Che ricordi hai di Vivere?
Vivere è stato un progetto davvero innovativo nel panorama televisivo italiano. Era una soap ma con le caratteristiche del serial tv e quindi con molte riprese esterne: insomma una specie di telefilm a puntate sul genere di “Dallas” degli anni ’80, quindi con ritmi assolutamente diversi dalla vera e propria soap… Infatti fu da subito un successone con ascolti incredibili! Ho avuto la fortuna di essere nel cast della prima ora con un personaggio piuttosto perfido, Carlo Mantegna. Davvero divertente interpretare qualcuno di così diverso da quello che sono: prendere per i fondelli il buon Gherardi, importunare la povera Nina… Uno spasso anche dal punto di vista recitativo!
Preferisci il tuo primo periodo o il secondo?
Decisamente il primo: nel secondo ero diventato il povero Piersanti, “innamorato” della furba Rebecca…
Quali sono stati i momenti più belli ed emozionanti?
I momenti più belli sono sempre gli incontri col pubblico, un pubblico che ti segue con passione ogni giorno… e che addirittura ti chiama col nome del tuo personaggio!
Sei in contatto con gli ex colleghi?
Certamente! Mi vedo e mi sento spessissimo con Giorgio Biavati (il signor Bonelli), con Fabio Mazzari (Alfio Gherardi): con entrambi abbiamo fatto altre cose insieme al di fuori della soap. Ma ho ancora rapporti di amicizia e professionali con altri colleghi, con produttori e registi…
Cos’hai fatto dal 2008 ad oggi?
Un vero e proprio turbillon! Tanti altri progetti tra cui un programma davvero interessante che ho condotto per Rai 2 (“Presunto Colpevole”), ma ancora cinema con diversi progetti anche americani (tra cui un film di Woody Allen: To Rome with love).
Come ti trovi a Miami?
Miami è una città che esplode di luce e oceano. Adoro il mare, il sole e qua c’è anche mia moglie Betty… quindi direi “just perfect”!
Prossimi progetti?
Un film – dal titolo UMA – già girato che in questo momento sta facendo i festival (abbiamo vinto anche il Burbank Film Festival di Los Angeles); appena terminati i festival sarà in distribuzione (sale e Netflix). A ruota ci sarà un altro film nel 2018: sempre una produzione americana, vi terrò informati…
Cosa ci dici del tuo ruolo da imprenditore dell’aceto balsamico?
L’imprenditoria è sempre stata la mia passione, affiancata al mio lavoro di attore. Il balsamico (e parlo del balsamico tradizionale) lo vivo da sempre e da buon modenese è parte del mio DNA: negli anni la mia piccola aziendina è cresciuta tanto, sino al punto che siamo distribuiti in una buona fetta di globo e il nostro prodotto è il favorito per alcuni tra i più grandi Chef al mondo dall’Italia agli Stati Uniti, fino a Hong Kong e Cina…