Dopo oltre 300 puntate in cui ci ha regalato emozioni e risate a non finire, poco tempo fa abbiamo detto addio a Poppy Saalfeld. Proprio da pochi giorni è infatti arrivata anche nelle puntate italiane di Tempesta d’amore la terribile notizia della morte di questo amatissimo personaggio, che esce dunque definitivamente di scena. E quale modo migliore per salutare l’irresistibile Poppy se non con un’intervista alla sua simpaticissima interprete Birte Wentzek?
Ecco cosa ci ha raccontato: buona lettura!
Ciao Birte, grazie infinite per il tuo tempo! Iniziamo parlando del tuo ruolo a Tempesta d’amore. Hai interpretato Poppy per più di un anno: hai amato il tuo personaggio? Come lo descriveresti?
Poppy è indubbiamente una ragazza piena di vita, spontanea e molto ingenua… in senso buono! Crede nella buona fede delle persone e prende sempre alla lettera ciò che le dicono. Anche troppo… (ride)
È stata una grande sorpresa per te quando hai ricevuto la notizia che avevi ottenuto il ruolo?
Devo dire di sì, perché è passato davvero molto tempo tra il provino e l’arrivo della notizia che ero stata presa. In realtà il motivo era semplicemente che era un periodo di ferie ed i responsabili del casting non mi hanno chiamata prima perché… erano in vacanza! (ride) Però io ovviamente non ci pensavo e, non avendo più saputo nulla, ho dedotto di non essere stata scelta. Quindi quando è arrivata la telefonata… è stata davvero una bellissima sorpresa!
Cosa ricordi del tuo provino a Tempesta? Avevi avuto un’impressione positiva?
A onor del vero devo dire che durante il provino era andato tutto benissimo: si era subito creato un grandissimo feeling con gli attori di Tempesta con cui avevo provato le scene ed avevo percepito di essere piaciuta agli addetti del casting. In particolare, avevo girato delle scene con Melanie (Natascha) e Dirk (Werner) ed il risultato è stato subito fantastico. Però poi quel lunghissimo silenzio dopo il provino mi aveva fatto temere il peggio… per fortuna erano semplicemente tutti al mare! (ride)
Quanto c’è stato di Birte in Poppy e viceversa?
Devo dire che mi sono ritrovata molto nel mio ruolo. Sono una persona piena di vitalità e ho cercato di trasmetterla il più possibile al mio personaggio. Poi anche la gioia e la spensieratezza con cui Poppy affrontava la vita sono caratteristiche che abbiamo in comune. Infine, ci accomunava l’atteggiamento di fronte ai problemi: quando qualcosa va male o ci sono delle difficoltà, tentiamo sempre di trovare un aspetto positivo e cerchiamo con ottimismo un modo per risolvere il problema. Ah… e poi anche io credo anche io sempre nel buono delle persone! O forse no… (ride)
Poppy è stata una ragazza piena di umorismo ed ironia: anche questa è una caratteristica che vi accomuna?
Sì, assolutamente! Questo è il mio modo di affrontare la vita: col sorriso sulle labbra.
Poppy ha un passato come stripper e ballerina: ami anche tu danzare?
Sì, moltissimo! E sono contenta che ci siano state parecchie scene in questo senso… anche di strip! Ma grazie al cielo non si è mai vista troppa pelle! (ride) Rido ancora ripensando alla scena in cui, dopo il matrimonio con Werner, lo sorprendo uscendo da una torta gigante. Quanto abbiamo riso quel giorno…
Ritieni che il tuo personaggio sia molto cambiato dal suo ingresso fino all’uscita di scena? Come descriveresti questa evoluzione?
Si, assolutamente. Io amo i personaggi che crescono e maturano nel tempo e Poppy mi ha dato moltissime soddisfazioni in questo senso. È stata una ragazza semplice che viveva tra un chiosco di salsicce e le serate di strip tease, quindi quando è arrivata in questo hotel di super lusso ovviamente le brillavano sempre gli occhi… Era tutto un “Oooooh!” Nelle prime scene appariva a tutti come una ragazza non troppo sveglia, non troppo colta e che non capisce esattamente tutto: Werner ha avuto la pazienza di spiegarle ogni volta, di insegnarle… l’ha presa per mano e le ha insegnato a vivere in quell’ambiente, senza però toglierle quell’allegria, spensieratezza e ingenuità che l’hanno resa rendono così adorabile. Poppy è passata dall’essere una ragazza molto semplice e abituata ad una vita umile al diventare di colpo la “signora Saalfeld”, moglie del Direttore e comproprietario del Fürstenhof nonché first lady di Bichlheim! Insomma, un bel salto… ma è rimasta fedele a se stessa!
Quando Poppy e Werner si sono incontrati, per entrambi è scattato il colpo di fulmine: credi all’amore a prima vista? Ti è mai successo?
Sì assolutamente… con il mio attuale fidanzato e padre del mio bambino!
Poppy ha trovato in Werner il suo grande amore: come descriveresti il loro rapporto?
Con una sola parola: “AMORE”. Il loro è stato davvero il vero amore di cui tutti parlano. Non c’è altro modo per spiegare come due persone così diverse tra loro per estrazione sociale, esperienze di vita ed età – Werner avrà circa 40 anni più di Poppy! – possano trovarsi e capire di appartenersi. È stato davvero amore. Poppy non era assolutamente interessata alla ricchezza di Werner, al suo status sociale o al potere. A lei proprio non interessava nulla… è stata tutto tranne che una calcolatrice o un’arrampicatrice sociale. Semplicemente lei amava quell’uomo e lui amava lei.
Poppy è molto più giovane del suo Werner: cosa pensi della differenza di età in amore? Ti è mai capitato di innamorarti di un uomo molto più grande o molto più giovane di te?
Credo fermamente che l’età sia irrilevante se c’è l’amore. E in effetti io ho avuto uomini molto più grandi di me… anche se per ora mai con una differenza di 40 anni! (ride) Proprio perché l’ho vissuto in prima persona, posso dire che quando ci si ama l’età si dimentica. E mi è successa la stessa cosa girando le scene con Dirk (Werner): non ci abbiamo mai fatto caso perché ci siamo capiti benissimo, c’è sempre stato un grandissimo feeling sul set, tante risate… e l’età proprio non contava!
Al Fürstenhof, Poppy ha ritrovato sua sorella Natascha: come descriveresti il loro rapporto?
È stato un rapporto davvero speciale. All’inizio sono emerse soprattutto le differenze caratteriali e di conseguenza gli elementi di conflittualità. Quasi subito, però, ha preso il sopravvento il profondo legame che le legava: Natascha ha adorato la sua sorellina, mentre Poppy ha sempre visto nella sorella maggiore la sua eroina. Poi ovviamente quando la “piccola e ingenua Poppy” ha fatto carriera come Lady Swiss al posto suo, Natascha non ha propriamente apprezzato… (ride) Poi anche con Michael c’è stata un po’ di competizione… ma una competizione sempre amorevole!
Com’è stato lavorare con Melanie Wiegmann? Cosa ti piace di lei?
È stato semplicemente… fantastico! Melanie è super. Lavorare con lei è stato un sogno: posso dire che ci vogliamo bene come se fossimo davvero sorelle. Il legame che è andato in scena rispecchia qualcosa di reale. Sul set ci intendevamo alla perfezione e, nei periodi in cui avevamo poche scene insieme, ne abbiamo sentito molto la mancanza.
Se avessi potuto diventare sceneggiatrice per un giorno, che storia avresti scritto per la tua Poppy?
Poppy ha sempre avuto il grande desiderio di diventare madre, ma purtroppo Werner non voleva avere figli. Avrei tanto voluto che potesse realizzare questo suo sogno, perché è qualcosa che capisco molto bene: ho desiderato a lungo un bambino ed a gennaio 2014 finalmente è arrivato. So quindi molto bene cosa possa aver provato Poppy.
Prima di Tempesta hai avuto modo di lavorare sia in teatro che in televisione: quali differenze hai riscontrato tra il lavoro sul palcoscenico e quello davanti alla cinepresa? Quale dei due ami di più?
È davvero difficile: amo entrambe le professioni. Ho studiato a lungo recitazione teatrale e lavorato parecchi anni sul palcoscenico facendo anche tournée. Quando faccio teatro, però, sento la mancanza del lavoro con la cinepresa… e quando giro per il cinema o la televisione sento la mancanza del palcoscenico! (ride) Insomma, amo entrambi e non potrei mai rinunciare ad uno dei due per lungo tempo.
Poppy è stato un personaggio molto brioso e ironico: interpreti spesso questo genere di ruoli? Oppure hai avuto anche parti più drammatiche o negative?
Mio papà mi dice sempre che questo tipo di personaggi è perfetto su di me, perché riesco a conquistare il pubblico. Nel corso della mia carriera, però, ho dovuto interpretare anche ruoli più drammatici.
E anche personaggi negativi?
Io cattiva? No, non ne sarei capace! (ride)
Quando hai preso la decisione di diventare attrice?
Quando avevo cinque-sei anni. Ho sempre avuto questa passione e negli anni del liceo mi sono iscritta ad una scuola di recitazione. Poi dopo la maturità ho potuto frequentare una vera scuola di formazione professionale per attori. Quindi diciamo che sono cresciuta sul palcoscenico e alla fine del liceo sapevo di dover quanto meno provare a trasformare questa mia grande passione in una professione. Mi sono detta “Forse funzionerà o forse no… ma ci devo almeno provare!”
Sei figlia d’arte?
Direi di no: mio papà è un medico e mia mamma una maestra.
Ed i tuoi genitori hanno appoggiato questa tua scelta professionale?
Assolutamente sì, perché sapevano che questa era la mia strada. Da quando ero bambina, questa è stata la mia grande passione: nient’altro ha mai avuto un ruolo così importante nella mia vita. Poi erano contenti che mi fossi iscritta ad una scuola di recitazione seria che mi ha permesso, una volta diplomata, di trovare subito lavoro.
C’è un attore o un’attrice in particolare che ha rappresentato un modello o un’ispirazione per te?
Non un modello nel senso di “idolo”, ma ho studiato a lungo il modo di recitare di Anke Engelke, un’attrice comica che trovo fantastica.
Cosa consiglieresti ai giovani che sognano di diventare attori?
Non fatelo! (ride) Scherzo ovviamente. Quello che posso consigliare è che, se hanno questo sogno, devono provarci ma mantenendosi comunque una “via di fuga”. Io ho fatto una scuola di recitazione pubblica dove mi sono formata ed ho imparato questo mestiere, ricevendo incoraggiamenti e dimostrazioni di stima che mi hanno fatto capire che avrei potuto farcela. Se però ci si rende conto che la passione non è supportata da un talento o una predisposizione, purtroppo non si può sperare che la recitazione possa diventare una vera professione. Ma anche se c’è il talento, ci tengo a ribadire ancora una volta che la scuola è fondamentale: non solo si apprendono le tecniche base, ma si stringono i contatti che ti permetteranno di lavorare. Personalmente consiglio di partire facendosi le ossa in teatro e poi tentare la strada del cinema o della televisione.
Qual è l’aspetto più duro di questo mestiere?
Chi vuole fare l’attore deve tenere bene a mente che questa è una professione che regala momenti stupendi, ma mette anche alla prova con periodi duri: a volte si sta anche mesi interi a casa senza riuscire a trovare un’offerta. E la situazione può diventare davvero difficile. Bisogna avere pazienza e determinazione.
In generale cosa hai amato particolarmente del tuo lavoro a Tempesta d’amore? C’è qualcosa che non ti aspettavi e ti ha sorpreso, sia positivamente che negativamente?
Ho trovato la produzione estremamente coraggiosa nello scritturare un personaggio come quello di Poppy: biondina, stripper… con una relazione con un uomo che potrebbe essere suo padre! Sulla carta penso che chiunque avrebbe storto la bocca. Ma anche negli anni passati ci sono state trame con tematiche coraggiose come quella sull’invalidità. Quindi la mia impressione è che la produzione di Sturm der Liebe abbia molto più coraggio della maggioranza delle altre serie.
Un altro aspetto che mi ha colpita è il livello dei professionisti che lavorano in questa serie, sia davanti che dietro la telecamera. È davvero una squadra pazzesca. E lo dimostra il fatto che ci sono colleghi che lavorano a Tempesta d’amore da oltre dieci anni…
Infine, c’è una cosa che adoro: non importa quanto la scena sia drammatica o quante lacrime debbano venire versate, ma l’umorismo e l’ironia non vengono mai perse. E questo è fondamentale per lavorare bene.
Prima di arrivare a Tempesta avevi già lavorato con alcuni dei tuoi attuali colleghi?
Conoscevo molti di loro, ma non avevo mai avuto occasione di lavorarci insieme.
C’è un collega in particolare con cui hai amato in assoluto di più girare?
Sicuramente con Melanie (Natascha) e Dirk (Werner)… ma credo sia scontato! E poi devo dire che ho adorato lavorare con Erich (Michael): abbiamo girato delle scene a dir poco esilaranti! Michael era innamorato di Poppy, ma lei non se ne rendeva conto e correva sempre a piangere sulla sua spalla dando vita a delle situazioni davvero divertenti. Abbiamo riso fino alle lacrime…
C’è una scena che preferisci in assoluto tra quelle girate a Tempesta?
Probabilmente quella in cui esco dalla torta gigante! (ride) E indubbiamente il mio matrimonio con Werner: credo che in pochi avrebbero scommesso che una coppia strana come la nostra avrebbe funzionato e invece il coraggio degli autori è stato premiato!
Poi ci sono state delle intere giornate di riprese in esterna che ho amato, come quelle nella stalla dei cavalli o al lago.
Per finire, dove ti vedi tra dieci anni? Hai un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?
A dire il vero no, perché i miei grandi sogni li ho già realizzati: ho un bambino, un compagno e un lavoro che adoro. Quindi il mio sogno è poter avere ancora tutto questo tra dieci anni o più!
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