È appena entrato nel cast de Il Paradiso delle Signore, ma il “suo” Dante Romagnoli sta già attirando la curiosità del pubblico. Parliamo di Luca Bastianello, volto noto al pubblico grazie a diverse fiction di successo andate in onda in daytime e prime time.
Oltre a dare visibilità in America al grande magazzino per via di un’offerta che farà a Vittorio (Alessandro Tersigni), l’uomo, rappresentante di un’agenzia governativa che promuove le imprese italiane all’estero, è destinato a creare scompiglio nelle dinamiche della fiction daily di Rai 1, proprio come Luca ci ha raccontato in questa intervista sul nostro sito.
Il paradiso delle signore: Tv Soap intervista LUCA BASTIANELLO (Dante Romagnoli)
Ciao Luca, benvenuto su Tv Soap. Sei appena entrato nel cast de Il Paradiso delle Signore con il ruolo di Dante Romagnoli. Per quello che puoi dirci, che cosa dobbiamo aspettarci da lui?
In primis, ti dico che trovo la scelta del nome Dante molto bella, visto che non si sente spesso. È un personaggio che ha molteplici aspetti. Mi sono molto divertito a interpretarlo, perché mi ha stupito e incuriosito la sua capacità di saper affrontare parecchie situazioni, tra l’altro molto complesse. Avrà a che fare con due delle famiglie più potenti, ovvero i Guarnieri e i Conti. Come avete visto, Dante ha anche un “simpatico” parente, che è Fiorenza Gramini (Greta Oldoni). Quest’ultima lo aiuterà e insidierà. Potrebbe essere la sua confidente, anche se non sempre è la migliore…
Ah sì? E come mai?
Fiorenza è in contrasto con Adelaide di Sant’Erasmo (Vanessa Gravina), la presidentessa del Circolo. Motivo per cui Dante si troverà a dover creare una sorta di rinforzo in materia di equilibrio, proprio per non essere d’intralcio alle vite di tutti i protagonisti, ma sopratutto nel diventare morbido in certe occasioni e incisivo in altre. È un personaggio che vive il mondo internazionale: è laureato a Harvard, ha vissuto gran parte della sua vita a New York e, quindi, ha una visione di insieme più veloce, anche dal punto di vista personale. Interpreta un po’ l’uomo moderno, “supersonico”.
Negli anni ’60, d’altronde, l’America era l’Olimpo delle nuove tecnologie, dello sviluppo, dell’economia, di quello che girava in termini di soldi e di potenza mondiale. Tutto questo, Dante l’ha preso su di sé e se ne fa portavoce. Sa interpretare non solo le situazioni, ma anche le persone e le migliori intenzioni che si nascondono dietro alle “vision” di Vittorio (Alessandro Tersigni), Marta (Gloria Radulescu) e di chi gli sta intorno.
C’è da dire che le storie e i destini sono sempre interessanti quando le “vision”, i valori e le emozioni formano quasi un percorso parallelo, che non sempre si sposa con la possibilità di poterlo percorrere insieme. Anche se c’è una grandissima fiducia e una grandissima emozione nell’incontrare i personaggi con cui lui interagirà, non sempre le sue intenzioni saranno corrisposte e approvate dal resto della famiglia Conti e Guarnieri. Però Dante è una persona che non ha peli sulla lingua. Quello che ha da dire lo dice a chiare lettere, non ha paura di nessuno: è una specie di Don Draper che, con il suo straordinario talento nel saper gestire e creare campagne, slogan e future mode, ha un grandissimo turbamento e sogno nel cassetto, che però dovrà fare i conti con i sogni delle persone con cui dovrà lottare e entrare in gioco…
Quando ti è stato proposto di interpretare Dante?
Ho fatto il provino a dicembre, sotto Natale. Ho fatto un self tape e un incontro successivo. Il giorno della vigilia mi hanno poi confermato che sarei stato Dante. Insomma, sotto l’albero ho trovato il Paradiso. In dieci giorni ho dovuto un po’ rimescolare le carte della mia organizzazione familiare, in piena pandemia. Senza contare che ho dovuto creare nella mia testa il personaggio, in accordo con Daniele Carnacina e gli altri autori.
Nonostante questo, ti confesso che sono andato in Paradiso passando attraverso l’inferno. Nei primi giorni di set, è mancato il mio maestro di recitazione Alberto Terrani, una delle colonne portanti della mia vita, con cui ho condiviso i miei ultimi vent’anni, da quando sono uscito dall’Accademia ad oggi. Il giorno in cui ho fatto le ultime prove costumi, ho letto questa dolorosa notizia. La settimana in cui ho iniziato a girare sono così dovuto salire da Roma a Padova per salutarlo. Devo però dire che tutti quelli che lavorano al Paradiso mi hanno aiutato, sostenuto. Sono molto grato a loro.
I produttori Daniele Carnacina e Giannandrea Pecorelli già li conoscevo e avevo e ho per loro tantissima stima. Con Giannandrea ho fatto Rosso San Valentino, il più grande successo della mia carriera, mentre con Daniele venivo dall’esperienza di CentoVetrine, con il recast di Federico Bettini, e Vivere, dove sono stato Diego Blasi.
A proposito di CentoVetrine, Federico è stato uno dei pochi personaggi ad essere recastato. È passato da Andrea Bermani a te.
Sì, e ti confesso che ero abbastanza titubante all’inizio riguardo questa cosa. Mi è stato proposto di essere Federico dopo circa dieci anni che non appariva più nella storia. Chiesi a Daniele se era sicuro. Prima Federico era biondo, con gli occhi azzurri e altissimo, mentre io ero moro con gli occhi scuri e con l’altezza media. Ma mi disse che, alla fine, era il carattere del personaggio che contava.
Ho lavorato al fianco di Caterina Vertova e, tra l’altro, adoravo Sergio Troiano. Quando mi hanno detto che sarei stato suo figlio sono esploso dalla felicità. Ho avuto quindi fiducia in Carnacina. Ed effettivamente grazie a quel personaggio, nella tournée del Cyrano che ho fatto con Massimo Popolizio nel 2009, quando uscivo io c’era il boato. È stato divertente. Alcuni facevano il paragone anche con Diego Blasi, che avevo interpretato prima.
Tornando al Paradiso, qualche giorno fa hai postato una foto, che ha creato molto rumore sul web, in cui si vede Dante chiacchierare con Marta…
Diciamo che appena vedrete Dante in azione, creerà ancora più mormorii. Tutto il percorso evolutivo del personaggio si compirà accanto alle figure di Marta e di Vittorio. Come ti ho già detto, il Romagnoli interagirà con i Conti e i Guarnieri e un po’ con Ludovica Brancia (Giulia Arena), perché è connesso alla storia del Mantovano (Mariano Riccio). Ogni tanto lo sentirete anche parlare in inglese, perché è abituato per lavoro a usarlo. Ci sarà quindi qualche battuta o neologismo in lingua straniera, anche per non far capire immediatamente al pubblico quello che sta dicendo. Era divertente inserire questo scherzo, questa internazionalità alla Mad Men nella Milano degli anni ’60.
In ogni caso, posso dirti che ci sarà un evento (importantissimo per il futuro di Marta, di Vittorio e del Paradiso) che sarà proprio la punta dell’iceberg. Creerà una reazione a catena su tutti e ovviamente ne sarò portavoce e creatore, finché non ne accuserò o meno le conseguenze.
Quindi Dante è destinato a portare molto scompiglio? Mi sembra di capire che non sarà un personaggio sempre positivo…
Per come lo vedo io, qualsiasi situazione si venga a creare o che lui crei ha sempre un lato positivo e negativo. È una persona che ha studiato le ragioni dell’esistenza in base a numeri, profili, proiezioni e grafici. Per lui è matematica: se ti comporti in un certo modo, otterrai quel risultato. Se ti comporti in maniera differente, poi devi essere anche responsabile e avere il coraggio delle conseguenze che il tuo gesto e la tua azione ha creato.
Anche se Dante può farlo e a volte sembra davvero giocare sporco, il suo messaggio ha un’inesorabile verità. Che, purtroppo, adesso non posso spoilerare. Magari, su questo, ci aggiorneremo tra qualche tempo. In ogni caso, Dante non tradisce mai se stesso e, se anche in un certo senso è portato alla guida di emozioni, di sensazioni e di sentimenti che magari lui ha suscitato o suscita in tutti i vari personaggi, lo fa con una grandissima onestà e savoir faire, che ovviamente fa parte del suo modo di essere.
In lui non ho letto un doppio fine, che può essere malevolo. Dante non è una persona malevola. Guarda in faccia la realtà. Ci sono dei momenti in cui i personaggi si comprendono di più. E in certe occasioni il Romagnoli pretende questo da se stesso e dagli altri. Dante entra e comincia a conoscere e a riconoscersi in questo nuovo ambiente del Circolo Milanese; prende tutte le varie notizie, studia le mosse e le personalità, tra cui quella di Umberto (Roberto Farnesi), che da banchiere è una persona, (stratega, potente e che si è creata da sola) a cui lui si ispira.
Ha però, comunque, una sua strategia?
Questo sì. Quando parte, va fino in fondo. Non si ferma, nel bene o nel male, e corre dei rischi. Non è una persona fredda, ma non può fare ciò in cui non crede. Mi sono ispirato, come ti dicevo, un po’ a Don Draper e a Harvey Specter (Gabriel Match) di Suits. Non lo definirei un eroe romantico; è un po’ come Batman, con dei poteri, ma non è invincibile. Con la forza del proprio carattere saprà reagire alle avversità e ai no che creerà nei rapporti amorosi e non.
Principalmente, Dante andrà a rompere certe dinamiche, creerà scompiglio, malumori e lotte. Vorrà oltrepassare certi paletti per portare avanti una sua strategia, un suo piano che sembra d’attacco ma che, secondo me, affronta con grande coraggio e che ha messo in piedi con una sua onestà. Peraltro instaurerà un rapporto molto bello con la contessa Adelaide, interpretata da Vanessa Gravina.
Non avevi mai lavorato con lei, giusto?
No. Pur essendo entrambi attori anche di teatro, non l’avevo mai incontrata su un palcoscenico o su un set. Mi sono molto divertito con lei. C’è stato un grandissimo rapporto, una grandissima intesa.
E con gli altri colleghi di set come ti sei trovato?
Mi sono trovato bene con tutti. Ho lavorato molto con Alessandro Tersigni, che interpreta Vittorio. È un collega generoso, simpatico, sempre pronto a scherzare, a unire le forze per creare il migliore risultato per la serie. È fondamentale avere questo. Il Paradiso non è tale soltanto in televisione, ma lo è nel vero senso del termine. Al Paradiso entri per migliorarti e migliorarlo. L’ingresso è ammesso solo a un certo tipo di persone che sono capaci di restituire ciò che il Paradiso ti dona. Quando entri, inizia ad esistere dentro di te. È un’energia frizzante, una magia, che ti accompagna fino a quando, dopo una giornata di lavoro, lasci gli studi e torni a casa. Auguro alla fiction di arrivare fino ai giorni nostri. C’è tanto da raccontare!
Grazie al Paradiso torni in video dopo tre anni di assenza. L’ultima volta ti abbiamo visto in Sacrificio d’Amore, nel ruolo di Alessandro Lucchesi. A cosa ti sei dedicato in questi anni?
Sono stati degli anni molto felici, che ho voluto dedicare a mia figlia. Era una cosa importante. Gli studi che hanno fatto sulla psicologia dell’infanzia, sia le università francesi e sia quelle di tutto il mondo, dimostrano che i primi mille giorni del fanciullo, del bambino e del neonato sono importantissimi e basilari per la loro crescita. Cose che ho studiato anche all’Università, dove mi sono sempre dedicato all’attenzione, al rispetto della vita. Se poi questa riguarda tua figlia, che è una parte di te, non ti dispiace non dedicarti più al tuo lavoro.
Non mi sono allontanato dalla recitazione, anche se mi sono dedicato in questi anni alla mia famiglia, al mio matrimonio, al godimento di tutte le fasi della crescita di mia figlia. Tuttavia, nel frattempo ho scritto un crime internazionale con il mio socio, su grevi calamità del genere umano come la pedofilia, la prostituzione e il traffico di organi, che abbiamo già consegnato sulle scrivanie di importanti produttori che ci daranno la risposta. Al mattino e pomeriggio giocavo con mia figlia, la sera mi dedicavo a quello, partendo da alcune inchieste del Washington Post e del New York Times. Aspetti che fanno parte di un mondo che spero mia figlia e le future generazioni sappiano cambiare. Lo definirei una sorta di Gomorra al femminile, ambientato più a livello internazionale. Vedremo cosa raccoglieremo…
So che hai girato anche Luce Dei tuoi occhi, la nuova fiction con Giuseppe Zeno e Anna Valle.
Sì, esatto. L’ho girato per sei mesi, da giugno del 2020. Con Giuseppe Zeno che, guarda caso, è stato uno dei grandi protagonisti del Paradiso. Con lui ho condiviso molte tematiche, visto che ha due figlie e parlavamo anche di noi come padri. Nella fiction c’è poi Anna Valle, che è la protagonista insieme a lui. È un thriller che ha una fotografia e una regia spettacolare, con Fabrizio Costa, che è uno dei registi con cui mi sono sempre trovato bene. C’è un’amicizia e un’intesa indissolubile. È un professionista a cui affiderei il film della mia vita e il racconto di ciascun individuo. Ha una capacità incredibile di sintesi e di far affiorare molteplici aspetti che riguardano sia la scena e sia le linee narrative dei personaggi, ma anche sopratutto quello che non viene detto o letto, lasciando allo spettatore la capacità di interpretare qualcosa che colma la narrazione.
In futuro, ho come aspirazione quella di dirigere un film, che sta approdando ad una prima bozza di sceneggiatura, basato sulla vita del mio maestro Alberto Terrani con la moglie Lucia Valentini, la cantante lirica che poi è venuta a mancare a causa della leucemia. A lei devo la scelta di essere diventato attore. Se non fosse morta Lucia, Alberto non avrebbe aperto l’Accademia di recitazione. È stato un destino incrociato, come dissi nella prima intervista che feci nella mia carriera.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione
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