economico…
Chi è Sara Zanier nella vita di tutti i giorni? Che cosa ti piace fare quando puoi ritagliare del tempo libero per te?
Ho una figlia di dieci anni; quando non lavoro ritorno alla mia routine da mamma e donna. Se posso, mi piace allenarmi e pattinare. Cerco di abbinare un allenamento al pattinaggio, che mi piace molto, e per tutto il resto sono con mia figlia. Mi dedico totalmente a lei perché non voglio perdermi questi anni. Me la sono goduta tanto, anche nel periodo del Covid, fortunatamente, nonostante io lavorassi. Sono quindi felice, quando non lavoro, di staccare e ritornare alla mia vita normale, da mia figlia, dal mio fidanzato.
Anche perché abito in Romagna; scendere a Napoli per girare Un Posto al Sole significa assentarsi per qualche giorno. Quando torno mi dedico quindi completamente a lei, mia figlia.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione Seguici su Instagram.