Mentre il pubblico ha iniziato ad assistere alla seconda stagione di Buongiorno Mamma, l’emozionante family drama con Raoul Bova nel ruolo del padre di famiglia Guido Borghi e Maria Chiara Giannetta in quello della sua consorte Anna Della Rosa, in questo post vi parliamo della straordinaria storia di una famiglia come tante dell’Abruzzo, una storia realmente accaduta da cui ha liberamente tratto spunto la fiction di Canale 5.
Come è ormai noto, la storia dei Borghi si ispira a una vicenda realmente accaduta. Ne ha recentemente parlato in un’intervista l’autrice Elena Bucaccio, affermando che l’ispirazione per la fiction le sarebbe venuta dopo aver letto una storia in un trafiletto di giornale. Quella storia, almeno secondo il settimanale DiPiù, potrebbe essere quella di Nazzareno e Angela Moroni, genitori felici di cinque figlie, la cui vita viene improvvisamente stravolta in una fredda serata di trentatré anni fa!
Era il 23 gennaio del 1988, sembrava una serata come tante, una di quelle di routine, dove il chiasso gioioso di cinque bambine era il calore familiare dei Moroni. All’improvviso Angela, punto di riferimento della famiglia, viene colta da uno strano malore a causa di un forte calo di potassio che la fa cadere in un sonno profondo. Quello che inizialmente poteva sembrare un malessere passeggero è l’inizio di un lunghissimo calvario durato ventinove anni e terminato il 31 marzo del 2017 con la morte della donna.
Tutte le nostre news anche su Instagram (entrando da QUI)
Dopo il primo anno trascorso invano tra una clinica e l’altra, con la speranza di ottenere un aiuto per Angela, Nazzareno e le sue figlie decidono di riportarla casa per prendersi cura di lei. In quasi trent’anni, pur vivendo in uno stato di coma profondo, Angela ha sempre vissuto a casa sua, ha preso parte a tutte le ricorrenze importanti rimanendo sempre il cuore della sua famiglia.
“In tutti questi anni la loro mamma c’era. Era lì con loro. E loro erano lì con lei. Se le mie figlie oggi sanno come affrontare la vita, è perché hanno visto con i loro occhi come si fa a portare la croce tutti i giorni, a casa loro, con la loro madre“, ha raccontato Moroni al quotidiano La Croce ne 2017.
Nazzareno, che è un uomo di grande fede (un diacono neocatecumenale), è sempre stato contrario all’eutanasia perché convinto che “sia il Signore a decidere quando è arrivato il momento” e proprio per questo si è sempre rifiutato di staccare la spina a sua moglie.
Una storia sicuramente triste e drammatica ma anche piena di calore e speranza: merito dell’amore infinito di Nazzareno e delle sue figlie, i quali, senza mai arrendersi e con molta forza e coraggio, sono rimasti sempre accanto ad Angela, permettendole di vivere una vita “quasi normale” nel suo focolare domestico ma soprattutto circondata dall’amore della sua famiglia.