È il padre spirituale de Il Paradiso delle Signore, sempre pronto a dispensare i suoi consigli ai personaggi che hanno bisogno del giusto aiuto. Parliamo di don Saverio, il parroco delle vicende ambientate nel grande magazzino gestito da Vittorio Conti (Alessandro Tersigni). Ad interpretarlo è l’attore Andrea Lolli, che noi di Tv Soap abbiamo incontrato per rivolgergli qualche domanda sulla sua esperienza nella fiction daily di Rai 1. Ecco che cosa ci ha raccontato…
Il Paradiso delle Signore: intervista ad Andrea Lolli (Don Saverio)
Ciao Andrea, benvenuto su Tv Soap. Don Saverio, il personaggio che interpreti dal primo daily della fiction, è sempre più presente nelle varie dinamiche di coppia…
Sì. Diciamo che, stagione dopo stagione, don Saverio comincia a interagire un po’ con quasi tutti i personaggi della serie. Diciamo che lui è partito come confidente e confessore dalla famiglia Amato, soprattutto di Agnese (Antonella Attili), di cui continua a essere il riferimento. Ha in qualche modo contribuito a far sì che il personaggio di Giuseppe (Nicola Rignanese), il marito della donna, prendesse una decisione e si allontanasse dalla famiglia per riandare in Germania.
Inoltre, con Armando (Pietro Genuardi) ha un rapporto un po’ conflittuale, che è fatto anche di grande affetto e stima. C’è tra di loro una specie di rivalità, che nasce dal credo politico e religioso. Infatti, ricordo sempre con piacere la gara ciclistica tra i due, dove arrivarono praticamente a pari merito.
È vero quello che dicevi: pian piano, don Saverio comincia a interagire con altri personaggi. Ad esempio, si incontra molto con Vittorio Conti (Alessandro Tersigni), con il quale c’è un rapporto di confidenza. Il mio personaggio gli è stato molto vicino quando lui e Marta (Gloria Radulescu) hanno trovato una bambina abbandonata, proprio in seguito a quella gara ciclistica che ho già citato. E don Saverio, ogni volta che ha in mente un’iniziativa, si rivolge proprio a Vittorio; gli va a rompere le scatole affinché la realizzi. Ma Conti, in fondo, è sempre estremamente disponibile.
In questa stagione, don Saverio ha interagito anche con Adelaide di Sant’Erasmo (Vanessa Gravina).
Quello è stato un incontro un po’ impensabile per don Saverio, che ha sempre lavorato e avuto a che fare con altri tipi di personaggi, come in passato con Rocco (Giancarlo Commare), con le Veneri e, più recentemente, con Salvatore (Emanuel Caserio). Quest’anno, come dicevi, ha avuto modo di interagire anche con la Contessa di Sant’Erasmo. Dopo tre anni, sono potuto entrare nella villa di Sant’Erasmo. Ed è stato un momento da ricordare. Come attore, paradossalmente, mi sono sentito anche io fuori luogo, ma è stata una scena divertente da fare: da un lato c’era la schiettezza di don Saverio, dall’altro il cinismo del personaggio della Contessa. Ricordo questa parentesi davvero con grande divertimento. Quando mi è arrivato il copione che conteneva quella scena, non vedevo l’ora di farla. Perché, se ci pensi, don Saverio e Adelaide sono agli antipodi!
Non l’abbiamo ancora citata, ma sicuramente nel percorso di don Saverio è stata importante anche Silvia Cattaneo (Marta Richeldi), no?
Certo! Silvia Cattaneo è stata molto importante e ha rappresentato un po’ l’aspetto più doloroso della confessione. In qualche modo, le due referenti di don Saverio sono state Agnese Amato, da una parte, e Silvia dall’altra. Anche se i problemi di Agnese erano differenti: prima ha dovuto cercare il marito, in seguito la sua relazione è naufragata e si è avvicinata ad Armando in maniera “sana”.
Con la famiglia Cattaneo, le cose sono andate in maniera differente. Don Saverio si è trovato ad ascoltare una serie di dolori, di drammi, di problemi legati a Federico (Alessandro Fella), il figlio di Silvia, e al marito Luciano (Giorgio Lupano); quest’ultimo ha avuto una relazione adulterina con Clelia (Enrica Pintore), come l’ha avuta la stessa Cattaneo con Umberto (Roberto Farnesi). Era una faccenda tormentata, con delle confessioni piuttosto difficili, finché Silvia non ha deciso di andare via e così tutto il clan Cattaneo si è allontanato.
Non trovi che, per certi versi, la figura di Silvia sia stata sostituita dalla new entry Veronica Zanatta (Valentina Bartolo)?
Bravo. Veronica, che va molto spesso a parlare con don Saverio, sostituisce in qualche modo Silvia. Lui ha subito intuito che la Zanatta ha una serie di problemi. Pur non sapendoli, li intuisce. Veronica ha problemi all’interno del suo rapporto di coppia con Ezio (Massimo Poggio), il futuro marito con cui convive. È senz’altro la nuova parrocchiana tormentata di don Saverio! Anche perché, come le puntate hanno già evidenziato, tutti i problemi degli Amato si sono un po’ quietati. Giuseppe se n’è andato e la situazione ha preso una piega più tranquilla.
Quando si parla di don Saverio, non si può tralasciare nemmeno il giovane seminarista Nino…
Direi di no. Il seminarista Nino (Luca Grispini) sta vivendo una sorta di storia con Dora (Mariavittoria Cozzella) all’insaputa di don Saverio. La trama che lo riguarda è come un diesel. È partita però nella serie precedente in maniera più forte, perché Nino ha preso un po’ il testimone di Rocco, anche per la passione in comune per il ciclismo. Nino ha sostituito l’Amato sia come ciclista, ma soprattutto come magazziniere.
Ci sono già stati dei sospetti circa il suo legame con Dora. C’è stata una scena tra Armando e don Saverio, il quale aveva dei dubbi. Ed è vero che, in realtà, il confidente maggiore di Nino è proprio il Ferraris. Se don Saverio venisse a sapere di questa cosa, per Nino sarebbe un grosso problema. Anche se ancora non so nulla dei futuri sviluppi di questa storyline…
Lasciando per un po’ da parte le trame in cui è stato coinvolto, quali sono le caratteristiche che preferisci del tuo personaggio?
Mi diverte molto interpretarlo. Lavorando a questo personaggio, insieme agli autori, abbiamo trovato la sua schiettezza e irruenza. E questo suo lato mi piace molto. Ovviamente, quando si parla di don Saverio, bisogna tenere bene a mente il fatto che è un parroco degli anni ’60 con delle idee ben precise.
Come uomo potrebbe anche acconsentire a certi rapporti “non convenzionali” per l’epoca, come quello tra Armando e Agnese, ma come prete doveva fare di tutto per cercare di convincere la donna a stare al fianco del marito. Don Saverio ha chiaramente delle idee che sono legate a certi dettami e chiusure clericali dell’epoca. È però un uomo molto dinamico, aperto e schietto. Ha avuto le sue impennate di arrabbiatura, ma è anche una persona comprensiva.
E c’è invece qualcosa di lui che proprio non ti piace?
Un po’ non mi piace la sua rigidità. A volte vorrei che fosse più aperto, ma è un parroco e giustamente ha le sue rigidità. Ma mi sta molto simpatico e mi diverte quando si arrabbia con Armando, che rispetto a lui è molto più sottile nel farlo arrabbiare. Lo punzecchia di continuo, facendomi divertire quando perde le staffe.
Tuttavia, come abbiamo già detto, la serie è ambientata negli anni ’60 e don Saverio, ovviamente, rispecchia la mentalità di un prete di quel periodo. È un personaggio che mi dà tanto, anche perché mi consente di lavorare con dei colleghi con cui mi trovo bene e che stimo: da Antonella Attili a Pietro Genuardi, passando per Nicola Rignanese, Alessandro Tersigni e tutti gli altri attori.
Il Paradiso delle Signore è una serie molto seguita dal pubblico. Secondo te, perché ogni giorno circa due milioni di telespettatori si sintonizzano su Rai 1?
Il successo del Paradiso è qualcosa che abbiamo visto crescere in maniera esponenziale; adesso ha degli ascolti davvero molto alti. Anche se ho un personaggio minore e non sono di certo uno dei principali, riconosco questo amore anche grazie alle varie persone che mi fermano per la strada e da alcuni amici che ho, che mi dicono che dalle 16 alle 17 si fermano e, pur essendo magari degli addetti ai lavori, staccano il telefono per seguire le vicende della fiction.
Penso che questo derivi da un’estrema gradevolezza e semplicità di quello che viene raccontato. Il Paradiso ha uno stile estremamente piacevole. Dato che parla degli anni ’60, molte persone si sintonizzano per rivivere quel periodo che hanno vissuto. Ho sentito molte signore di una certa età dirmi questo.
Inoltre, ha dei toni molto garbati; non si va mai nell’eccessivo melodramma. È chiaro che stiamo parlando di una serie che alterna momenti di commedia ad altri più drammatici, ma non si va mai nell’eccesso, né in situazioni a strappo. È sempre tutto molto gradevole e, oltre a una buona scrittura, ha dei registi efficaci.
Anche perché è un prodotto che richiede davvero una grossa mole di lavoro, no?
Sì, tutti i giorni c’è un grosso lavoro da fare. E parlo per me, che sono privilegiato rispetto a molti altri colleghi che ogni giorno hanno tantissime scene, avendo dei personaggi più presenti del mio. C’è davvero un ottimo gioco di squadra e questo arriva. È importante che si percepisca la capacità di non sopraffare l’altro attore che è in scena con te e di giocare sulla naturalezza. Non è facile rendere un’epoca e il Paradiso c’è riuscito. Questo mi fa molto piacere. Ogni giorno, quando guardo gli ascolti, sono orgoglioso di farne parte.
Il personaggio di don Saverio ti è stato proposto o avevi fatto il provino per altri ruoli?
Qui ti racconto un aneddoto molto curioso. Sono stato chiamato dalla mia agente, praticamente, per fare una scena in compagnia di Agnese. Era il ruolo di un prete che non aveva ancora un nome. In quella scena, che abbiamo provato in una chiesa vera perché il set alla Videa non era ancora pronto, dicevo due battute. E ragionando da attore, onestamente, non ne ero molto entusiasta, tant’è che non la volevo nemmeno fare visto che era anche luglio e faceva un caldo bestiale.
Alla fine, la mia agente mi ha convinto e ho acconsentito. E da lì è venuto fuori don Saverio. Il ruolo ha cominciato a lievitare. Quando pensavo di aver finito, mi chiamavano per girare altre scene. E questo mi riempiva di piacere anche se, come avete visto, a un certo punto ho dovuto abbandonare la prima stagione daily perché avevo già preso degli accordi per fare una tournée teatrale. E venne inserito un altro prete con un altro attore.
E poi cos’è successo, dato che don Saverio è riapparso?
Ricorderai che, al termine del primo anno, il Paradiso ha rischiato di non essere rinnovato. Fortunatamente, la cosa è rientrata e siamo ripartiti per un secondo ciclo, dove sono stato richiamato. Non me l’aspettavo minimamente. Non ho voluto sapere i motivi, ma questo mi ha riempito di piacere. E da lì sono arrivato alla quarta stagione daily, tenendo presente che ci sono state anche due annate in prima serata.
Ed è bello pensare che il prodotto cresce sempre di più. C’è una fidelizzazione bellissima dei telespettatori. E quindi, tornando a monte, il ruolo mi è cresciuto tra le mani in maniera sorprendente. È vero che don Saverio non appare in tutte le puntate, ma ha delle scene piacevoli e divertenti che mi piace girare.
Che emozioni provi quando viene riconosciuto come don Saverio?
Sì, mi fermano e mi chiamano proprio col nome del personaggio. Pensa che mi è capitato pure dall’osteopata, o più semplicemente quando cammino per strada o vado a fare le passeggiate al parco. Qualche giorno fa, una signora anziana mi ha chiamato don Saverio si è inginocchiata di fronte a me e ha detto: “Padre, mi benedica”. Una situazione un po’ blasfema che mi ha fatto sorridere: è divertente e fa piacere, oltre che sintomatica del fatto che don Saverio, seppur piccolo in proporzione ad altri personaggi che hanno un peso nella storia, ha conquistato un suo orticello di estimatori.
Nella prossima stagione del Paradiso, torneresti dunque volentieri?
Assolutamente sì! Don Saverio è un personaggio che tornerei ad interpretare. A meno che gli autori non decidano di farlo morire.
Ci sono altri progetti extra soap di cui puoi parlarmi?
In questo momento sto facendo teatro, dopo due anni di fermo. Il Paradiso delle Signore e altre serie televisive sono state, per me un vero toccasana, visto che il teatro col Covid si è dovuto fermare. E, per fortuna, ho potuto lavorare sui set.
Adesso io e la mia compagna Elisa D’Eusanio (la caposala di Doc – Nelle tue Mani) stiamo facendo uno spettacolo molto bello. E lo dico non perché lo faccio io. Probabilmente, se non ci fossi, sarebbe ancora più bello.
Scherzi a parte, si intitola Neve di Carta e ha un testo molto bello e drammatico che parla della donne chiuse nei manicomi ai primi del 1900. È bellissimo e sta andando molto bene. Ci sta dando un sacco di soddisfazione. Ed è ancora molto più emozionante, perché è arrivato dopo due anni di fermo. Stiamo quindi continuando a lavorare su questo progetto a livello teatrale. Mentre eventuali progetti televisivi ancora non posso dirli, sia per alcune clausole contrattuali e sia per scaramanzia.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione