Il Paradiso delle Signore 9, Danilo D’Agostino a Tv Soap: “il mio Matteo ci sarà anche nella prossima stagione!”

Matteo Portelli, interpretato da Danilo D'Agostino / Il paradiso delle signore / Copyright foto P. BRUNI
Matteo Portelli, interpretato da Danilo D'Agostino / Il paradiso delle signore / Copyright foto P. BRUNI

È stata una delle rivelazioni dell’ottava stagione de Il Paradiso delle Signore, dove ha rivestito il ruolo di Matteo Portelli, il fratellastro di Marcello Barbieri (Pietro Masotti) che ha vissuto un amore travagliato con la bella Maria Puglisi (Chiara Russo). Tutti aspetti dei quali abbiamo parlato con Danilo D’Agostino, l’attore che gli presta il volto.

Un ruolo, quello di Matteo, che Danilo porterà in scena anche nella nona stagione della fiction, sul set a partire da fine mese, proprio come ci ha rivelato in questa intervista esclusiva a Tv Soap.

Il Paradiso delle Signore: intervista a Danilo D’Agostino (Matteo Portelli)

Ciao Danilo, benvenuto su Tv Soap. Parliamo di Matteo Portelli, new entry di questa stagione. Che cosa ti è piaciuto di lui? C’è qualche aspetto nel quale ti sei rivisto?

Matteo è un personaggio entrato fin da subito nelle dinamiche principale del Paradiso, visto che ha interagito sia con Maria, sia con Umberto Guarnieri (Roberto Farnesi) e Marcello. Gli hanno dato molta fiducia. Matteo per tanti aspetti mi appartiene. Si innamora, forse per la prima volta, e per quell’amore è disposto a fare per qualsiasi cosa. Anche se è diviso pure dall’amore che prova per la madre. Un aspetto che è molto vicino alla mia persona, perché sono tanto stretto ai legami interpersonali e soprattutto familiari e sono innamorato dell’amore. Sono un romanticone, anche se non si direbbe.

Inoltre, mi rivedo in lui per ciò che concerne il suo lato artistico: Matteo ha il valore aggiunto del pianoforte. In fase provini, mi trovavo con il direttore artistico e, chiacchierando, è saltato fuori che ero un pianista. Da lì, ha voluto inserire all’interno della storia questo lato di Matteo, che non era previsto. Cosa che ha fatto sì che entrasse in lui un po’ di Danilo. E sono molto contento di tale spazio.

C’è qualcosa che, al contrario, non ti è piaciuto di lui?

Sicuramente non mi è piaciuto il “tradimento”, anche se costretto. Matteo è stato messo alle strette: ha dovuto scegliere tra la madre e suo fratello. C’erano delle vie di mezzo che poteva adottare? Col senno di poi, leggendo i commenti sui social, sembrerebbe di sì. In fondo, col senno di poi sono tutti bravi a ragionare, ma in pochi forse si sono immedesimati nella situazione reale che viveva Matteo. E quando devi scegliere su due piedi nessuno è bravo. E così, tra peso e contrappeso, Matteo ha scelto la madre. E sicuramente non avrebbe voluto nient’altro che sua madre in salute, a discapito anche del fratello.

Non penso che io, Danilo, avrei agito così. Essendo legato tanto ai rapporti personali, sono un ragazzo molto fedele sia in amicizia, sia in amore. E quindi non sarei riuscito a tenere il piede in due scarpe tra Guarnieri e Marcello. E forse, a dirla tutta, non mi sarei avvicinato a Umberto a prescindere.

Diciamo che Guarnieri è una delle persone meno raccomandabili all’interno della fiction…

Eh sì. Matteo non è stupido; è furbo, intelligente e scaltro. Poteva immaginarselo, ma ci sono stati anche dei suoi attimi di stupidità che l’hanno portato ad avvicinarsi a Umberto, fino ad essere messo in un vicolo da lui.

E sul rapporto tra Maria e Matteo che mi dici? È tutto partito da un bacio che le ha dato, senza nemmeno conoscerla, per salvarla dalle grinfie di due malviventi, ma poi si è davvero innamorato di lei…

Maria e Matteo hanno avuto un inizio col botto. È entrato e l’ha baciata. Per gli anni in cui è ambientata la soap, è stato molto audace. Perché all’epoca aveva un significato e un altro peso molto diverso rispetto a quello che ha oggi. Inizialmente, secondo me non si aspettava nessuno, neanche Matteo, che sarebbe finita così.

Se ci pensi, Maria fa parte di una famiglia meridionale, esattamente come il fidanzato Vito Lamantia (Elia Tedesco), al quale i genitori erano molto legati. C’erano in ballo tante dinamiche che, all’epoca, sfociavano in un fidanzamento e poi in un matrimonio, perché quella erano le classiche tappe. Matteo ha rotto questo schema, che un po’ andava a costringere i rapporti. Valori che, in certi casi per fortuna e in altri per sfortuna, si sono persi e che adesso lasciano libertà sia ad un sesso che all’altro.

Matteo ha rotto i tabù dell’epoca. E, a discapito di Vito, fa breccia nel cuore di Maria. Cosa che, da Danilo, mi dispiace perché io con Elia ho un rapporto bellissimo. Siamo davvero tanto amici. Quando ci vediamo, scherziamo sempre. Ma alla fine, è stato il suo Vito a rimetterci.

Un’evoluzione, quella tra Maria e Matteo, che è piaciuta al pubblico. Secondo te per quale motivo?

Credo che il pubblico abbia percepito quanto io e Chiara Russo abbiamo lavorato per fare arrivare i sentimenti di Maria e Matteo; abbiamo dato l’anima per questa storia. Ed è bello constatare che la gente si sia affezionata a noi. Con mia sorpresa, ho notato che la gente si è affezionata di più a Maria e Matteo rispetto alla coppia formata dalla Puglisi e da Vito. Non me l’aspettavo, perché la loro coppia era affermata e bella solida.

In realtà, personalmente mi aspettavo invece una maggiore affezione a Maria e Matteo, perché comunque la storia con Vito era nata con una mezza bugia. Il pubblico era diviso. In fondo, Vito ha nascosto a Maria di essere l’uomo prescelto dal padre Ciro (Massimo Cagnina) per contrarre matrimonio…

Sì, anche se quelle di Vito possono essere definite bugie, non dico a fin di bene, per cercare di entrare in relazione con Maria, che amava, come ha fatto anche Matteo. E, tra l’altro, alla fine Vito ha dimostrato di essere un uomo, dato che nelle ultime puntate è andato a parlare con Ciro, chiedendogli di lasciare libera Maria di seguire il suo cuore.

Nonostante le azioni un po’ impulsive che ha avuto, come la scazzottata e il comportamento duro con Maria, Vito si è dimostrato un uomo.

Abbiamo già parlato dei feedback ricevuti sulla coppia. Il pubblico, invece, cosa pensa singolarmente di Matteo? Hai letto qualcosa?

All’inizio ero un po’ odiato. Matteo era quel personaggio che ti portava a dire: “Ma che ci sta a fare lì?“. Pian piano che ha iniziato a capire come Matteo si stava incastrando nella serie e, magari, quello che stava portando, come il valore aggiunto del pianoforte, il pubblico si è affezionato e l’ha accettato all’interno della storia, finché non è piaciuto davvero.

Nonostante ci siano sempre dei detrattori, a cui Matteo non è andato giù per le dinamiche nelle quali è rimasto coinvolto, ho percepito che è piaciuto. Detto ciò, avendo avuto una grande rilevanza nella serie, è normale che Matteo non abbia soltanto degli estimatori. E questo, se devo essere sincero, non mi dispiace. Perché i telespettatori non pensano tutti alla stessa maniera e il plebiscito non può esserci per forza di cose

Trovo bello che un personaggio abbia tante sfumature. E Matteo, infatti, mi è piaciuto tanto per quel genere di colori, tutti diversi, che ha: non è tutto rose e fiori. È innamorato ma è dubbioso, è incazzato e pensieroso, è in colpa. Ha tanti colori. Per me è stato un ruolo davvero impegnativo perché Matteo non è piatto. È molto altalenante. E questa cosa, per tornare a ciò che dicevamo prima, non appartiene a me, a Danilo, perché sono una persona molto equilibrata. Mi piace stare sereno e in pace. Mi ritengo un uomo equilibrato che sa quello che vuole, al contrario di Matteo.

Matteo è ad oggi il personaggio più a lungo che hai portato in scena…

Sì, sono stato con lui sul set per ben otto mesi. Quest’anno è uscito un altro film al cinema, girato a Rieti che si intitola Nonna Ci Produce Un Film, grazie al quale sono stato sul set per circa un mese. Un impegno intenso ma non paragonabile a quello con Il Paradiso delle Signore, dove sono stato sul set tutti i giorni per otto mesi. È stata una bella scuola e lo sarà, perché comunque girerò anche la prossima stagione. La ritengo un’esperienza unica. Gli sceneggiatori mi hanno dato tanta fiducia e responsabilità per il personaggio. Li ringrazierò sempre perché avevo un minimo di esperienza sul set; avevo già fatto qualcosina, ma non così tanta dal poter pensare mi venisse affidato un personaggio così importante. Spero dunque di avere interpretato Matteo al meglio che potevo.

Recitare con tanti attori così bravi, ognuno col suo modo di recitare e di essere, mi ha permesso di apprendere da tutti, di assorbire come una spugna. Lì cresci, impari e ritengo di aver fatto dei passi da gigante. Sul set del Paradiso, che è un bellissimo ambiente dove è difficile trovare qualcuno con cui non vai d’accordo, c’è uno scambio continuo. E questo è merito dell’autore, a cui spetta la scelta finale per il personaggio: è una persona empatica, sensibile, che percepisce le persone buone dentro. Lo dico perché il Paradiso è davvero una grande famiglia. Anche fuori facciamo un sacco di cose insieme ed è addirittura nata una band con alcuni membri…

Ah sì? Da chi è composta la band?

Siamo io, uno dei registi, un microfonista, un fonico, uno scenografo e l’attrice Clara Danese, che canta all’interno della band. Abbiamo un po’ racchiuso tutti gli ambienti della fiction. Questo dimostra quanto siamo uniti, sia all’interno della serie, sia fuori.

Parliamo un po’ di te. Quando hai deciso di fare l’attore? C’è stato qualcosa che ha fatto scattare la scintilla o hai sempre avuto una passione innata per la recitazione?

Ho iniziato col teatro a diciannove anni. Ho sempre voluto fare una materia artistica nella mia vita. Sono una persona molto indipendente e libera, a cui non piace la costrizione, la monotonia, la settimana scandita. Per la mia indole, diciamo che avrei comunque rincorso una materia artistica. I miei più grandi sogni erano il teatro e il pianoforte, passione che ho coltivato insieme a quella per la recitazione. Desideravo un concerto tutto mio e diventare un pianista di spicco.

Sono due percorsi che ho portato avanti ed entrambi mi hanno portato a delle grandi soddisfazioni. Dopo tre anni di teatro, ho fatto cinematografia, mi sono diplomato come attore, e sono arrivato allo studio della dizione e del doppiaggio.

In seguito ad alcuni set più piccoli, come quelli pubblicitari, è arrivato il ruolo nel film Tre Sorelle di Carlo Vanzina al fianco di Chiara Francini, Serena Autieri e Luca Ward. Quella è stata la mia prima grande esperienza su un set, oltre che inaspettata perché, quando faccio un provino, non penso mai di essere scelto. Ho sempre avuto questo approccio alle cose: se arrivano bene, altrimenti io continuo a fare il mio. E quando è arrivato il film ho detto: “Cavolo, allora si può. C’è un modo di entrare in quel mondo anche senza essere troppo vicini alle persone della produzione e così via“. Il fatto di averlo raggiunto in modo meritocratico mi ha dato una grande spinta ad insistere, perché è molto facile abbandonare questo mondo qua. Capita di scoraggiarsi. E da Tre Sorelle sono nate altre cose, fino ad arrivare a Il Paradiso delle Signore

A proposito, nella fiction come sei arrivato? Immagino tu abbia fatto un provino…

Sono andato ad un workshop di Adriana Ciampi, che fa la casting del Paradiso. Mi ha visto e mi ha mandato successivamente il provino per Matteo Portelli. Il mio è stato un percorso step by step, non ci sono cose che sono arrivate per caso da un momento all’altro. E questo è stato un bene perché sul set sono arrivato un minimo pronto e preparato: lì devi essere sveglio e attivo, devi avere ritmo e saper reggere. Ci sono plichi di sceneggiatura ogni settimana ed è facile che anche lì dentro ti scoraggi.

Ti sei fatto un’idea del perché Il Paradiso delle Signore piaccia così tanto ai telespettatori?

In primis perché è unica nel suo genere; non ci sono serie così o, almeno, io non le conosco. Non ci sono serie che rispettano così tanto i costumi e i modi di fare e di parlare dell’epoca, oltre che gli ambienti. È tutto curato nei minimi dettagli: addirittura ti vengono a cambiare l’ora, quando giri, dell’orologio. Anche quella dev’essere giusta e corrispondente al momento. Sono dettagli che ti fanno capire la professionalità che c’è dietro, anche se l’ora il telespettatore non la vedrà mai nella scena.

Inoltre, il Paradiso rispetta l’ordine cronologico e storico dell’Italia; questa è una cosa bellissima. Ne parlavo l’altro giorno con Pietro Masotti, con cui ho legato tantissimo e mi ha portato nella squadra di calcio italiana attori. Qualche giorno fa io e Pietro ci siamo detti che la serie viene esportata all’estero, in un sacco di nazioni, e con essa noi attori stiamo facendo conoscere anche pezzi di storia italiana.

Un aspetto bellissimo perché ti dà modo di imparare qualcosa. Il telespettatore si sente trasportato in un altro mondo. La gente, in giro, ti ferma con gli occhi che si illuminano perché è talmente innamorata della serie, che ci ringrazia per quello che facciamo e trasmettiamo. C’è un’affezione che si vede e percepisce tanto. Mi sento davvero molto fortunato a far parte di un bel prodotto come il Paradiso.

Chiuderei questa bella chiacchierata con un’ultima domanda. C’è qualche progetto a cui ti stai dedicando in questo periodo di pausa dal set?

Avrei voluto tanto riposarmi ma anche questo non fa parte della mia indole. In questo periodo, oltre a preparare il concerto con la band, sto portando su uno spettacolo teatrale molto bello, il 16 maggio a Caserta, che si chiama Correnti nella Baia. Un atto unico che mi ha portato via tanta energia e tempo, ma è uno spettacolo teatrale a cui tengo molto. Dopo ciò, ricomincerò le riprese del Paradiso, da fine maggio. E sarò di nuovo a bomba sul set.

Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione Seguici su Instagram.