Da circa tre anni la conosciamo come l’uragano Imma Tataranni, ma prima di entrare nei vestiti variopinti del sostituto procuratore di Matera, Vanessa Scalera ha prestato volto e anima a Lea Garofalo, la donna coraggio che seppe opporsi alla mafia pagando purtroppo con la sua stessa vita. Una grande storia di denuncia e riscatto che rivive nel film tv intitolato proprio Lea, che Rai 1 ripropone martedì 23 novembre in prima serata (dopo essere stato trasmesso per la prima volta il 18 novembre 2015).
Lea Garofalo (Scalera) è cresciuta in una famiglia della malavita calabrese. Suo padre Antonio era un criminale così come il suo primo grande amore, Carlo Cosco (Alessio Pratico), da cui a 17 anni ha avuto una figlia, Denise. Malgrado sia sempre vissuta in un contesto criminale, Lea per sua figlia sogna una vita tranquilla e senza paura; così, nel 2002, prende la difficile decisione di denunciare il suo ex compagno alla giustizia, stravolgendo completamente la sua vita e quella della sua bambina.
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Purtroppo, dopo sette anni vissuti un regime di protezione e sotto falsa identità, la donna viene sfiduciata dalle Istituzioni e si ritrova da un giorno all’altro completamente sola. Disperata e sempre per il bene di Denise, Lea trova il coraggio di contattare il padre di sua figlia, il quale – almeno apparentemente – sembra disponibile ad aiutarla.
Ignara delle sue reali intenzioni, la donna incontra l’ex compagno andando così incontro al suo infausto destino. Carlo la picchia brutalmente e poi la strangola. Insieme a tre complici, prima di scioglierla nell’acido dà alle fiamme il suo corpo per tre giorni, nascondendo infine in vari tombini quel poco che restava della madre di sua figlia. Sarà solo grazie alla testimonianza di Denise (Linda Caridi), che si costituisce parte civile contro suo padre, che la giustizia potrà condannare gli spietati assassini a quattro ergastoli e 25 anni di reclusione.
Un racconto di vita straziante e commovente scritto da Monica Zapelli e diretto dal regista Marco Tullio Giordana, il cui intento è quello di omaggiare una grande donna ma soprattutto una madre coraggio che per amore di sua figlia ha deciso di sacrificare se stessa.
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