È uno dei personaggi più controversi di Un Posto al Sole, interpretato con maestria da Riccardo Polizzy Carbonelli. Parliamo ovviamente del cinico Roberto Ferri, da oltre un ventennio invischiato negli intrighi della soap opera partenopea in onda nell’access prime time di Rai3. Attualmente, oltre ad avere a che fare con la sua nemesi Marina Giordano (Nina Soldano) e il consorte Fabrizio Rosato (Giorgio Borghetti), Roberto si sta riavvicinando a Lara Martinelli (Chiara Conti), ma negli scorsi mesi ha assistito anche il figlio Filippo (Michelangelo Tommaso) nel difficile periodo della perdita della memoria. Tutti aspetti di cui abbiamo parlato in questa nuova intervista che l’attore ha concesso al nostro sito.
Un Posto al Sole: Tv Soap intervista Riccardo Polizzy Carbonelli (Roberto Ferri)
Ciao Riccardo, bentornato su Tv Soap. Partiamo da una domanda generica. Quanta preparazione c’è dietro le scene di Roberto Ferri, il personaggio che interpreti nelle soap?
Ogni scena che interpreto voglio farla bene. Senza nessun tipo di incuria. Ho preso un’abitudine: anche quando Roberto Ferri dice un semplice buongiorno, vuol dire che anche quello, se l’hanno messo, ha la sua valenza, la sua importanza. Tra l’altro, più le scene sembrano semplici e più sono difficili; nascondono delle insidie, non sono affatto da sottovalutare. Upas è seguita da tante persone, che ci seguono e ci vogliono bene, motivo per cui bisogna ringraziare loro dell’affetto facendo al meglio il nostro lavoro di attori.
Parliamo un po’ di ciò che è successo a Roberto negli scorsi mesi. Io partirei dal figlio Filippo (Michelangelo Tommaso) che, tra perdita di memoria e matrimonio in bilico, non se l’è passata poi così tanto bene.
Direi di no. Roberto è stato molto vicino a Filippo. E, a memoria, Ferri non era mai stato così tanto tifoso della nuora Serena (Miriam Candurro). Probabilmente, ha avuto tale atteggiamento anche per spronare il figlio a prendersi le sue responsabilità nei confronti di quella famiglia che stava perdendo. Confesso che in determinate scene ho cambiato anche alcune battute, ciò perché, mentre dava consigli a Filippo, sembrava che Roberto non avesse più memoria delle sue malefatte, sia dal punto di vista sentimentale e sia da quello paterno, come educatore.
Roberto è stato davvero dedito al recupero della memoria di Filippo, pur non essendo un sentimentale. Ma ha senz’altro capito che ogni cosa che succede in famiglia ha delle ripercussioni nella sua vita, nel suo lavoro. In quest’ultimo campo, avendo già avuto dei problemi come la crisi dei cantieri o il boicottaggio di Pietro Abbate (Simon Grechi), il figlio illegittimo del primo suocero che non aveva mai visto e né conosciuto, ha avuto infatti tante problematiche.
Problematiche che, in un certo senso, hanno minato la sua tranquillità, no?
Esatto. Secondo me, Ferri vuole creare casini ma non subirli. Per questo, come dicevo, ogni crisi che accade nella sua famiglia si ripercuote sul lavoro, sul suo umore. Lavora male, ha problemi. Penso che si sia comportato così con Filippo non perché creda nel valore della famiglia, anche se magari un giorno arriverà a questa consapevolezza, ma semplicemente perché ciò era una turbativa per quello che riguardava il suo benessere.
Fondamentalmente, Roberto non vuole rogne attorno a sé. Auspica che tutto vada bene perché soltanto così può tranquillamente operare, sia con le sue malefatte e sia con qualche impresa un po’ più azzardata sul lavoro. Ha capito che ogni cosa che accade attorno a lui lo può destabilizzare. E questa cosa gli crea nervosismo. Si ripercuote su Cristina (Camilla Cossu), sul suo lavoro, su Marina Giordano (Nina Soldano). Non vuole disperdere energie in qualcos’altro, se non concentrarle sul lavoro, per mantenere tutto sotto controllo. Avendo una personalità egocentrica e accentratrice, non gli deve sfuggire niente.
Da qualche tempo, dato che l’abbiamo già citata, Roberto sta tornando ad interagire con la sua nemesi Marina Giordano.
Sì, hai detto bene. Più che un’incognita, per Roberto, Marina è il suo doppio. È l’equivalente di Ferri al femminile. È la persona da proteggere, da utilizzare come pungiball. Anche se in questo momento Roberto Ferri le sta facendo una corte spietata, resta sempre la persona alla quale lanciare le frecciatine, specie quando sta con un rivale in amore temibile, come nel caso di Fabrizio Rosato, interpretato dal fantastico Giorgio Borghetti.
A proposito di Borghetti, so che lo stimi tanto.
Ritengo che Giorgio stia facendo un lavoro straordinario con il suo Fabrizio. Non è facile per nessuno entrare in corsa in una soap opera. Non è semplice sviluppare un personaggio con le caratteristiche come il suo. Si è innamorato di una donna d’affari, che ha ancora degli strascichi sentimentali con una persona come Roberto Ferri. Se ci pensi, quest’ultimo non fa altro che provocare Marina da quando sta con Fabrizio, il quale è passato spesso come un visionario, smidollato e dedito all’alcool.
Rosato ha avuto all’inizio della sua vita un problema gestito dalla zio, perché involontariamente ha ucciso il padre, ma alla fine è stato un uomo di successo che ha portato avanti l’azienda di famiglia con grandi risultati. Quando ha mollato un po’ l’attenzione sul Pastificio Rosato e si è voluto mettere in affari, per amore, e con i cantieri sono nati i problemi, le gelosie. Per questo, sostengo che non è facile, per Giorgio, rappresentare tutti questi sentimenti di livore, di mascheramento. Spesso, Fabrizio ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco.
In passato si è arrabbiato tanto con Marina, ma da innamorato l’ha voluta sposare. Ha avuto un grosso incidente, a cui è seguita una difficile riabilitazione. Giorgio è davvero bravo, perché non ha avuto tante scene in passato per rappresentare tutti questi stati d’animo. È un eccellente attore, un bravissimo e bellissimo collega che riesce tranquillamente a fare il suo lavoro insieme a noi con grande gentilezza, maestria e amore. Spendo delle belle parole nei suoi confronti non per piaggeria, ma perché ho davvero una grossa stima di lui. Entrare in un team così affiatato non è facile per nessuno. Ha saputo fare gli interessi della soap.
Interessi in che senso?
Penso sempre che ciascun personaggio contribuisca al successo, ma alla fine è la soap che vince. La protagonista è lei. Io, come attore, mi dico sempre di fare bene il mio lavoro per non sfigurare, per non essere mai da meno, per essere d’esempio laddove sei un personaggio a cui le persone potrebbero ispirarsi. Mi capita spesso di conoscere delle bambine piccole che mi dicono di essere pazze di Roberto Ferri. Le invito sempre a prendere solo il meglio di lui, ossia quando è carino con la nipotina, quando ha a cuore il benessere della figlia Cristina. Non di certo a stimarlo quando fa le sue malefatte, perché sennò diventerebbero un pericolo per i loro genitori.
Effettivamente, quando pensi ad Un Posto al Sole è impossibile non ricordarsi di Roberto. Ci sta dunque che i bambini ti riconoscano. Fa parte di quell’affetto positivo che il pubblico ha nei confronti di voi attori che date vita alla soap. Non credi?
Sì, è anche stata la mia fortuna. All’inizio del mio ingresso nella soap, Marzio Honorato mi diceva che il sentimento di vendetta che accompagnava Roberto era molto forte. Io sono entrato a Un Posto al Sole, se ricordi, alla fine del quinto anno. Il sentimento forte che accompagnava Ferri è stato un grande vantaggio. Non ha fatto un giro di giostra per poi andare via. Aveva un’animosità e animalità marcata, anche se in principio era funzionale alle scene degli altri. Rispetto ai protagonisti era un planetoide, dato che è stato guest per un anno e mezzo. Ma pian piano, si è investito sul personaggio, che poi ha avuto una sua orbita.
Per me, Riccardo, era necessario farmi le ossa per conquistare il mio “posto al sole”. Sono stato dunque felice di aver avuto un tempo di meraviglioso apprendistato. Grazie a questo, mi sono conquistato la fiducia dei colleghi, della struttura, della produzione, finché non mi hanno chiesto di diventare protagonista. E lì è stato come se avessi vinto l’Oscar, perché ci sono attori che pensano che stai facendo una cosa e poi un giorno arriverà la tua grande occasione. Invece ce ne sono altri, di cui faccio parte io, che pensano che le grandi occasioni non arrivano se tu non getti le basi in maniera umile, operosa. Io che lavoravo in teatro e facevo qualcosa in televisione, riconosco che le cose più importanti mi sono venute contemporaneamente a Un Posto al Sole, a cui devo molto.
È vero che lavorare in una soap porta con sé anche dei pregiudizi?
Sicuramente la soap mi ha anche tolto del lavoro, è inutile negarlo: ci sono dei pregiudizi legati al fatto che faccio parte di una soap. Ad esempio, un regista molto famoso (di cui non farò mai il nome) mi ha detto che, se avesse saputo del mio ruolo lì, non mi avrebbe mai chiamato. Una cosa che non è bella né da sentire e né tanto meno da dire. Anche perché ho lavorato con altri registi, in primis Giorgio Capitani che rimpiango, che dicevano che noi attori di Un Posto al Sole eravamo molto bravi. La soap coniuga qualità, quantità e velocità in poco tempo, soprattutto ora che, col Covid, lavoriamo in condizioni non molto facili. Ci sono molte attenzioni da osservare per via del protocollo. Molte cose non possono più essere fatte come prima, dobbiamo essere più preparati e presenti.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione