Sin dall’inizio interpreta la controversa Silvia Cattaneo, la moglie “manipolatrice” del ragioniere Luciano (Giorgio Lupano) de Il Paradiso delle Signore. Stiamo parlando di Marta Richeldi, attrice che abbiamo intervistato per i nostri lettori. Ecco che cosa ha detto a noi di Tv Soap.
Il paradiso delle signore: Tv Soap intervista MARTA RICHELDI
Salve, Marta. Partiamo dall’affetto che il pubblico da casa riserva a Il Paradiso delle Signore. Cosa si prova ad essere così apprezzati?
È naturalmente bello, gratificante e nutriente. Il pubblico de Il Paradiso delle Signore è molto attento; spesso ho avuto dei commenti in cui traspariva che le storie della soap, con le loro sfumature, erano state capite profondamente.
Lei però interpreta Silvia, un personaggio che a volte è davvero difficile da capire…
Certo, è un personaggio che divide le folle. Ha sia dei detrattori, sia dei sostenitori. Io amo molto interpretare Silvia perché mi ha dato la possibilità di mostrare le contraddizioni che, a mio avviso, fanno parte di tutti noi. Ogni persona ha dei lati positivi e negativi. Silvia è molto umana, non è stereotipata. Mi ha dato l’input per andare a scandagliare, per trovare dentro di me aspetti differenti.
Nella prima stagione è stata molto ambiziosa, poco attenta ai voleri dei figli. Talvolta cattiva col marito, anche se poi si è rivelata persino una madre amorevole, capace di sacrifici e di mettere da parte i propri sentimenti, anche di fronte a Clelia, la sua rivale. Silvia è tante cose. Magari non è il personaggio più amato perché non è una paladina dell’amore, ma mi piace che si discuta molto su di lei. Crea dinamiche, altrimenti che noia sarebbe? Se tutti si amassero, andassero d’amore e d’accordo senza problemi, dopo due giorni ci si annoierebbe.
Veniamo alla svolta di Federico, che si è scoperto essere figlio di Umberto Guarnieri e non di Luciano, il legittimo marito di Silvia…
C’era stata una velata allusione, lo scorso anno, nella scena in cui Silvia andò a ricattare Umberto. La storyline non venne più approfondita, soprattutto perché allora c’era la linea di Nicoletta insieme ad altre trame parallele della famiglia Cattaneo. Effettivamente Silvia ha avuto questo scivolone giovanile dopo il matrimonio; c’è stato il tradimento, conclusosi con una notte d’amore, ma lei non aveva la certezza che Federico fosse davvero il figlio del banchiere, cosa che ha scoperto con le analisi del sangue fatte per necessità prima dell’operazione del figlio.
Chi ha sbagliato di più tra Silvia e Luciano?
Penso abbiano sbagliato entrambi. C’è chi dice che lo sbaglio di Silvia sia imperdonabile, ma anche chi valuta gli errori di Luciano per la storia con Clelia. Nel caso della Cattaneo, bisogna anche mettersi nei panni di una donna di quell’epoca. Oggi c’è il divorzio, ci si sposa per amore, la donna ha acquisito delle libertà e una sua indipendenza (anche se la società deve fare ancora dei passi in questo senso). Prima era diverso; il matrimonio era la struttura fondante della società, le donne non lavoravano. Per lei che era già sposata, con un futuro definito, era difficile mandare tutto all’aria dopo l’errore commesso in gioventù.
Cosa ne pensa del tifo del pubblico per Clelia e Luciano?
Penso sia normale che il pubblico tifi per Clelia e Luciano, un amore travolgente e passionale descritto anche nel periodo dell’incontro, dell’innamoramento che “brucia”. Fa parte di quelle storie che si spera si concludano con il “vissero felici e contenti”. Silvia e il marito rappresentano invece quello che può succedere dopo il lieto fine, l’amore che dura nel tempo, fatto di piccole cose. Ad ogni modo mi piace che Silvia e Clelia siano nemiche/amiche. Tra di loro c’è rispetto; spesso si sono venute incontro.
Nella soap ha potuto rincontrare anche Giorgio Lupano…
Sì. Io e Giorgio siamo stati compagni di scuola all’Accademia del Teatro Stabile di Torino, diretta da Luca Ronconi. È stato bellissimo ritrovarci, avendo anche una “grammatica” comune. Tra noi c’è una grande intesa, a volte modifichiamo delle scene insieme o decidiamo come recitarle. Tutti e due veniamo dal teatro. Ma è stato bello anche con Alessandro Fella e Federica Girardello, che hanno interpretato i miei figli. Spero di tornarci presto…
L’ha accennato, le riprese sono state interrotte per via del Coronavirus. Come sta vivendo questo periodo?
È un periodo un po’ difficile per tutti, penso. Per quanto riguarda noi, posso dire che i produttori stanno lavorando alacremente per trovare un modo celere di procedere, insieme ai sindacati, alle società di sicurezza sul lavoro. L’Italia è bellezza, arte e cultura. È vero che si può vivere senza teatro, cinema e musei… ma che vita è? Auspico che, dopo aver raggiunto le giuste sicurezze, niente venga rallentato da una burocrazia inutile. Poi c’è tutto un mondo che ruota intorno a noi attori: maestranze, runner, produzione, scenografia, trucco, parrucco e così via. È un settore che ha poche tutele, ne servirebbero di più; spero non venga completamente abbandonato.
E in questa quarantena, cosa sta facendo?
Innanzitutto ho un bimbo di dieci anni, che è la mia occupazione principale. Sto cercando di terminare con un mio amico la stesura di una sceneggiatura di un film, che chissà se vedrà mai la luce. Amo poi il cinema, quindi ho rivisto film vecchi che amo molto ma anche alcuni nuovi. Ho ricominciato a leggere; cerco di allenarmi un po’ ogni giorno perché aiuta a mantenere alto l’umore. Iniziano a mancarmi i miei amici più cari. La sera, ci salutiamo attraverso le telefonate.
Ultima domanda. Quali altri lavori, precedenti al Paradiso, ricorda di più?
Io vengo dal teatro, classico e contemporaneo. Mi considero novella nell’ambito televisivo. Ho fatto però delle piccole parti al cinema con grandissimi registi come Lasse Hallström, un film con Uma Thurman, Nick Nolte. Di recente, ho recitato una scena in L’uomo del Labirinto di Donato Carrisi con Toni Servillo, uno degli uomini e attori che più stimo. Con Alessandro Gassman ho lavorato in Riccardo III, dove facevo la regina Elisabetta. In una rivisitazione del Conte di Montecristo, diretta da Ugo Gregoretti, io e Lupano facevamo fratello e sorella. Ci accoppiano insomma, abbiamo questo destino comune che ogni tanto emerge.
In Collaborazione con Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione