Oggi (1° dicembre) in prima serata su Rai 1 va in onda Tutto il mio folle amore, il film di Gabriele Salvatores che narra la storia vera di un padre e un figlio autistico che si ritrovano e imparano a conoscersi durante un viaggio molto emozionante.
Nei panni del giovane protagonista troviamo il talentuoso Giulio Pranno, qui al suo debutto sul grande schermo nel ruolo di Vincent, un ragazzo affetto da un grave disturbo della personalità che vive a Trieste insieme alla madre Elena (Valeria Golino) e al suo patrigno Mario (Diego Abatantuono), con cui ha un rapporto bellissimo. La vita di Vincent viene stravolta quando suo padre Willi (Claudio Santamaria), che lo ha abbandonato prima che nascesse, ubriaco decide di fargli una breve visita per conoscerlo. Elena lo caccia via ma a Vincent rimane il desiderio di conoscere il suo papà biologico.
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E così, durante il viaggio verso la Slovenia, Willi – che è un cantante folk piuttosto affermato nelle balere slovene – scopre che Vincent si è nascosto nel suo furgone per poter passare del tempo con lui; in un primo momento è deciso a riportarlo indietro ma poi si rende conto che questo viaggio potrebbe essere la giusta occasione per conoscersi meglio e creare un vero legame affettivo con suo figlio.
Il film è stato sceneggiato da Umberto Contarello e Sara Mosetti e si ispira liberamente al romanzo di Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura“, che a sua volta racconta in chiave romanzata la vera storia di Franco Antonello e del figlio autistico Andrea, durante un viaggio in Sudamerica.
Con questa pellicola il regista premio Oscar Gabriele Salvatores fa un tuffo nel passato e ritorna alle origini con un’eccellente commedia sentimentale che si basa su uno stile a lui tanto caro, quello del movie road; attraverso l’autismo del giovane protagonista e un emozionante viaggio che si consuma sul giallo intenso dei campi che si intravedono lungo il tragitto, la pellicola con un linguaggio semplice e significativo distrugge tutte le barriere della disabilità e si concentra sul cuore pulsante della storia: l’amore immenso e indistruttibile che lega un padre e suo figlio. Perchè in fondo: “la vera saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza”.
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