A Il Paradiso delle Signore è la venere Paola Galletti, la moglie del gelosissimo Franco Cecchi (Francesco Wolf). Parliamo di Elisa Cheli, che noi di TvSoap abbiamo contattato per rivolgerle qualche domanda sul suo personaggio e non solo.
Il paradiso delle signore: Tv Soap intervista ELISA CHELI (Paola Galletti)
Ciao Elisa, benvenuta su TvSoap. A Il Paradiso delle Signore interpreti Paola Galletti, un personaggio di cui stiamo scoprendo sempre di più. Partiamo dal principio: come sei arrivata nel cast?
Ci sono arrivata in maniera piuttosto standard. Ho fatto il provino tramite la mia agenzia e sono stata ricontattata dopo parecchio tempo. Calcola che ho fatto il provino a marzo 2018, per poi avere la notizia che ero stata presa a giugno. Nei mesi prima, il silenzio totale; ho pensato che non fosse andato bene. Avevo in programma un viaggio, quando sono stata avvisata a pochi giorni dall’inizio delle riprese, ho disdetto tutto e mi sono ritrovata magicamente sul set.
Avevi fatto il provino per Paola o per qualche altro personaggio?
In realtà non sapevo il personaggio. Il mio provino era per ottenere il ruolo di una venere, anche se ignoravo quale fosse. Paola si è evoluta piano piano, la scrittura è cresciuta insieme nel tempo. Credo che il mio provino, a marzo 2018, sia stato uno dei primi, forse non c’era ancora chiarezza sui vari personaggi. Quando sono stata presa mi hanno detto: “Tu farai la venere Paola Galletti”. Sono molto contenta di lei, che è il primo personaggio che porto in tv dopo tanto teatro. Anche se fin da subito era chiaro che il mio ruolo fosse secondario.
Paola è senz’altro un diesel. Partita un po’ in sordina, ora si sta prendendo qualche spazio.
Ricordo che inizialmente ho lavorato col regista Riccardo Mosca, che non conoscendomi – in base anche alla mia fisionomia – ha reso Paola un po’ antipatica. Nelle prime puntate c’erano state uscite antipatiche da parte sua, ma questa versione è stata poi stravolta. Hanno capito che ero molto più propensa a fare delle cose comiche, senz’altro diverse rispetto a quelle che loro avevano pensato. Ci siamo confrontati. Il bello del nostro lavoro è stato quello: parlare tra di noi, incrociare le nostre idee.
Cosa ti piace di più di Paola?
È molto generosa e paziente, aggiungerei rispettosa nei confronti degli altri. È empatica con Franco (Francesco Wolf), il marito che la fa un po’ penare. Se fossi stata al posto suo, ai tempi d’oggi, un compagno del genere l’avrei senz’altro mandato a quel paese. In quegli anni però era diverso, anche se al Paradiso ci sono state donne che si sono fatte rispettare più di lei. Di Paola apprezzo che voglia rendersi autonoma, anche se per amore e diligenza rimane molto fedele al marito, pur non lasciandosi mettere del tutto i piedi in testa. Per come l’ho percepita io, ci sono stati dei momenti in cui lei si è fatta valere in qualche modo. O almeno ci ha provato, ecco.
Confesso che Paola mi ha fatto tenerezza nelle puntate in cui è apparso Franco. Fondamentalmente perché, secondo me, non si meritava un trattamento del genere, dato l’amore e la devozione che professava per lui.
Esatto. Sono rimasta colpita io per prima di questa entrata un po’ strana di Franco. Finché non è apparso, l’idea che mi ero fatta era quello di un personaggio comico e buffo. Paola diceva spesso che tornava a casa per fare l’ossobuco a Franco o per farsi fare un massaggio ai piedi da lui. Cose buffe che tutti quanti, sia io come attrice e sia i registi, abbiamo sempre cercato di accentuare proprio perché volevamo creare suspense per questo personaggio. Vederlo arrivare completamente stravolto, dalla mia idea e da quella che si erano fatti tutti i telespettatori del Paradiso, mi ha stranito. Non me l’aspettavo. Avevo in mente un personaggio più comico e buffo. Invece hanno preso un’altra rotta, magari per scendere nei cliché di quegli anni.
Beh sì, anche perché su Internet tutti quanti si chiedevano ironicamente se Franco esistesse davvero…
Sì. Ti faccio un paragone con la zia Ernesta, un personaggio che penso abbia suscitato simpatia nel pubblico anche per il suo essere buffa, bigotta e così via. Pensavo dunque che anche per Franco servisse un’entrata comica, essendo stato menzionato per due anni così tanto. A parer mio, avrebbe funzionato di più.
Con Francesco Wolf mi sono invece trovata benissimo. È stato molto bravo. La prima scena che abbiamo girato è stata quella in cui Franco mi vede all’ingresso del Paradiso e mi forza ad entrare in macchina. Ci siamo conosciuti così. Lui non sapeva nulla del personaggio e mi chiedeva delucidazioni, ma non sapevo bene come rispondergli. Anche perché le sceneggiature ci vengono date man mano, perciò non sapevo dove dirottarlo. È entrato bene nella psicologia del personaggio, nonostante i pochi indizi di cui disponeva. Francesco viene dal teatro. Ci siamo “presi” e abbiamo svolto un lavoro puntiglioso, accettando entrambi i consigli che ci davamo. Wolf è piaciuto molto anche al regista Marco Maccaferri, con cui ha creato un buon feeling.
Ci sarà la possibilità di approfondire il legame tra Franco e Paola nelle prossime puntate?
Speriamo! Fino ad ora di Paola si è sempre saputo molto poco. Mi piacerebbe quindi scoprire qualcosa di più di lei. Approfondire il rapporto con Franco consentirebbe inoltre a Francesco di continuare a stare con noi, nella grande famiglia del Paradiso.
La domanda sorge spontanea, allora. Che cosa auguri a Paola per il futuro?
Ho pensato a due cose. Vorrei innanzitutto che capovolgesse questo rapporto con Franco, che nascesse una coppia comica. È difficile per l’imprinting che hanno dato a lui, ma mi divertirebbe tantissimo se tornassero affiatati, in maniera comica e buffa, al termine di una vacanza. Che ne so, gli Stanlio e Ollio del Paradiso che ancora non ci sono. Quelli che si avvicinano di più al mio ideale sono Salvatore (Emanuel Caserio) e Marcello (Pietro Masotti), che però sono due amici. C’è stato un accenno tra Irene (Francesca Del Fa) e Rocco (Giancarlo Commare), ma per ora la cosa è stato accantonata. Funzionavano, soprattutto per la bravura degli attori.
Tornando a noi, la mia seconda idea sarebbe quella di far liberare Paola, sia psicologicamente e sia emotivamente, da Franco, se rimane fermo nelle posizioni che abbiamo visto. Non parlo per forza di divorzio, anche se negli anni 60/70 questo tema si stava iniziando a delineare e sarebbe interessante proporlo anche a livello storico. Vorrei però che si distaccasse emotivamente per crearsi un suo spazio di indipendenza. Potrebbe coltivare una passione. Quella della musica, ad esempio, visto che io suono il flauto traverso da tanti anni. Sarebbe un sogno per me far coincidere la recitazione e la musica, due delle mie più grandi passioni. Al Paradiso è già successo questo (a Tina, ad esempio, che amava il canto).
Per come è caratterizzata, Paola è senz’altro il simbolo di una società patriarcale. Non trovi?
Sì, è proprio la tipica figura di donna molto devota. Anche se a volte, mentre leggevo i copioni, mi veniva come l’impressione che lei avesse qualcosa che voleva dire, a cui volesse andare contro. Ho avuto il sentore che in certe occasioni fosse stanca, per dire, di andare a cena dai suoceri. C’è qualcosa in lei che io devo ancora scoprire. Penso sia una donna che vorrebbe ma non può, che potrebbe fare qualcosa ma che non cambia per rimanere fedele ai suoi principi. È un po’ questa l’incognita che leggo io personalmente.
Veniamo un po’ a te. Quando hai deciso di fare l’attrice?
È una domanda molto bella. Penso di essermi appassionata all’idea di fare l’attrice da piccolissima. Ho sempre avuto voglia e energia di raccontare. Rimasi molto colpita quando, ad uno dei miei saggi di pianoforte, vidi per la prima volta Virginia Raffaele, che all’epoca non era ancora conosciuta. Lei conduceva il saggio. Da lì mi venne la curiosità. Capii che potevo dare qualcosa agli altri non solo suonando. Virginia regalava energia al pubblico.
Insomma, è grazie alla musica che ho visto che potevo fare l’attrice, stare sul palco in un’altra veste. Ho maturato il tutto concretamente al liceo, iscrivendomi ad un corso di teatro. Per questo devo ringraziare i miei, che mi hanno fatto conoscere nel loro piccolo questo mondo. Impegnandomi tanto, è come se avessi coltivato anche un loro sogno nel cassetto. È un’ipotesi a cui mi piace pensare.
C’è qualche sogno nel cassetto che vorresti realizzare?
Come prima cosa, spero di fare solo questo mestiere e basta, il che è difficilissimo. Ci sono attori bravissimi che non riescono a vivere completamente solo con la recitazione. Poi vorrei fare un film al cinema, che indubbiamente mi affascina tanto. È un mondo che mi incuriosisce. Il mestiere dell’attore, sia se lo fai a teatro, sia in televisione o al cinema, è sempre lo stesso, ma cambia la tecnica con cui approcciarsi al mestiere.
Io pure, quando sono passata dal teatro alla tv, mi sono sentita spiazzata. Mi chiedevo come funzionassero le cose. Non c’era il pubblico, a cui era abituata. Il cinema sarà ancora diverso, nonostante ci sia una telecamera davanti.
Hai qualche passione particolare?
Oltre al flauto traverso, mi piace cantare. Sto studiando canto da tre anni. Adoro anche andare in bicicletta, che è il mio angolo felice. Nel periodo della quarantena ho sofferto per questa mancanza.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione