Negli ultimi anni l’abbiamo vista a Il Paradiso delle Signore nel ruolo della parrucchiera Iolanda, ma Cristina Moglia ha preso parte a tutte le soap andate in onda in Italia: da Vivere a CentoVetrine, passando per Un Posto al Sole, dove faceva parte del cast dei primi anni.
Un percorso artistico che poi è passato anche attraverso le fiction, il cinema e il teatro, proprio come Cristina ha ripercorso con noi per questa intervista su Tv Soap.
Tv Soap intervista Cristina Moglia (Iolanda)
Ciao Cristina, benvenuta su Tv Soap. In questi anni ti abbiamo visto a Il Paradiso delle Signore, dove interpretavi Iolanda, la parrucchiera di Silvia Cattaneo (Marta Richeldi). Pensi ci sarà la possibilità di rivederla in futuro?
È difficile, anche se ammetto che mi piacerebbe tantissimo tornare. Comunque sia, il personaggio di Iolanda è strettamente collegato a quello di Silvia, che è uscita dal cast perché ha scelto di andare a Parigi dalla figlia Nicoletta (Federica Girardello). Il Paradiso delle Signore è una soap davvero bella ed il direttore creativo è Daniele Carnacina, che è davvero uno dei miei mentori.
A proposito di soap, Il Paradiso delle Signore non è l’unica che hai girato.
Già. Ho fatto parte del cast di Vivere, dove sono stata Sofia per poche puntate. A Centovetrine interpretavo Rowena ed ero tra i personaggi protagonisti. A Un posto al sole sono stata invece Tiziana Torrisi. In ogni caso, lo saprai meglio di me, tutte queste soap avevano un denominatore comune: Daniele Carnacina. Sono fiera ed onorata di aver preso parte a tutte queste produzioni.
Sicuramente quando si gira una soap ci sono dei tempi molto più veloci rispetto a quelli di un film o di una fiction, no?
Esatto. Sai cos’è la cosa più difficile per un attore? In una soap devi essere bravo a concentrarti al massimo perché non hai assolutamente il tempo per fare un ciak due volte. È una macchina da guerra, sia per gli attori e sia per i tecnici. In CentoVetrine, ad esempio, a volte avevo 13 scene al giorno, così come in Un Posto al Sole. Tu vai, giri, ti cambi, scendi, ti cambi, ti trucchi per una scena che magari fa parte di un altro blocco. Corri su un altro set, ti giri, ti ricambi. Non hai neanche il tempo di respirare.
La memoria deve essere perfetta. Il ruolo come attore lo devi avere nel sangue. Non puoi crearlo lì per lì. In una soap gli attori vengono chiamati a girare tante scene tutti i giorni, sopratutto se sei protagonista. Può capitare di girare una scena che appartiene alla settima puntata e un’ora dopo girarne un’altra che fa parte della seconda puntata. L’anima del personaggio, il suo pensiero emotivo, il suo percorso, lo devi avere dentro. Lo studi quando ti arrivano le sceneggiature. Questa secondo me è la massima difficoltà. Al cinema non capita, è tutto molto più rallentato e fai al massimo due scene al giorno.
Dal tuo punto di vista, quali lavori cinematografici e televisivi hanno segnato maggiormente la tua carriera?
Ce ne sono davvero tanti. Uno è il film indipendente Femminile Singolare, scritto da Doriana Leondeff. Ci sono stati Radiofreccia di Luciano Ligabue, I miei più cari amici con Alessandro Benvenuti, Hermano di Giovanni Robbiano con Paolo Villaggio. Sul versante fiction devo menzionare Distretto di polizia, Questa è la mia terra e Ferrari, dove ho lavorato con Sergio Castellitto e ho interpretato Laura Garello, un personaggio complesso ma bellissimo.
Per quest’ultimo il ringraziamento va ovviamente a Carlo Carlei, che è un altro dei miei mentori (oltre al già citato Daniele Carnacina) che mi ha voluto con sé quest’anno ne La Fuggitiva, che è andato in onda su Rai 1. Come non ricordare poi Ma il portiere non c’è mai? con Anna Mazzamauro.
E a teatro, invece?
In teatro ci sono due spettacoli che, a parer mio, sono molto significativi nel mio percorso d’attrice: ne Il Silenzio ho affrontato la tematica della violenza sulle donne. Mentre in Operazione condor, che è lo spettacolo più importante della mia vita, ho sviscerato il dramma dei desaparecidos. Un lavoro magnifico, diretto da Liana Garcia Sosa e Ugo Bentivegna e scritto da Daniela Lillo Traverso. Mi hanno arricchito come attrice, ma soprattutto come persona perché parlavano di diritti umani.
Dato che hai citato i diritti umani, so che giri anche dei documentari…
Sì. Non a caso, sto preparando due progetti. Uno parlerà del problema dell’acqua, totalmente assente in Niger. L’altro progetto, invece, lo sto portando avanti con Federico Sisti: è collegato all’Argentina e parla dei bambini che si trovano nelle villas, guidate dai narcotrafficanti. Sono lavori che, purtroppo, la pandemia ha bloccato ma ci stiamo muovendo per riprenderli.
Ultima domanda. A quali progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Qualche settimana fa ho finito di girare in inglese La signora Volpe. Ha nel cast Emilia Fox, un’attrice che adoro. Inoltre, insieme al regista Francesco Cinquemani, ho girato il film The Christmas Witch, che uscirà a Natale, con William Baldwin e Tom Arnold. Inoltre, tre mesi fa, ho fatto un cameo nel film Per tutta la vita, scritto da Paolo Genovese e diretto da Paolo Costella.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione
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