Oggi intervistiamo Federica Castaldi, web & social content manager di Un Posto al Sole, che da diversi anni accompagna la soap all’ombra del Vesuvio.
Federica, quali sono secondo te i punti di forza di Un Posto al Sole?
I punti di forza sono svariati: al primo posto metto la passione del team. Non solo il cast, che ha dato forma e sapore ai personaggi creati restituendo con maestria al pubblico (di cui faccio parte anche io ovviamente!) dei compagni di vita virtuali e al tempo stesso realistici al punto da credere che siano reali, ma proprio ogni singolo anello della catena di montaggio che rende possibile questo miracolo produttivo che è Un posto al sole; dal primo all’ultimo, dalla scrittura alla comunicazione. Credo che la sinergia che contraddistingue il team che con passione dà vita da tanti anni a Un posto al sole sia senza dubbio il punto di forza maggiore. Certo, anche nel nostro “condominio” a Fuorigrotta c’è spazio per discussioni, incomprensioni, scorrettezze e richiami, ma si trova sempre un punto d’incontro dal quale ripartire più forti di prima.
Il secondo posto lo dedico alla struttura narrativa, all’equilibrio tra le storie: si ride, si piange, ci si commuove, ci si arrabbia con storie che distraggono, appassionano e sanno anche far riflettere. Adoro la capacità di Un posto al sole di raccontare il bene e il male lasciando al pubblico la possibilità di scegliere da che parte stare.
La medaglia di bronzo è decisamente per Napoli che non è solo una splendida cornice a mo’ di cartolina, ma una vera e propria protagonista, con la sua geografia, le sue contraddizioni, il sacro e il profano, la gente onesta e chi invece quell’onestà continua a calpestarla, la lava che scalda il suolo e il temperamento del nostro popolo.
Hai vissuto tutti i passaggi web di Un Posto al Sole dalla prima versione all’ultima. Puoi indicarci i cambiamenti ottenuti nel tempo?
Sì, li ho vissuti tutti, il web di Un posto al sole è nato con me e con me è cresciuto… I cambiamenti sono stati dettati dalla tecnologia che è stata offerta negli anni a servizio dei contenuti di Un posto al sole: abbiamo iniziato con un classico sito, una finestra su un mondo che suscita sempre molta curiosità, che aveva solo delle email di riferimento per l’utenza e una semplice “bacheca” dove lasciare i propri messaggi… Poi è arrivato il forum, che ha avuto varie versioni (sempre dovute agli avanzamenti tecnologici) e che ha allargato non poco la community che si creava alle spalle del nostro sito.
Ma per quanto abbia sempre risposto a tutte le email ricevute e spesso abbia passato notti insonni davanti al forum, la community è sempre stata limitata se paragonata ad oggi: i social media hanno cambiato molto la possibilità di interazione con quella finestra sul nostro mondo e personalmente sono molto colpita della crescita negli anni in termini di numeri, ma non solo: è dal lontano 21 giugno 2001 che conosco persone grazie ad Un posto al sole, vuoi perché appartengono o hanno creato comunità non ufficiali sui social dedicate ad Upas e ai suoi attori, vuoi perché sono venuti in Rai a fare la visita sul set. Alcune di loro ti entrano nel cuore e ci restano!
Direi bene, anche se è ancora una piccola parte del numeroso e trasversale pubblico di Un posto al sole. Il pubblico ama poter dire la propria opinione. Bella o brutta che sia, a patto che si parli nel rispetto delle persone, accogliamo tutte le critiche. Ci capita di dover far fronte a reazioni notevoli nei numeri e eccessive nei toni: non vogliamo far cambiare idea a nessuno, proponiamo argomenti difficili da commentare sul web in due righe ed è facile eccedere nei toni se l’argomento tocca da vicino. A noi sta ristabilire l’equilibrio.
Quali saranno, secondo te, le nuove frontiere del mondo web, utilizzabili anche nella soap napoletana?
Tanto per cominciare la Rai si è espressa finalmente in una piattaforma digitale con standard qualitativamente molto elevati con Raiplay, ma sono sicura che saprà stupirci con tanto altro.
Ci sono dei “contest” che si potrebbero attuare in UPAS?
Nulla è impossibile.
Come è lavorare in questa grande famiglia?
L’hai detto: è come stare in famiglia. Qui parliamo di persone che hanno scambiato di tutto, dalle penne per prendere appunti ai vestiti dei figli che negli anni sono nati e cresciuti… Chiaro poi che a fine anno produttivo abbiamo tutti bisogno di staccare la spina e non vediamo l’ora di prendere aria, ma poi vedi che nelle varie chat arrivano puntuali i messaggi di auguri, gli aggiornamenti, le foto di incontri casuali e non tra colleghi / amici / parenti. Insomma è un po’ come quando parti adolescente per un viaggio lontano dalla famiglia e poi non vedi l’ora di riabbracciare tutti…
Cosa pensi delle storie che si narrano in UPAS?
Come ti dicevo, sono prima di tutto ben bilanciate e restano uno dei punti di forza maggiori della soap. Alcune mi tengono inchiodata alla sedia più di altre per gusto personale (adoro la detection), ma in generale sono ben congeniate, sviluppate, affinate e recitate. Difficilmente perderei una puntata!
Cosa c’è in cantiere per il futuro?
Mi auguro… altri 21 anni!!!
(Con la collaborazione di Sante Cossentino)
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